La Giunta regionale ha approvato due delibere con le quali si prende atto del parere sfavorevole espresso dalla Conferenze della autonomie in relazione alla richiesta di proroga della vigenza del titolo minerario “Candela” in provincia di Potenza e di Foggia, e “Serra Pizzuta” in provincia di Matera, ambedue in capo alla società Eni spa.
La concessione “Candela”, conferita con decreto ministeriale nel 1972, si sviluppa su una superficie di 331,9 chilometri quadrati ed interessa le province di Foggia (330,24 chilometri quadrati) e Potenza (1,66 chilometri quadrati). La produzione del giacimento venne avviata nel 1965 con il pozzo Candela1. Nell’ambito della concessione sono stati perforati 120 pozzi, di cui 27 attualmente in produzione e 54 produttivi, ma non eroganti. L’Eni aveva chiesto la proroga di vigenza per garantire l’ottimizzazione della produzione, per la messa in esercizio del nuovo metanodotto (Dn18) realizzato nell’ambito del progetto “Gas povero”, in attesa di autorizzazione Unmig, razionalizzazione dell condotte, studio del giacimento, attività di chiusura mineraria con ripristino delle relative aree. Nella seduta del 14 novembre 2016 la Conferenze delle autonomie, integrata dal sindaco di Melfi, ha espresso parere sfavorevole alla istanza di proroga.
La concessione mineraria denominata “serra pizzuta” ricadente in provincia di Matera (Craco, Pisticci, Ferrandina) ha un’estensione di 62,55 chilometri quadrati, ed interessa il giacimento denominato Pisticci comprendente il reservoir “Pisticci gas”, in produzione dal 1962 e che dal 1980 ha prodotto 2.900.000 di migliaia di Sm3, e il reservoir Pisticci Olio, in produzione dal 1961 che dal 1980 ha prodotto 2.185.670 tonnellate di greggio.