Presentati nel corso di una conferenza stampa promossa nella sala Mandela del Comune di Matera i temi che saranno trattati nel seminario “La Legge 107/2015 e gli schemi dei decreti delegati”, in programma venerdì 3 marzo 2017 dalle 9 alle 13 nell’aula magna del Liceo Scientifico di Matera. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato il presidente e il vice presidente regionale di Anief, Nuccio Santochirico e Gaspare L’Episcopia.
Anief non è solo un semplice sindacato ma è un ente di formazione qualificato ad erogare la formazione in servizio del personale docente e Ata.
Anief è anche uno dei pochi enti “qualificati” al Miur e che rispetta tutti i requisiti della nuova direttiva in materia la 170/2016 sulla formazione del personale che da quest’anno diventa strutturale e obbligatoria.
Il relatore del seminario con ingresso gratuito sarà il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico, che affronterà una serie di questioni che riguardano il mondo della scuola: previsti un focus su formazione iniziale e reclutamento, Sostegno, Esami di Stato, Istruzione professionale, Cultura Umanistica, Diritto allo studio, Scuole estere, Formazione fino a 6 anni e approfondimenti su valutazione, progressione di carriera, organici e autonomia.
L’importante iniziativa di formazione dell’ANIEF è rivolta a tutto il personale della scuola (Dirigente, RSU, DSGA, Personale di Ruolo, Personale Neo Immesso, Personale ATA e tutto il personale a tempo determinato). Il seminario è promosso da un ente di formazione certificato dal MIUR permette l’esonero dal servizio e riconosce 6 CFU validi per percorsi formativi accademici ed universitari.
Nuccio Santochirico: “Chi pensava che con la legge ribattezzata “Buona Scuola” si sarebbe chiuso il dibattito sulla scuola italiana rimarrà deluso perché adesso va in scena la seconda parte della riforma, che riguarda l’attuazione degli otto schemi delegati.
Nel seminario si approfondiranno tantissimi argomenti di attualità del mondo scolastico in vista del parere sugli otto schemi di decreti attuativi della Legge 107/15 da parte delle commissioni parlamentari.
Formazione iniziale: I decreti legislativi di attuazione della Legge 107/2015 (“Buona Scuola”) peggiorano le condizioni della scuola italiana. Continuano ad essere dimenticati i docenti abilitati della seconda fascia G.I. e tutti coloro che hanno prestato servizio per almeno 36 mesi su posto vacante e disponibile.
Il decreto prevede che dopo la laurea si parteciperà ad un concorso. Chi lo supererà si inserirà in un percorso di formazione di tre anni, due dei quali fatti anche a scuola. Il percorso si concluderà, dopo il terzo anno, con l’assunzione a tempo indeterminato.
Il decreto riguarda le future e i futuri insegnanti e prevede una fase transitoria per chi oggi è già iscritto nelle graduatorie di istituto. Ci chiediamo se questo è un rimedio a quella che noi chiamiamo “supplentite” oppure un nuovo sistema di reclutamento con l’istituzionalizzazione della figura di precario per contratto.
Oggi ci sono ancora 100 mila posti liberi di cui la metà sul sostegno mentre 35 mila sono i posti liberi per personale ATA.
Sostegno: da una parte è annunciata la semplificazione e lo snellimento delle pratiche burocratiche, maggiore continuità didattica e formazione del personale docente e della comunità scolastica, la costruzione di un progetto di vita che coinvolgerà più attori della società che collaborano in rete, dall’altra è assente, anche per mancata copertura finanziaria, la ri-certificazione della disabilità di 260mila alunni secondo le nuove regole dell’OMS, che potrebbe compromettere il diritto allo studio del prossimo anno.
Per i posti in deroga del sostegno continua il rebus della loro mancata trasformazione in organico di diritto ( quindi utile per assunzioni e trasferimenti).
Grandi anche le problematiche sulla licenza media da assegnare agli alunni disabili, che sembra venire meno con la delega sul sostegno; in più si vuole migliorare la qualità dell’insegnamento con obbligo di appartenere ad una classe e al docente di sostegno per 10 anni anche senza la presenza dell’alunno. Altro che continuità!
Sistema 0-6: da una parte si parla di statalizzare un segmento di pre-istruzione 0-6 (anche con deleghe alle regioni con evidenti squilibri tra Nord e Sud), dall’altra non si interviene sul ripristino del tempo pieno e il tempo prolungato, il tempo scuola in ogni ordine e grado (4 ore) e per ripristinare le scuole dimensionate (4 mila) sede di dirigenza e di Dsga, che invece avrebbe garantito una scuola più presente.
Esami di stato: si è ribadito come le prove Invalsi non debbano essere né obbligatorie per l’ammissione, né oggetto di valutazione del RAV, vista la centralità dell’alunno e del territorio nella programmazione educativa e didattica. Ma allora a cosa serviranno? Si cambia la forma dell’esame per non cambiare nulla?
Estero: Lo schema di decreto diminuisce ulteriormente l’indennità fissa di sede (-38% dal 2014 per docenti superiori), penalizza il rientro in Italia (no al super-punteggio e sì ad ambiti territoriali), cancella le supplenze (ore aggiuntive obbligatorie per chi è in servizio), svilisce la dirigenza (lontana dall’ISE dei diplomatici), mortifica le reggenze (nessun esonero o indennità), introduce un tetto all’organico di sostegno (10 unità)”.
Ci chiediamo se questo sia il modo giusto per migliorare la domanda e l’allargamento dell’identità culturale italiana nel mondo.
Revisione dei percorsi dell’Istruzione professionale: gli indirizzi passano da 6 a 11 e cioè i servizi per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura; pesca commerciale e produzioni ittiche; artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico. E’ una riforma o si mascherano ulteriormente tagli?
Sorpresa per migliaia di docenti: carriere sbagliate.
Con la legge 107/2015 viene prevista una assunzione di migliaia di docenti che dopo anni di precariato vedranno la propria carriera ricalcolata penalizzando tutti gli anni di pre-ruolo.
Una ulteriore sorpresa per tutti i docenti che hanno accettato di trasferirsi e che non avranno riconosciuti gli aumenti dei primi 10 anni e forse più.
Si ignorano le direttive europee sul precariato e sulla giusta retribuzione.
Anche in questo caso l’Anief dimostrerà come è possibile gratuitamente rimediare agli errori-orrori de “La Buona Scuola”.
Mobilità: il nuovo contratto collettivo apre alla possibilità di rientro di una piccola parte dei docenti. Sarà così? Se da una parte si apre alla possibilità di trasferimento, dall’altra il ministro Fedeli chiude alla possibilità di assegnazioni provvisorie e utilizzazioni.
Gaspare L’Episcopia: “Nel seminario approfondiremo anche tutta la questione legata alle regole del gioco per la carriera dei docenti. Come è noto la riforma della Buona Scuola, imposta da un sentenza della Corte di giustizia europea, ha permesso l’assunzione di insegnanti con un servizio minore rispetto a quelli con un servizio maggiore perché in questo modo lo Stato ha risparmiato sullo stipendio versato a coloro che vengono assunti in quanto chi ha più anni di lavoro alle spalle matura più scatti di anzianità e di conseguenza ha diritto ad uno stipendio più alto”.
La conferenza stampa di Anief (foto www.SassiLive.it)