Matera sarà protagonista quest’anno al Festival di Sanremo sabato 11 febbraio con lo show case del cantautore materano Antonio Esposito a Casa Sanremo. Di seguito l’intervista rilasciata da Antonio Esposito.
Da Sanremo Out l’anno scorso a Sognando Sanremo e Casa Sanremo quest’anno. Cosa ne pensi e cosa si prova?
L’anno scorso fu davvero una bella esperienza, e fu un piacere per me affiancare, nelle vesti di autore e compositore, un ottimo cantante come Emanuele in quella avventura, che poi risultò vincente.
Quest’anno però è diverso, ha un sapore particolare e una gratificazione un po’ più grande, non solo perché nell’Ariston, se pur da una porta secondaria, ci entro davvero facendo conoscere la mia musica proprio a chi lavora in Rai e nel Festival, ma anche per il fatto che quest’anno porto autonomamente avanti le mie scelte, le mie sfide, le mie idee, la mia musica, i miei pensieri, senza condizionamenti, ma soprattutto porto avanti la mia etica e la mia morale che mi insegnano che qualsiasi strada va percorsa con umiltà e “profili bassi”, perché poi ci pensano i fatti (se ci sono o meno) più che le parole, a delineare un cammino.. Ho deciso che il mio cammino doveva essere senza forzature e costrizioni, ma con quella buona dose di libertà che per me è fondamentale per andare avanti nella vita. La libertà di pensare, di fare, e di approcciarmi con il mondo esterno. Sono consapevole che è stata una scelta coraggiosa, frutto anche delle circostanze a cui mi sono dovuto adattare, ma con grande sorpresa ci sono state queste piccole riconoscenze che mi permettono di andare avanti con entusiasmo e con meno paura.
Fra pochi giorni uscirà il tuo primo singolo tanto atteso “Due Eroi”. Di cosa parla?
Premettiamo che quando scrivo canzoni sono sempre in cerca di quella serenità interiore che mi faccia stare in pace con me stesso e col mondo. Due Eroi” però l’ho sempre definito un brano “incasinato”… Ma forse è proprio questo che il brano vuole mettere in luce: una turbolenza interiore. Questo brano è stato scritto durante un viaggio di ritorno da un concerto di un grande artista nonché mio amico Fabrizio Moro. In quell’occasione abbiamo avuto modo di parlare molto e confrontarci. Questo brano è un sunto in rime di quel lungo discorso che toccò molti tasti: la vita, il passato, le speranze, e gli stati d’animo del monento. E quello per me era un momento molto difficile, in cui per altro non riuscivo più a scrivere e comunicare, e ad esternare tutto ciò che mi si accumulava dentro. Due Eroi non a caso è molto confuso…è una prima, forte esplosione di tutto quello che avevo accumulato, e quella chiacchierata aveva letteralmente “stappato” il tappo di una bottiglia da tempo in fermento.
In questo brano c’è davvero di tutto: sentimenti confusi e contrastanti, che cambiano repentinamente, con l’ago della bussola che non sta mai in equilibrio…
Dalla “consapevolezza”, alla “speranza”, si passa allo “smarrimento”, alla “rabbbia” poi alla “ribellione” e a quella forte “voglia di libertà” e di avventure, sane avventure, per poi finire a chiedere la “protezione” di un amore sincero, perché in questa vita infondo non ti protegge nessuno se non chi ti ama davvero.
Sono veramente all’interno di un vortice e quando si “calma” paradossalmente uscirne è ancora più difficile…
Forse sono io il vortice stesso, che produce, che cammina solo quando tutto ciò che assorbe e di cui si alimenta viene mosso da quella feroce portata d’aria…
O mi muovo insieme alla gabbia, o ci sto dentro immobile…
Quello che ho tuttora dentro sono fuochi d’artificio dall’effetto a metà, vengono sparati in cielo e nel giro di poco si dissolvono tutti… E forse sono così interiormente in questo momento: un fuoco che si accende a metà, si spegne, ma si riaccende da qualche altra parte… Di sicuro qualcosa bolle sotto, sono “vivo” e questo mi basta per il momento..
Stai lavorando anche a un tuo intero album in uscita nei prossimi mesi, giusto?
Il nuovo CD avrà 11 brani e sarà prodotto da una grande casa discografica e da un grande editore. Al momento queste sono le due uniche cose certe. È molto atteso e desiderato, e questo non può che farmi felice ma allo stesso tempo mi carica di ansia e responsabilità perché non vorrò deludere le attese. C’è una attenzione maniacale ad ogni dettaglio: il suono di una parola, il suono di un rullante, la nota di un accordo, e questo potrebbe portare via tempo ma sono fatto così, anche questo rientra nella mia “ricerca” di serenità, voglio che a lavoro finito possa dire “ho detto quello che volevo dire come lo volevo dire”, liberarmi quasi di un peso ed esserne soddisfatto. Non so ancora per certo quale sarà il titolo. Credo che sarà l’ultima cosa a cui penserò, arriverà quasi per caso e sono sicuro sarà la scelta più appropriata. Al momento lo chiamerei “Il Giardino dei sensi”. Perché racconto le mie idee, le mie emozioni e la realtà del mondo secondo il mio punto di vista, immaginando di essere all’interno dell’essenza dell’esistenza umana, dove posso ascoltare, sentire, toccare con mano ogni emozione che riesco a estrapolare dalla realtà di tutti i giorni.
Antonio, sei stata una bella scoperta e in un anno ti abbiamo visto crescere molto
Sono stati mesi in cui i dubbi, la confusione, i mille pensieri che prendevano il sopravvento, facevano da padroni in questa mente incasinata di natura, ma continuava costantemente la ricerca di un “equilibrio”, un “equilibrio esistenziale”…
Continuo a essere insicuro su molte cose…ma pian piano sempre più “sicurezze” mi stanno raggiungendo e si stanno allineando con la mia ostinata voglia di “restare in piedi”… La sicurezza che, anche se vivi un “disagio”, una paura, un’insicurezza…questi sentimenti li puoi esprimere…li puoi tirare fuori…e non farti schiacciare… Insomma, i tuoi fuochi interiori li puoi domane, li puoi gestire, li puoi indirizzare….
La sicurezza che se c’è rabbia non si può far finta di non averne, ma deve essere una rabbia positiva che non deve far male a nessuno, soprattutto a me stesso…
Ecco, il nuovo cd parlerà soprattutto di questo, e di questo specchio della realtà che al momento si riflette davanti a me..
Sta per partire anche il tuo Tour2017 che si preannuncia davvero intenso e pieno di soddisfazioni.
In questi mesi sono successe tante, tantissime cose, che mi porterò inevitabilmente dentro per sempre, tutte positive.
Dal destino che mi bussa sulla spalla e mi apre gli occhi sulla gente da allontanare e da tenere stretta, dalla strada da intraprendere, dai sogni in cui credere..
Ho capito che la strada più difficile, è sempre quella che ti porta più lontano e ti “riempie” davvero e che spesso ti regala anche persone indimenticabili, che restano e che fanno bene alla tua vita. E oggi sono emozionato all’idea che sto riuscendo nel mio intento principale: entrare nei cuori della gente e scambiarci reciproche emozioni, perché alla fine sono le emoziono che ti tengono vivi e in equilibrio sul filo instabile della vita. Grazie a tutto questo è stato possibile concretizzare un sogno: un Tour estivo e concerti, in mezzo alla gente e in giro per l’Italia. Partiremo da Sanremo, poi Roma, e via via tante altre città. Ovviamente la mia tappa preferita sarà proprio la mia amatissima Matera. Questo per me è uno dei sogni più grandi e più belli. Vivere il palco, vivere gli abbracci della gente, le emozioni che corrono e si scambiano veloci.
È una vita dura, ma tanto affascinante e gratificante quella che hai scelto.
Non è una vita, è un percorso, a volte una condanna, a volte un privilegio. Siamo in cerca di risposte alle nostre tante domande, e la musica aiuta tanto ma a volte capitano situazioni tutt’altro che gratificanti. L’importante è rialzarsi e restare in piedi anche nei momenti duri. Ogni strada in salita non può che portare in altro ed è per questo che ogni salita vale la pena di essere affrontata. Questa per me è vita vera, e inoltre ho scelto proprio questo modo qui di vivere la musica, piuttosto che un’appariscenza fatta di pose, sorrisi e fotografie che a lungo andare lascia un vuoto enorme, prima sui palinsesti, e poi dentro sé stessi, altrimenti sembra quasi una vita virtuale, una di quelle che ti crogioli a immaginare, ma in realtà non è così. Non siamo nessuno, siamo gente come tutti e anzi, dobbiamo stare attenti a come comportarci perché poi la gente ci guarda, ci osserva e potrebbe prenderci come esempio. I veri eroi della società sono altri: chi lavora 12 ore al mese nelle fabbriche per portare il pane a casa rischiando la vita, un ex tossicodipendente che prova a riprendersi in mano la vita, una madre con un figlio senza un marito.
Stai diventando un cantante sempre più amato e seguito. Cosa ti senti di dire?
Non mi definisco un cantante nella maniera più assoluta, facciamo semplicemente musica. Io sono restato sempre me stesso da quando ero piccolino, non ho fatto altro che crescere solo un po’. Amo scrivere da quando avevo un grembiule tre volte più grande di me, raccontavo storie, e soprattutto esternavo ogni cosa che pensavo, ogni emozione, anche l’imbarazzo nell’aver offerto la merendina ad una compagnetta. E poi io e il piano siamo una cosa sola da quando ero davvero un nanetto.
La musica è quella che entra nella tua vita e apre una porta sulla gente e che anche attraverso proprio la tua musica prova a camminare lungo la propria strada, diversa ma tanto simile alla tua. Ecco perché mi definisco un cantautore e non un cantante. Se hai una bella voce e sei soddisfatto di ostentarla, ma non hai una storia da raccontare, prima o poi anche le telecamere cambieranno “soggetto”… Credo che davanti a una telecamera devi finirci ogni qual volta hai un messaggio valido da portare avanti e da comunicare alla gente, altrimenti è meglio restare a casa. E io questo “qualcosa” proverò a dirlo, adesso e magari l’anno prossimo, quando nell’Ariston, lo spero, potrò entrare dalla porta principale stavolta.
Tanti apprezzamenti, ma non temi la competizione adesso insieme ad altri giovani italiani?
Piano piano, con tanta dedizione e determinazione tante più persone iniziano a conoscere quanto meno quello che faccio, quello che penso e come lo racconto. Mi interessa questo. Poi sono libere di seguirmi, di apprezzarmi o di non farlo. A me interessa che i messaggi arrivino ai destinatari. Qualsiasi loro “risposta” non può che far bene alla mia crescita. Ovviamente ci sarà sempre chi apprezzerà e chi non, ma io andrò avanti per la mia strada, sempre. Ed è la mia strada che non perdo di vista, perché solo la mia strada può darmi le risposte che cerco. È già difficile percorrere la propria strada, figurarsi anche quella degli altri. Io credo che la musica sia una benedizione e tutti devono beneficiarne. Tutti hanno una serenità da raggiungere e tutti devono riuscirci, e la musica può aiutare ed è un bene che tanti giovani coltivino questa passione. La musica deve unire e non dividere. Chi cerca competizione nella musica, credo che ha sbagliato scelta di vita. L’unica competizione che cerco è con me stesso, chi vuole competere con me ha già vinto a tavolino. Piuttosto bisognerebbe unirsi, unire competenze, qualità, le storie e le radici di ognuno, per “addrizzare” una piega più che storta che la musica sta prendendo in questi anni. Schiava delle tv, del commercio e delle appariscenze. Questo è puro spettacplo, a volte sporco, la musica è altro, la musica è arte e la si può apprezzare anche per strada.
Qual è il tuo prossimo sogno?
È uno solo ed è a lungo termine. Quando finiranno le storie, i dubbi, le domande esistenziali, vorrà dire che i remi e la mia nave mi avranno portato a riva, sulla spiaggia più bella, quella della pace e della serenità interiore. La gratitudine verso se stessi è un privilegio raro, ma chiunque infondo vive per questo… questa credo sia la felicità più grande, sorridere a se stessi con gli occhi pieni di serenità.