“Come ogni anno l’otto marzo, al di fuori delle mimose e delle feste, rappresenta un momento di analisi della situazione socio-economico al femminile. L’attuale situazione economica italiana, rappresenta un’ evidente crisi sistematica, un malessere generale le cui prime vittime sono le donne dove anche in Basilicata dall’inizio dell’anno in tante sono rimaste vittime della violenza selvaggia dell’uomo. Ancora oggi le stragi di violenza maschile sulla donna vengono codificate dalla cronaca con le parole ‘omicidio passionale’, ‘d’amore’, ‘raptus’, ‘momento di gelosia’, quasi a testimoniare il bisogno di dare una giustificazione a qualcosa che è in realtà mostruoso. Tanto si può fare per contrastare questo terribile e crescente fenomeno radicato nella nostra cultura”.
Lo sostiene la responsabile welfare e pari opportunità dell’Ugl Matera, dott.ssa Francesca Biancofiore per la quale, “nella nostra regione il tasso di disoccupazione femminile, già più alto rispetto a quello maschile, e’ destinato a crescere ed in maniera direttamente proporzionale calerà anche il tasso di natalità, già a livelli tali da non garantire il ricambio generazionale. Le donne – continua l´esponente Ugl – fanno quotidianamente i conti con i dati Istat: per ogni figlio che nasce, la famiglia riduce il proprio tenore di vita di circa il 30% e questo ha effetti immediati sulla vita lavorativa della donna: non avendo a proprio favore adeguate politiche di genere, ne’ un welfare che consideri le necessità al femminile, e’ costretta ad abbandonare il mercato del lavoro per dedicarsi unicamente alla famiglia che cresce. Partendo dall’eredità culturale della donna, in particolare, del ruolo e del valore che nei secoli ha avuto all’interno della società, necessiterebbe della prevenzione e della lotta contro ogni forma di violenza, fisica e psichica, perpetrata a danno della donna da partner o ex partner dell’evoluzione culturale e normativa italiana e comunitaria. Per l´Ugl le donne rappresentano l’anello debole della catena, i loro posti di lavoro sono i posti maggiormente a rischio e sarà difficile parlare, nella sistematicità della crisi, di conciliazione famiglia e lavoro, quasi impossibile sarà pensare di restare a casa, uscire dal mondo del lavoro e poi rientrarvi in presenza di un sistema di Welfare che anziché partire dalle esigenze della famiglia, si basa solo ed esclusivamente sulla famiglia ed in particolare sulla donna. La mimosa è il simbolo della giornata della donna, giornata nata per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Purtroppo – conclude la sindacalista, Biancofiore – l’8 marzo si è trasformato nella pura celebrazione della ‘Festa della Donna’, snaturando il significato stesso della giornata e riducendosi ad una giornata di trasgressione dimenticando che la data dell’8 marzo è storicamente legata al tragico epilogo di uno sciopero all’interno di una fabbrica, sciopero indetto per manifestare contro le condizioni vergognose in cui le operaie si trovavano costrette quotidianamente a lavorare e nel corso del quale 129 operaie rimasero uccise a causa di un incendio divampato nella fabbrica stessa”.