Dal dramma dei profughi albanesi, alle storie d’emigrazione degli italiani nel secondo dopoguerra, si conclude a Matera la sezione di teatro civile della Stagione Teatrale 2016-17 organizzata dal consorzio Teatri Uniti di Basilicata. Un doppio appuntamento con il regista, sceneggiatore e interprete Mario Perrotta, che porta in scena gli spettacoli: “Lireta. A chi viene dal mare”, venerdì 3 marzo, ore 21, presso Casa Cava e “Italiani cìncali!”, sabato 4, sempre alle ore 21, presso Casa Cava.
Da sempre il consorzio TUB propone il teatro civile come risorsa culturale, al fine di promuovere una piena e consapevole cittadinanza democratica, come ci riesce il pluripremiato Mario Perrotta – l’altro grande interprete del teatro civile in Italia insieme ad Ascanio Celestini – e per favorire gli spettatori a non perdersi entrambi gli spettacoli, offre un unico biglietto al costo di 20 euro.
Impegnato da anni in un importante recupero delle memorie dei nostri migranti, Mario Perrotta riesce a riprodurre l’esattezza della testimonianza orale trasformando la cronaca degli eventi in affascinanti racconti teatrali e in storie letterarie che hanno un inconfondibile registro narrativo.
Il lungo viaggio di una donna “Lireta”, portato in scena da Paola Roscioli, racconta la storia vera di una ragazza albanese sfuggita ai maltrattamenti paterni, agli inganni e allo sfruttamento degli uomini e il suo viaggio verso l’Italia. La sua drammatica vicenda raccontata prima in un diario scritto in italiano nel 2012, finalista al Premio diaristico di Pieve di Sotto – oggi diventato un libro “Lireta non cede” pubblicato da Terre di mezzo – è il racconto della vita di una ragazzina e poi di una giovane donna diventata madre, in lotta per la sua vita contro un mondo maschile violento che tenta di fagocitarla e di distruggerla in ogni modo.
Con il progetto Cìncali, Perrotta è stato finalista al Premio Ubu come nuovo testo italiano e ha ricevuto la targa commemorativa della Camera dei deputati per “l’alto valore civile del testo e per la straordinaria interpretazione”. Lo spettacolo è un racconto corale animato da molte voci, autentiche e fantastiche, vere e verosimili, fra le quali si nasconde la sua personale traccia autobiografica.
“Italiani Cìncali cioè: zingari! Così credevano di essere chiamati gli italiani emigrati in Svizzera; pare, invece, che fosse una storpiatura di cinq, cinque nel linguaggio degli emigranti padani che giocavano a morra – racconta il regista- Quasi un anno di testimonianze, un anno di memorie rispolverate a fatica. Ho preso la macchina e ho girato senza un luogo preciso dove andare, eppure il Sud è tutto uguale, non hai bisogno di sapere dove qualcuno ha preso le valigie ed è partito: basta entrare in un bar della provincia e chiedere. La risposta è sempre la stessa: – qui tutti siamo emigrati…Si fanno pregare, un attimo soltanto, poi partono con la loro storia, infinita, che reclama ascolto. Anche il Sud è infinito: tra i paesi montani del nord-est produttivo ed è ancora Sud. Per i Belgi, gli Svizzeri, i Tedeschi che chiedevano braccia dopo la seconda Guerra mondiale, Sud era la Puglia, la Sicilia, la Calabria e Sud era il Veneto, il Friuli. Siamo emigrati tutti qui …”.
La Stagione Teatrale proposta dal consorzio Teatri Uniti di Basilicata, con il sostegno del Mibact, della Regione Basilicata e dei Comuni che la ospitano, aderisce all’iniziativa dedicata a promuovere la cultura “18app”, a cura del Mibact e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per maggiori informazioni e prevendita www.teatriunitidibasilicata.com.
Mar 02