Il progetto Cardium, presentato dal Comitato Promotore Unesco Matera insieme ai volontari dell’ associazione nazionale Polizia di Stato, per l’installazione di defibrillatori nei rioni Sassi di Matera è in sintonia con quelli presentati a Matera in occasione del IV Forum Sanità Futura dal tema “Innova Salute” con l’obiettivo di rafforzare e qualificare i servizi sanitari in vista del 2019. Lo evidenzia Giuseppe Demarzio, (Sanità Futura), ricordando che è stato il presidente della Quarta Commissione Luigi Bradascio al Forum a lanciare l’idea progettuale “Matera cardiosicura”: almeno 18 colonnine contenenti defibrillatori collocate in altrettante postazioni strategiche della città e collegate con sistema di allarme al servizio 118. Anche il 2016 con l’incremento di arrivi e presenze di turisti registrato dall’Apt – aggiunge – ha segnato risposte positive alla crescente domanda di servizi e prestazioni che proviene dai turisti e comunque da utenti extraregionali che si rivolgono alle strutture pubbliche e private di Matera e che si confermano di eccellenza. Per Demarzio la sanità privata accreditata di Matera intende fare la propria parte sempre che – continua – ci sia data la possibilità attraverso prestazioni e servizi di alta specializzazione da incrementare, come dimostra il fatto che eroghiamo prestazioni di diagnostica ad utenti di 17 regioni italiane diverse, e non solo per rispondere ad esigenze di emergenza. E per le prestazioni innovative il Centro Radiologico Madonna della Bruna di Materaentrato nelle rete degli ambulatori dei GVM Point – sottolinea ancora la nota di Sanità Futura – è un punto di riferimento in ambito diagnostico per i pazienti di Puglia e Basilicata. Dotato di sofisticate tecnologie diagnostiche in grado di approfondire tutte le patologie che possono interessare le diverse strutture anatomiche del corpo umano, comprese quelle del cuore, si caratterizza per alto livello di precisione, sicurezza ed efficienza organizzativa.
Il centro Radiologico si distingue inoltre per l’esecuzione della Risonanza magnetica al cuore, l’unica metodica che permetta a oggi di visualizzare la presenza di danni strutturali del cuore, sia pregressi che recenti: un infarto, una miocardite, un’infiammazione del pericardio, etc. ed è una tecnica di indagine impiegata solo da strutture specializzate nella Diagnostica cardiologica.Si tratta di un esame non invasivo che impiega campi magnetici e onde di radiofrequenza per produrre immagini multiplanari, ovvero su più piani assiali, del sistema cardiovascolare grazie all’utilizzo di un software dedicato.
La durata dell’esame è compresa tra i 40 e i 60 minuti, in base al quesito diagnostico e alla collaborazione del paziente. L’esame è generalmente eseguito con l’iniezione di un mezzo di contrasto – il gadolinio – ben tollerato rispetto al mezzo di contrasto iodato utilizzato in TAC, che espone a un maggior rischio di allergia.
L’esame non richiede una preparazione particolare. Solo chi è affetto da allergie deve consultare il medico per seguire una serie di indicazioni specifiche.
Come nella risonanza magnetica, anche per quella cardiaca, è richiesto inoltre un esame di laboratorio per valutare la funzionalità renale (dosaggio della creatinina) e quindi la capacità dell’organismo di smaltire il mezzo di contrasto impiegato ai fini di una più corretta esecuzione della indagine.