Sulla vicenda del cambio di appalto del servizio di vigilanza armata in Acquedotto Lucano, intervengono con una nota congiunta il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, e la segretaria generale della Fisascat Cisl Basilicata, Aurora Blanca, che contestano il mancato rispetto di quanto stabilito nel bando di gara e nel capitolato d’appalto. La questione sarà al contro di un incontro convocato alla direzione territoriale del lavoro di Potenza per martedì prossimo alle 11. Proprio gli articoli 10 e 11 del capitolato d’appalto – spiegano i due dirigenti sindacali – stabiliscono che l’istituto subentrante, in questo caso La Torre è obbligato ad assumere tutto il personale già in forza nell’impresa cessante, ovvero l’istituto La Ronda, e a rispettare in maniera esplicita il contratto collettivo nazionale di categoria e degli accordi integrativi territoriali sottoscritti dalle sigle maggiormente rappresentative in ordine al mantenimento dell’occupazione del personale dell’impresa cessante, garantendo al contempo le medesime condizioni economiche e contrattuali in atto al momento del subentro, compresi gli scatti maturati”.
“È il caso di ricordare – continuano Falotico e Blanca – che anche la stazione appaltante, vale a dire Acquedotto Lucano, ha ravvisato in un primo momento un’anomalia nell’offerta presentata con un ribasso eccessivo dall’istituto La Torre, invitando lo stesso a giustificare tali anomalie. La società ha giustificato l’offerta con l’applicazione di un contratto di lavoro diverso da quello stabilito in modo tassativo dal capitolato. Cionondimeno, Acquedotto Lucano, in dispregio del capitolato di appalto da lei stessa redatto, ha ritenuto valide le giustificazioni e congrua l’offerta de La Torre, aggiudicandole il servizio a far data dal 1° marzo 2017”.
Per Falotico e Blanca “non c’è nulla da interpretare visto che nel capitolato si legge chiaramente ‘è fatto obbligo’. La cosa pubblica va gestita con regole chiare e trasparenti al fine di garantire i cittadini, i lavoratori e il libero mercato. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte ad un’aggiudicazione singolare che crea un precedente dai risvolti catastrofici e inimmaginabili. Si aprirebbe infatti la strada a forme sempre più aggressive di dumping contrattuale in tutto il sistema degli appalti pubblici, con ripercussioni sui diritti dei lavoratori e sulla qualità dei servizi ai cittadini”.
Per questo i segretari di Cisl e Fisascat, nell’auspicare la presenza di Regione Basilicata e Acquedotto Lucano alla riunione di martedì, considerano “necessario l’intervento della Regione Basilicata in quanto azionista di riferimento di Acquedotto Lucano per ristabilire il primato delle regole, in primis della legge regionale n. 4 del 2010 che disciplina la clausola sociale, una norma di civiltà scarsamente applicata, nonché verificare le procedure poste in campo e garantire la trasparenza sugli appalti pubblici e il rispetto delle norme che sono alla base del buon lavoro ma anche del senso civico che deve contraddistinguerci. Fare finta di niente o, peggio ancora, voltarsi dall’altra parte – concludono Falotico e Blanca – potrebbe determinare una situazione di anarchia nel sistema degli appalti pubblici regionali”.