La tragica conclusione della fabbrica di Torino, è una immagine che ritorna forte nella memoria. Quella era una fabbrica che il gruppo siderurgico tedesco aveva deciso di dismettere ed aveva ridotto la manutenzione fino a che è avvenuto il disastro
Qui da noi, Fenice ha avuto licenza di inquinare sin da quando l’impianto è entrato in funzione e la classe politica regionale stende un velo pietoso inventandosi una inutile commissione di inchiesta. Per fortuna , gli amministratori locali si sono ricreduti e si sono attivati per il blocco dell’impianto .
L’incendio di domenica scorsa non ha prodotto morti ma quanto la manutenzione si riduce le misure di sicurezza si abbassano. Il gruppo Fenice SPA ha mai fatto investimenti ? ha previsto un revamping degli impianti? Nella relazione al Bilancio 2010 non vi è riferimento.
Nella conferenza stampa, la società ha richiamato solo i 3,5 Meuro spesi nel vano tentativo di ridurre l’inquinamento , niente altro. Escludendo l’impianto di cogenerazione entrato in funzione il 2009 e per il quale è previsto una vita utile di 15 anni in tutti questi anni, dalla data di entrata in esercizio, nulla di nuovo è accaduto. L’impianto è stato o è prossimo ad essere ammortizzato: significa che bisogna fare revamping, la vecchia ferraglia non tira più. Come aggravante si aggiunga che appena entrato in esercizio non ha fatto altro che inquinare.
Il gruppo va man mano spegnendo l’impianto e cerca di tirare avanti come accadde con lo stabilimento di Torino della ThyssenKrupp nella speranza di spremere il limone fino all’ultima goccia. Alla fabbrica torinese vi fu una fuoriuscita di olio bollente qui c’è stata una fiammata di ritorno dal forno rotante, l’inchiesta che ci auguriamo si faccia, dovrà stabilire se i sistemi di autospegnimento sono stati sufficiente o è stato il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco a limitare i danni; l’inchiesta dovrà rilevare se realmente non c’è stato inquinamento aggiuntivo in atmosfera. I sistemi di misurazione dell’Arpab appaiono semplicemente suggestivi , se non meglio dettagliati.
A rafforzare la tesi dell’andare avanti fino a che dura diremo che l’impianto di inertizazzione delle ceneri volanti , parte integrante della struttura, è stato bloccato e mai più riavviato ; sarebbe dovuto ripartire a fine Aprile 2011 ma ciò non è accaduto.
L’aria italiana non porta bene ai francesi di EDF, è cosa risaputa ma sconosciuta nelle montagne lucane.
Fenice S.p.A. ha chiuso il 2009 con 24 Meuro di perdite ed il 2010 con 116. Il Capitale Proprio si è contratto da 407,5 Meuro a 291,2 per effetto delle perdite registrate. Il cliente di riferimento: la Fiat dà poco lavoro ; la crisi del mercato dell’auto è nota, Fiat sta riposizionando i propri investimenti, la stessa produzione comporta una minore quantità di rifiuti con l’adozione di nuove tecnologie.
Fenice tenta disperatamente di riconvertirsi e punta sul rifiuto solido urbano.
Nasce la richiesta di V.I.A. e chiede l’aumento dei RSU- Rifiuti Solidi Urbani- da trattare da 30 mila tonn. a 39 mila.