Lunedì 6 marzo 2017 alle ore 18,00 presso l’Archivio di Stato di Bari in via P. Oreste, 45, nell’ambito della II edizione del Prometeo Festival, si terrà l’incontro “E fu subito Mimì: Mimì Notarangelo, le radici di Matera. Lo sguardo antropologico di un uomo profondamente vicino al popolo, testimone e memoria del cambiamento.”
Durante l’incontro, organizzato dall’Archivio di Stato di Bari e dall’Associazione ADIRT di Bari, in cui sarà ricordata la figura di Domenico Notarangelo, testimone politico di una indimenticabile stagione di cambiamenti sociali, nonché collaboratore di grandi registi come Pier Paolo Pasolini e Francesco Rosi, sarà possibile visitare una mostra delle fotografie di Mimì Notarangelo. Si alterneranno poi proiezioni di video e immagini della Lucania contadina ad interventi di Raffaele Nigro, scrittore, Patrizia Minardi, direttore Ufficio Sistemi Culturali e turistici Regione Basilicata, Antonio Felice Uricchio, Magnifico Rettore dell’Università di Bari, Ferdinando Mirizzi, docente di demoetnoantropologia presso l’Università di Basilicata, Raffaello De Ruggeri, sindaco di Matera, Paolo Verri, direttore Fondazione Matera 2019, Francesco Dongiovanni, regista, Marco Cardetta, scrittore e produttore, Stefano De Dominicis, musicista, Peppe Notarangelo. Proiezione di immagini e video della Lucania contadina.
Ingresso libero
Mimì Notarangelo, è stato non solo uno scrittore dalla prosa feconda ed accattivante, ma anche e soprattutto uno storico delle tradizioni popolari, un antropologo, un fotografo d’arte eccezionale, uno scenografo, un uomo di cultura a tutto tondo e un competente meridionalista.
Originario di Sammichele (Bari) ha vissuto e lavorato dal 1950 a Matera ed in quella meravigliosa terra che è la Lucania, dopo aver svolto per vent’anni la funzione di dirigente politico e di giornalista nella fila del PCI, si è dedicato anima e corpo a ricercare, narrare e rivalutare le tradizioni popolari con la passione civile e l’attaccamento straordinario alla cultura della “paesanità”.
Impegno politico a parte Mimi Notarangelo va ricordato per l’attività giornalistica cominciata con l’Unità, fotografica, di ricerca culturale che lo ha portato a realizzare lavori importanti su editoria, cinema, tradizione, senza dimenticare il suo corposo archivio fotografico e documentale che racconta mezzo secolo di storia politica e sociale del Mezzogiorno.
Fu amico di Pier Paolo Pasolini, con il quale collaborò sul set del film Il “Vangelo Secondo Matteo’‘ tanto da trarne pubblicazioni e mostre, ma anche di Franco Rosi per il celeberrimo ” Cristo si è fermato a Eboli”.
Celebri i suoi reportage d’oltre cortina sulla Russia o di vicende come l’invasione sovietica in Cecoslovacchia come ”Cieli chiusi su Praga”.
Sempre disponibile e con la sua preziosa macchina fotografica a tracolla era caustico e polemico, quando non gli veniva riconosciuto l’impegno profuso per questa o quella iniziativa. E non guardava in faccia a nessuno, abituato com’era a esporsi e a pagare in prima persona, con un invito ai giornalisti a ”tenere la schiena dritta sopratutto – diceva- quando parlate con i fatti e difendete o parlate di quanti non possono difendersi”.
Mimì, scrittore lieve e gradevolissimo, ha dalla sua una serie di pubblicazioni importanti:
Il Maggio di Accettura (1975);
La stampa periodica lucana 1944-64 (1995);
Matera promozione (1997);
Giornali e giornalisti a Putignano (1999);
San Michele e Sammichele (1999);
I sentieri della pietà (2000);
Tutto in un ricordo (2003);
Giornali e giornalisti a Gioia del Colle (2004);
Il gioco dell’oca di Matera (2007);
Il Vangelo secondo Matera (2008);
Con Francesco Rosi nella Matera di Carlo Levi (2011);
Da Carlo Levi a Franco Rosi(2011);
La rivoluzione napoletana del 1799 (2011);
C’ero anch’io (2012);
E fu subito Lucania (2015);