La legge 181/89 per il rilancio delle aree colpite da crisi industriale e di settore con il finanziamento di iniziative imprenditoriali finalizzate a rivitalizzare il sistema economico locale e creare nuova occupazione, attraverso progetti di ampliamento, ristrutturazione e delocalizzazione, è forse l’ultima possibilità per la Valbasento dove il processo di reindustrializzazione da troppo tempo non registra novità significative. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio ricordando che tra i 44 Comuni individuati con dgr della Regione n.1238 del 7 novembre 2016 ricadenti in aree di crisi semplice, vale a dire che presentano impatto significativo sullo sviluppo e l’occupazione, ci sono tutti quelli della Valbasento. Gli interventi previsti dalla normativa riguardano nello specifico: programmi di investimento (creazione di impresa, creazione di nuova unità da parte di impresa esistente, ampliamento/diversificazione di unità esistente, continuità aziendale tramite trasferimento di impresa);programmi di investimento per la tutela ambientale;progetti di innovazione di PMI;progetti di innovazione dei processi e della organizzazione;progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Gli incentivi – sottolinea ancora Castelluccio – sono stati riavviati con la pubblicazione del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che contiene importanti novità: sono finanziabili, oltre a progetti d’investimento industriale, anche i programmi di investimento per la tutela ambientale, il turismo e i progetti di innovazione organizzativa; la partecipazione al capitale sociale da parte di Invitalia non è più obbligatoria; è stata ridotta ad 1,5 milioni di euro la soglia minima dei progetti d’investimento da agevolare. Ciò rende più facile l’accesso ai contributi da parte delle PMI. L’incentivo è rivolto alle imprese costituite in società di capitali, comprese le società cooperative e le società consortili.
Per il vice presidente del Consiglio Regionale ci sono pertanto tutte le condizioni ed opportunità per rilanciare la vocazione industriale e produttiva della Valbasento e per completare il sistema infrastrutturale riferito alla piattaforma logistica di Pisticci, al progetto di Centro intermodale di Ferrandina (contenuti nel Masterplan-Patto per la Basilicata), due infrastrutture strategiche non solo per il Metapontino in stretto collegamento con la nuova attività che attende il porto di Taranto che garantisca l’evoluzione verso un porto di terza generazione e lo sviluppo del traffico commerciale.
Il disegno strategico, da tempo definito in progetti, è quello di creare, intorno al porto di Taranto valorizzando l’ara del Materano, un sistema logistico integrato basato su una rete di strutture logistiche specializzate, tra le quali la piattaforma di Ferrandina, che riesca a supportare i flussi di traffico che, nel breve, saranno generati grazie alle diverse forme di collaborazione avviate dall’AP mediante accordi e protocolli d’intesa siglati negli ultimi anni.Un piano – precisa il Vice presidente del Consiglio – di potenziamento innanzitutto dell’esistente e che riesca a liberare la struttura aeroportuale Enrico Mattei di Pisticci dalla ‘morsa burocratica’ e dall’estenuante lentezza di azioni che ne impediscono l’operatività. E in proposito i voli sperimentali annunciati dall’assessore Braia in occasione di Mcfruit da Rimini a Pisticci non possono assolvere nessuno dalle evidenti responsabilità dei ritardi accumulati.
Da questi fattori – conclude – dipende il destino della cosiddetta rivoluzione industriale 4.0, densa per la Basilicata e il Mezzogiorno di opportunità e possibilità concrete per affrontare le sfide competitive del mercato globale.