Il consigliere comunale materano Gaspare L’Episcopia in una nota esprime la sua contrarietà rispetto allo spettacolo teatrale sull’ideologia gender previsto a Matera il prossimo 13 marzo. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
In questi giorni abbiamo appreso dagli organi di stampa che il 13 marzo, a Matera, si terrà uno spettacolo teatrale dal nome “Fa’afafine”. Lo spettacolo è rivolto ai ragazzi (8 – 16 anni di età) ed ha una trama che all’apparenza sembra innocua o quasi formativa. In realtà, in maniera neanche tanto velata, rappresenta il volano della nuova frontiera ideologica conosciuta come “ideologia gender”. Lo spettacolo parla in sostanza di un ragazzo che non si sente nè uomo nè donna ma un “gender creative child”, o semplicemente un bambino-bambina, come ama rispondere quando qualcuno gli chiede se è “maschio o femmina”. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti semplicemente di uno spettacolo teatrale che insegna ai ragazzi a non discriminare nessuno e ad accettare la diversità, a relazionarsi con le nuove frontiere del progresso. La verità è un’altra. Siamo dinanzi ad un vero e proprio bombardamento ideologico/commerciale. Esiste un farmaco dal nome Gonapeptyl prodotto dalla “The Tavistock and Portman NHS Foundation Trust” che come altri, noti come bloccanti ipotalamici, bloccano lo sviluppo degli organi sessuali dei bambini in modo da ridurre al minimo l’impatto del futuro intervento chirurgico in caso di cambiamento di sesso, al raggiungimento dell’adolescenza. Il programma terapico prevede iniezioni mensili nello stomaco al fine di sopprimere la produzione di testosterone e di estrogeni. Una neutralizzazione della naturale produzione di ormoni maschili e femminili che comporta, per i maschi l’interruzione della crescita dei peli sul viso e del cambio di tono di voce e, per le femmine provoca il blocco del ciclo mestruale e dello sviluppo del seno. Il Direttore del reparto di medicina della sessualità e andrologia di Careggi Dott. Maggi già nell’ottobre 2013 aveva avanzato la richiesta al Consiglio Regionale Sanitario della Toscana di autorizzare l’uso dei farmaci che bloccano la “pubertà precoce” ai casi di “pubertà inadeguata”, in modo da sospendere, anche solo temporaneamente, lo sviluppo degli organi sessuali, senza ricorrere alla pratica irreversibile dell’intervento chirurgico. Oggi è possibile ricorrere a questa pratica solo privatamente. Alla luce di queste considerazioni siamo davvero sicuri che si tratti solamente di uno spettacolo avente come unico scopo quello di trasmettere valori come la non discriminazione e l’accettazione delle diversità o è un modo subdolo di sponsorizzare terapie dal grandissimo impatto economico volte ad utilizzare situazioni di disagio sociale a proprio uso e consumo?
Analizzato il vero messaggio che questo spettacolo vuole lanciare è necessario precisare che il Ministero della Pubblica Istruzione con apposita nota n. 1972 del 15/09/2015 Prot. AOODPIT rivolta agli Uffici Scolastici Regionali e ai Dirigenti Scolastici ha chiarito che nel comma 16 della legge 107/2015 il quale dispone“Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge14 agosto 2013, n.93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119(……) non si ravvisa l’opportunità “di promuovere pensieri o azioni ispirati ad ideologie di qualsivoglia natura”, bensì “quella di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri della persona costituzionalmente garantiti” ed inoltre puntualizza che “tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di “pratiche estranee al mondo educativo”.
Questo concetto è stato ribadito dalla mozione approvata in Consiglio Regionale della Basilicata, la quale ha impegnato il Governo Regionale affinché nelle scuole di ogni ordine e grado in Basilcata “non venga introdotta la “teoria del gender” e che venga rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dei decreti che riconoscono le scelte educative dei genitori (artt. 1.2, 3.3 e 4.1 del DPR 275/99, art. 3 del DPR 235/97, artt. 2.3, 2.6 e 3 del DPR235/2007 e il Prot. AOODGOS n. 3214 del 22.11.2012);
Inoltre ad oggi non è dato sapere se i dirigenti scolastici degli Istituti Scolastici della città di Matera, che hanno aderito all’iniziativa teatrale, abbiano preventivamente richiesto l’autorizzazione dei genitori alla partecipazione dei propri figli a tale evento, a nulla valendo l’eventuale patto di corresponsabilità firmato all’inizio dell’anno scolastico, data la delicatezza degli argomenti affrontati.
Pertanto, alla luce di quanto detto, in qualità di Presidente della Commissione Politiche Sociali con delega alla Scuola del Comune di Matera dichiaro la mia contrarietà all’iniziativa “Fa’afafine” ed auspico che tutte le famiglie siano informate adeguatamente su questo come altri eventi rivolti ai ragazzi della città, aventi ad oggetto materie complesse di natura etica che andrebbero analizzate in maniera più critica e informata.