E’ stato annullato il sequestro di cestini e fascette operato nei confronti di un’azienda operante nel Metapontino, a stabilirlo è stata la massima autorità competente in composizione collegiale, il Tribunale penale del Riesame, che per la seconda volta nel giro di pochi mesi – per una una vicenda analoga – ha accolto le ragioni dell’avvocato penalista, Filippo Vinci, che ha istruito il ricorso. Proprio come accadde nella vicenda precedente, risalente ad aprile 2016.
Una settimana fa, la Guardia di Finanza ha diffuso una nota stampa in cui ha esposto l’operazione condotta che in sintesi ha portato al sequestro di 105.120 cestini, con marchio ritenuto inizialmente “contraffatto”, e 1261 fascette.
Dopo il provvedimento, il deposito del ricorso, quindi la pronuncia odierna che dispone l’annullamento del sequestro e quindi ne toglie l’efficacia all’origine facendo presupporre la condotta lecita posta in essere dall’azienda sin dall’inizio. E a sancirlo è il collegio presieduto dal dottor, Giuseppe Debenedictis, e dai consiglieri a latere, il dottor Valerio Sasso e il dottor Danilo Staffieri.
Sentito telefonicamente l’avvocato Filippo Vinci ha preferito non commentare la vicenda: “L’ordinanza dice tutto, il provvedimento è stato annullato”.
Ad avere facoltà di impugnazione rispetto al provvedimento è il solo pubblico ministero.