Personale della capitaneria di porto, del NAS carabinieri, dell’ispettorato del lavoro, in collaborazione con quello del servizio veterinario della ASL del comando provinciale Carabinieri di Taranto, nell’ambito di verifiche eseguite nella mattinata odierna presso il mercato ittico sito in localita’ tamburi di taranto, hanno effettuato le seuguenti attività:
sequestro di circa 200 kg. di molluschi bivalvi (cozze nere), destinate alla pratica dello “sgusciamento”, detenuti in pessimo stato di conservazione e privi di qualsiasi documentazione di tracciabilità, che ne attestasse la provenienza ed il possesso dei requisiti igienico-sanitari stabiliti dalla normativa vigente per il consumo umano;
sequestro di tre box utilizzati senza alcun titolo autorizzativo sia comunale (concessione) che sanitario (d.i.a.) propedeutico alla attività di deposito e trasformazione delle cozze, nonchè privi dei requisiti minimi di igiene previsti dalle vigenti norme comunitarie;
sequestro di circa 220 kg. di gamberetti bianchi sottoposti arbitrariamente alla pratica del congelamento con modalità e attrezzature non autorizzate e detenuti in pessimo stato di conservazione;
sequestro per pericolo ambientale, di una area di circa 2000 mq situata all’interno del perimetro del mercato ittico sulla quale erano stati abbandonati rifiuti di vario genere tra i quali eternit, plastica, scarti di mitili in stato di decomposizione, alla accertata presenza di carcasse di ratti.
Il personale operante ha accertato che i molluschi in questione venivano trattati utilizzando acqua di mare prelevata dal mar piccolo primo seno di Taranto, ove sono vigenti le ordinanze emanate dal servizio veterinario della azienda sanitaria locale, relative al divieto di commercializzazione dei mitili per la rilevata presenza di diossine e pcb.
L’ispettorato del lavoro ha proceduto in detta circostanza alla verifica delle aziende all’interno del mercato ittico, riscontrando la presenza di diversi lavoratori “in nero” contestando a carico dei titolari delle aziende violazioni amministrative inerenti la normativa sul lavoro.
Cinque persone sono state deferite all’autorità giudiziaria.
Il servizio veterinario della ASL, al fine di tutelare la salute pubblica, disponeva la contestuale distruzione dei prodotti ittici in sequestro.