“La Quarta Commissione è chiamata a dimostrare se ci tiene, in maniera concreta, alle posizioni di grande valenza sulla specialistica ambulatoriale accreditata espresse e ribadite in più occasioni e purtroppo disattese o se ci ha ripensato e in questo caso non ci resta che prenderne atto”. E’ il “messaggio” sulla posizione di Sanità Futura illustrata oggi dal presidente Michele Cataldi nel corso dell’audizione in Quarta Commissione. Un messaggio che ha registrato un breve dibattito con i consiglieri Spada e Pace che hanno stigmatizzato il comportamento del Dipartimento perché ha riproposto gli stessi provvedimenti che l’organismo aveva approvato con una serie di condizioni e il consigliere Romaniello che si è spinto oltre parlando della possibilità di presentare una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Franconi.
Dopo gli innumerevoli sforzi fatti dalla stessa Commissione nell’ultimo anno per riordinare il sistema della sanità privata accreditata basandola sui principi di equità di accesso e corretta redistribuzione territoriale, ci ritroviamo oggi nuovamente a subire le disposizioni delle ultime due delibere Regionali DGR 35/2017 (Riabilitazione ex art. 26 L. 833/78) e DGR 36/2017 (specialistica ambulatoriale ex art. 25 L. 833/78) le quali – ha evidenziato Cataldi – riportano pedissequamente quanto deliberato per l’anno 2016 riproponendo quindi le medesime anomalie sulle quali la IV Commissione si era già espressa più volte in maniera del tutto contraria.
Ad onor di cronaca è opportuno riconoscere che la IV Commissione Consiliare Permanente già nel luglio 2016, dopo attenta esamina della questione, aveva espresso in favore della DGR 740/2016 parere FAVOREVOLE CONDIZIONATO all’accoglimento delle modifiche che la Commissione stessa ha formulato e consegnato al Dipartimento il quale,però, contrariamente ad ogni aspettativa nell’emanare la DGR 937/201, la DGR 1431/2016 ed in ultimo la DGR 36/2017, ha palesemente finto di accogliere le modifiche proposte dalla IV Commissione e in realtà nulla ha cambiato rispetto alle importantissime questioni della territorialità, dell’equità di accesso e della competitività.
Allo stato attuale delle cose, quindi, la materia della specialistica ambulatoriale rimane ancora una volta viziata dai seguenti aspetti sui quali urgono correttivi mirati.
L’Associazione Sanità Futura si batte da tempo per il sacrosanto principio della competitività tra le strutture private accreditate, competitività che non può solamente tradursi in semplici percentuali di tetto, siano esse del 20%, 30% o 40%; ma la vera competitività potrà realizzarsi solo a condizione che siano fissati da una Delibera Regionale essenziali prerequisiti da cui non è possibile prescindere.
Requisiti questi che possono essere riassunti in tre semplici punti, punti sui quali esistono ancora oggi forti contraddizioni:
1. REDISTRIBUZIONE DEL TETTO REGIONALE € 25.738.037 PER AMBITI DI ZONA TERRITORIALI così come definiti dall’ultima mappa di compatibilità (DGR 191/2014). A tal proposito si fa presente che le Aziende Sanitarie, così come previsto dalla DGR 937/2016 hanno elaborato lo scorso anno un documento contenente la definizione dei tetti di Branca tenendo in considerazione il fabbisogno complessivo delle prestazioni e la popolazione residente di un unico ambito di zona ossia l’intero territorio della Regione Basilicata tralasciando quindi l’individuazione di specifici ambiti di zona.E’ necessario quindi rimodulare il contenuto di tale documento tenendo in considerazione l’individuazione di almeno due ambiti di zona dato l’utilizzo del plurale nel testo dispositivo della DGR 740/2016;
2. INDICAZIONE DI CHIARI E PRECISI CRITERI PER L’EROGAZIONI DI PRESTAZIONI DOMICILIARI DI FKT GARANTENDO APPROPRIATEZZA E LEA.Nonostante la IV Commissione abbia già espresso su tale punto il proprio parere a luglio 2016 fissando già delle linee da seguire per l’emanazione di un preciso regolamento e nonostante l’impegno della Regione era quello di definirne il contenuto entro il 30.09.2016, ad oggi nulla è stato fatto e le prestazioni domiciliari vengono erogate senza tenere conto di alcun principio di appropriatezza e territorialità.
3. AFFIDAMENTO DEI SERVIZI IN OUTSOURCING in caso di liste di attesa superiori a 60 giorni. Su questo punto le disposizioni regionali risultano essere palesemente CONTRADDITTORIE in quanto da un lato accolgono la possibilità per le ASL di procedere in Outsourcingse le liste di attesa dovessero superare i 60gg e quindi quando il sistema sanitario non riesce a rispondere prontamente ai fabbisogni dei pazienti, ma dall’altro non accoglie la giusta proposta della IV Commissione di procedere al pagamento integrale e senza riduzione tariffaria delle prestazioni erogate nell’ambito del tetto di competitività. In tal modo il sistema dell’Outsourcing risulta di fatto inapplicabile.
In ultimo, relativamente alla DGR 35/2017 avente ad oggetto la definizione dei tetti di spesa per l’anno 2017 da assegnare alle strutture private accreditate eroganti prestazioni di riabilitazione ex art. 26 L. 833/78, Sanità Futura ha fatto presente che anch’essa non apporta alcuna modifica rispetto al 2016 lasciando così l’intero comparto del tutto inalterato e caratterizzato da un forte immobilismo che si protrae ormai da anni. Nonostante nel corso degli ultimi anni siano state numerose le strutture private che sono state accreditate per il percorso di Riabilitazione ex art. 26, ad oggi a queste non è ancora consentito erogare per conto del SSN.
Cataldi ha evidenziato che la cristallizzazione delle posizioni da parte del Dipartimento Salute non può produrre nessuna delle novità che pure la Commissione ha sostenuto come scelte strategiche e prioritarie per il miglioramento dell’ erogazione di prestazioni e servizi all’utenza.