E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3 febbraio il Decreto Ministeriale dell’11 gennaio 2017 riguardante la “Designazione di 33 zone speciali di conservazione della regione biogeografica mediterranea insistenti nel territorio della Regione Basilicata”. Le ulteriori 33 Zone Speciali di Conservazione (Zsc) si aggiungono alle 20 Zsc già designate sul territorio della Regione Basilicata, tra le quali 8 riguardano i siti Sic estesi a mare con habitat e specie marine.
“In tal modo – dichiara l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, la Regione contribuisce a risolvere due procedure di infrazione comunitarie una relativa alla designazione delle Zsc terrestri e l’altra relativa alla designazione dei SIC marini. Le Zsc designate, le cui norme sono state oggetto di concertazione sul territorio con i Parchi Nazionali, con i Comuni e con i portatori di interesse, sono maggiormente tutelate rispetto ai SIC perché sono sotto le Misure di Tutela e Conservazione generali e le misure sito-specifiche e sono da attivare le azioni dei piani di gestione approvati. Grande merito – aggiunge l’assessore – va alla struttura del Dipartimento Ambiente ed Energia: l’Ufficio Parchi biodiversità e tutela della natura che ha lavorato con grande competenza. Le Zsc sono in tutto 33: 5 sulla costa ionica, 3 sulla costa tirrenica, 2 lungo il Basento, 7 ricadono nel Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, 15 ricadono nel Parco del Pollino e 1 è un sito di recente istituzione il “Vallone del Tuorno – Bosco Luceto” in territorio di Savoia”.
Le Misure di Tutela e Conservazione (M.T.C.) approvate per tutti i siti prevedono l’esclusione dell’attività di introspezione di idrocarburi, l’esclusione di aperture di nuove cave sul territorio e una pianificazione di settore integrata che coinvolga tutti gli enti preposti alla gestione dei siti. A questo proposito abbiamo approvato dei protocolli d’intesa con alcuni dei Comuni interessati dalla presenza di ZSC e ne stiamo preparando altri per attivare azioni sinergiche, già previste in P.d.G. e M.T.C. che mirino alla tutela e alla conservazione dei siti, ma anche alla loro valorizzazione.
Con l’emanazione del Decreto – conclude Pietrantuono – si ha la piena attuazione sul territorio lucano della direttiva habitat, un ulteriore tassello in difesa del nostro patrimonio ambientale e naturalistico, nello specifico sulla tutela della biodiversità che si aggiunge alle altre forme di tutela già attivate. Stiamo lavorando ad una legge sulla conservazione della biodiversità che darà forza a quanto già vigente sul nostro territorio”.
Il patrimonio di biodiversità lucano è rappresentato da circa 1000 specie animali e vegetali segnalate e protette a vario titolo (Liste rosse IUCN, direttive habitat e uccelli, elenchi di specie tutelate con decreti regionali) e 63 tipologie di habitat di interesse comunitario presenti sul nostro territorio, di cui 13 sono nell’elenco dei 34 habitat prioritari tutelati a livello europeo. Tale dato esprime la dimensione della variabilità di habitat e specie presenti a livello regionale sia per le caratteristiche orografiche (presenza di valli, aree fluviali ancora integre, montagne, colline e calanchi, litorali rocciosi e sabbiosi) ma anche per la persistenza di una cultura contadina ancora autentica e rispettosa dell’ambiente in cui vive. Grazie a ciò sono ancora presenti sul nostro territorio l’ululone, la salamandrina terdigitata, la rosalia alpina, la lontra, il lupo, il fratino, il grillaio, il picchio rosso mezzano, la cicogna nera, la fritillaria tenella, circa 100 specie di orchidee, il tasso.
BENE! in estrema sintesi bisogna organizzare l’ufficio regionale per le V.INC.A. -Valutazione di Incidenza Ambientale perchè così come è fatto rischiamo una altra procedura di infrazione. La cosa è risaputa bisogna lavorarci su