Domenica 19 febbraio 2017 è in programma la prima edizione del Trofeo Baby di Kickboxing presso la Dynamic Center in via Nicolò Paganini 1 a Matera con la partecipazione di giovani atleti provenienti dalle regioni limitrofe.
All’evento sportivo partecipa anche il piccolo Gabriele Guglielmi di Potenza (nella foto in basso), a soli 8 anni già una promessa di Kickboxing. Il piccolo è allenato dai maestri Francesco Margiotta e Antonello Befà del “Team Power Fight” della palestra Spartakus di Potenza.
Il trofeo è stato fortemente voluto dai due responsabili regionali Basilicata e Puglia della FIKBMS (federazione Italiana Kickboxing, Muay Thai, Savate e Schoot Boxe), il Maestro Biagio Tralli e il Maestro Gianni Laterza, per combattere l’abbandono sportivo precoce (drop out).
L’abbandono sportivo (drop out) nell’attività sportiva giovanile è un grave problema per le varie discipline sportive. Dagli ultimi studi fatti si può evincere che circa il 33% di ex-praticanti fra gli studenti delle scuole secondarie di primo grado hanno già avuto esperienze legate al mondo dello sport, ma hanno anche già perso interesse per questo mondo. Fra i fattori che possono aver influenzato un numero così elevato di giovani nella decisione di abbandonare la pratica sportiva, emerge che il 77,9% dei ragazzi ha abbandonato dopo aver praticato per uno, due o tre anni, ininterrottamente una disciplina, mentre il restante 22,1 % ha dichiarato una ex-pratica saltuaria. Le risposte evidenziano fra i principali motivi di abbandono, due aspetti generali:
uno riferito al mondo della scuola, per l’eccessivo impegno richiesto dallo studio (56,5%);
l’altro alle modalità di svolgimento dell’attività ed al rapporto con allenatori e compagni – poiché fare sport diventa con il tempo noioso e non più stimolante (43.5%) se non si mettono in campo nuovi stimoli.
Se a quest’ultimo si aggiungono le percentuali relative ai seguenti motivi di abbandono: istruttori troppo esigenti (19,4%), istruttori che non seguono (14,2%), “troppa fatica” (24,4%), difficoltà a socializzare (28,7%), ne consegue che sono evidenti le difficoltà legate al rapporto con “l’organizzazione” dell’attività praticata, quindi la necessità di rivedere il modello organizzativo su cui intervengono le Società Sportive.
Proprio per questi motivi si cerca di creare una attività gioco per formare i piccoli atleti lavorando molto sulla multidisciplinarietà e in questa maniera si prova a far crescere i campioni del domani.