Riceviamo e pubblichiamo la nota di Rocco Rosa, redattore di Talenti Lucani, sul rischio di perdere i finanziamento per le aree Sin di Tito e Valbasento.
Non è vero che il piano di caratterizzazione delle aree inquinate è fermo e non è vero che si rischia di restituire i soldi all’Europa. Primo perché gli interventi stanno andando avanti, sia pure faticosamente, secondo perché si tratta di fondi di coesione e di cui all’accordo quadro e riguarda solo le Istituzioni italiane, nazionali. Così come non c’è alcun commissariamento, se non la previsione per legge di un possibile intervento dello Stato in situazioni di oggettiva inerzia, che finora non è stato attivato. Qui le cose stanno procedendo e se non sorgono altri ostacoli sul cammino travagliato di alcuni enti, vedi l’Asi di potenza, tutti i 46 milioni e passa saranno regolarmente spesi. Nel giugno del 2014, al fine di recuperare il ritardo verificatosi e rendere più celere la definizione dei 10 procedimenti, si è proceduto alla nomina di un responsabile del procedimento per ciascun intervento previsto nell’APQ in sostituzione del precedente RUP, unico per tutti gli interventi. In risposta all’interrogazione che alcuni mesi fa il consigliere regionale Leggieri aveva prodotto sulla quesitone, gli uffici hanno messo penna su carta lo stato delle cose, i crono programmi, gli appalti fatti e quelli in itinere, pur riconoscendo che si, ci sono stati rallentamenti perché l’attività tecnico-amministrativa posta in essere per consentire la bonifica dei siti si è rivelata più complessa di quanto potesse preliminarmente prevedersi. Ciò soprattutto in relazione al fatto che le progettazioni preliminari, completate al momento della sottoscrizione dell’APQ, hanno avuto tutte la necessità di essere supportate da una successiva fase di indagine (campionamenti ed analisi sulle matrici ambientali) propedeutiche alla redazione dei successivi livelli di progettazione , tese ad aggiornare il set analitico esistente. Questo per il semplice fatto che le indagini effettuate sulle matrici suolo e acqua delle aree ricomprese nel SIN risalivano agli anni 2009-2010 .
Di conseguenza, sebbene nell’APQ fosse già stabilito il ricorso alla sottoscrizione di apposite convenzioni con gli altri soggetti coinvolti nei procedimenti di approvazione ed esecuzione degli interventi (Province, Comuni, Consorzi Industriali, ISS, ISPRA, ARPAB), si è reso necessario aggiornare le condizioni per integrare le attività in carico agli Enti, prevedendo anche attività sul campo che hanno rallentato la fase di definizione delle proposte progettuali. Si è quindi proceduto a rinnovare o integrare le convenzioni già sottoscritte sia con ARPAB (vedasi DD 19AA.2014/ D.517 del 29/ 10/2014 per il CBMT 02) sia con ISPRA (vedasi DGR n. D.G.R. 240 del 25 febbraio 2014), che con i Consorzi Industriali di Matera e Potenza. I nuovi pericoli vengono dalla situazione debitoria dell’Asi di Potenza che è chiamata a pagare il conto di decenni di gestiione politica in cui l’acqua veniva comprata dall’Asi a 14 centesimi e venduta alle industria ad 1 centesimo e 80. Così’ come per la luce e per gli altri servizi, in una gestione assistenziale delle imprese che aveva fatto di queste diseconomie una forma di incentivazione industriale. Oggi bisogna riparare a tutto questo e chiudere definitivamente cool passato.