Il turismo è “rosa”: le donne rappresentano 2/3 della forza lavoro mondiale del turismo e ricoprono ormai un ruolo di leadership nel mondo dell’hospitality. Non a caso il migliore complimento che un albergatore possa ricevere dall’ospite è: “questo albergo è femmina”.L’ospitalità è femminile, quindi il ruolo delle donne nel turismo è particolarmente importante. E il turismo è anche uno dei settori dove più significativa è l’incidenza di imprese create e gestite da donne. Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di Infocamere-Confcommercio, nel 2015, in Italia erano presenti circa 440 mila imprese che svolgevano attività turistiche, pari al 7,3% delle imprese totali. Di queste quasi il 29,5%, pari a 130 mila, sono gestite da donne, contro un tasso medio di femminilizzazione in Italia del 21,6%. Considerando, invece, l’insieme delle imprese femminili presenti nel sistema economico italiano, quelle incentrate su attività ricettive, ristorative e di intermediazione turistica rappresentano complessivamente circa il 10% delle imprese totali, contro il 22% di quelle impegnate nel commercio al dettaglio, il 16,5% in coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali e l’8,5% in altri servizi alla persona.Sono queste le motivazioni per il Centro Studi Turistici Thalia della segnalazione, in occasione dell’8 marzo, di un’impresa di Brienza simbolo dell’ospitalità al femminile che ha scommesso sul suo territorio, accettando tutte le sfide e le difficoltà che ogni giorno incontraperché crede nel suo lavoro e ama la sua terra. E’ il B&B “La voce del fiume”, dimora storica di charme ai piedi del castello Caracciolo, dove l’accoglienza ha un calore e un’emozione particolari, e la location un romanticismo unico. Riconfermato nella Guida Michelin 2017 e da quest’anno anche nella Guida di Lonely Planet, incastonato tra pietra e lusso, scavato quasi nella roccia di un castello, che ha fatto dell’eccellenza il suo punto di forza.L’”ostessa” Rocchina Adobbato, più che la titolare è l’ animatrice di ogni attività e attenta ai dettagli dell’accoglienza. E’ un esempio virtuoso di come diventare imprenditrice nel turismo rappresenta un’opportunità ma anche una sfida per le donne che decidono di lanciarsi in questa avventura. Tre sono i mondi che si confrontano: quello del turismo, quello dell’imprenditorialità e quello del femminile.
Il turismo come prodotto fortemente esperienziale – sottolinea Arturo Giglio, segretario del Cs Thalia – richiede a chi ci lavora di sviluppare alcune competenze specifiche e di essere consapevoli di alcuni aspetti cruciali. In particolare, la capacità di accogliere e soddisfare le esigenze del cliente; la flessibilità, intesa sia in termini temporali, ossia di tempo dedicato all’attività, che cognitivi, cioè la capacità di adattamento alle situazioni; l’autonomia decisionale e gestionale; la creatività; la consapevolezza dell’importanza di essere connessi in modo costante, sia in senso fisico che virtuale; l’abilità di fare rete con i fornitori e gli altri attori della filiera turistica; la multifunzionalità, ossia la capacità di giocare più ruoli.
Guardandoal mondo imprenditoriale, essere un imprenditore significa avere una chiara visione strategica del business, essere abili nel “leggere” il mercato e cogliere i punti di forza e di debolezza della propria offerta e della propria organizzazione, ma anche avere una buona dose di creatività per apportare soluzioni innovative e la capacità di decidere rapidamente e di portare avanti le proprie decisioni con energia e convinzione. Con riferimento al mondo del femminile, qui sono le caratteristiche specifiche dell’”altra metà del cielo” ad essere prese in considerazione, non solo quelle effettive ma anche quelle frutto di stereotipi sociali, per evidenziare quali di queste rappresentano una reale opportunità per un’efficace leadership al femminile. Tra quelle maggiormente riconosciute alle donne rispetto agli uomini vi è la cosiddetta “intelligenza emotiva”, concetto ampiamente discusso in psicologia, che fa riferimento a un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie e le altrui emozioni.
E’ tutto questo il sistema di accoglienza territoriale sperimentato da Adobbato a Brienza ecaratterizzato da “un’apertura naturale” nei confronti di chi viaggia, il cui slogan ripetuto come un mantra è «Chi viaggia senza incontrare l’altro, non viaggia, si sposta».Coinvolgere le attività e le aziende locali diffuse nel nostro territorio per noi- spiega l’”ostessa” – è cultura perché crediamo che un vero viaggiatore trovi interessante poter conoscere passato, presente e futuro della meta che visita per tornare a casa arricchito di emozioni-sensazioni.
Mar 07