Sul caso-Fenice arriva una nota sottoscritta da Pio Abiusi per l’associazione materana Città Plurale
Le regole non si cambiano quando la partita è in corso
E’ un principio fondante delle relazioni civili: Fenice fa eccezione. Tutto a posto, per Regione e Provincia Fenice ha zero credibilità, ha inquinato per sette anni in silenzio. Solo quando Arpab, alla buon’ora denunciò l’accaduto, Fenice si recò al Comune di Melfi per la comunicazione. Nel 2010 Fenice, stante la latitanza della Regione ottiene una autorizzazione ad operare nelle more che venga rilasciata l’AIA è per soli 10 anni. Che fretta c’è a concedere l’Autorizzazione ad un impianto che inquina? Avuta l’autorizzazione dalla Provincia, Fenice trasforma la società di gestione da S.p.A. ad S.r.l. L’incredibile cifra di 10 mila euro è il capitale sociale vi è, poi, la cessione del ramo d’azienda: gli impianti non sono stati ammodernati ma solo ammortizzati. Se Fenice ferma perché inquina l’impianto è ferraglia. A Fenice Spa, la società italiana del gruppo Fenice acquistata da Fiat e facente capo ad Edf, l’aria italiana non tira bene e dopo aver chiuso il 2009 con 24 Meuro di perdite , chiude il 2010 con 116 Meuro di rosso. Per Fenice-Melfi c’è il rischio reale che qualcuno chiami a rifondere i danni prodotti dall’inquinamento ed addirittura – udite! udite!- alla bonifica ed allora si passa tutto alla Srl che risponderà con il suo misero capitale ed una fidejussione che sembra essere in Provincia, a Potenza. Fenice fa tutto e poi il 31 marzo ,in conferenza dei servizi che approva il Documento dell’analisi di rischio, si presenta con la giacca primaverile non è più S.p.A. ma S.r.l., nessun problema il 13 Aprile successivo si prende atto e si va avanti. L’occasione è favorevole per presentare richiesta di aumento del le tonnellate di rifiuti solidi urbani da trattare da 30 mila a 39 mila tonnellate l’anno. In regione se ne bruciano a stento 20 mila , gli altri arriveranno dalla Campania. Bisogna riconvertirsi perché i rifiuti industriali scarseggiano; con la crisi se ne producono pochi e poi la Fiat ha molti impianti fermi e le tecniche di lavorazione hanno determinato una forte riduzione della loro produzione- Fiat copre solo il 20% dei rifiuti industriali trattati. La richiesta passerà anche se l’impianto inquina. Il 10 Marzo del 2011, al tavolo tecnico, Arpab fa notare che non è possibile analizzare l’acqua in alcuni pozzi il 2-5-8 perché l’emungimento- l’acqua che si preleva per avviarla al depuratore consortile- è poca e per i pozzi 1 e 9 l’equilibrio si è rotto l’equilibrio e l’analisi non è affidabile; in Conferenza di servizi , quella del 31 marzo,la dose viene rincarata e la Regione ordina di interrompere l’emungimento. Il risultato è che al monitoraggio di Maggio 2011 i valori dell’inquinamento schizzano verso l’alto; compare l’arsenico in un pozzo e risulta inquinato anche uno della nuova barriera il 104.Si cambiano le regole del gioco; in silenzio ricomincia l’emungimento , al monitoraggio di Luglio i valori sono rientranti, ancora migliori saranno i risultati di Settembre. Steardo – Colombo, l’AD, è andato il 16 Settembre in Regione ed ha dettato le nuove regole: emungimento a go-go. I l piano di bonifica, con molta probabilità prevede di tenere Fenice attaccata alle macchine altrimenti muore; In concreto prelevare in continuo l’acqua di falda inquinata dalla lavorazione ed avviarla a depurazione. Verrà accettato dall’indigeno che vien dalla montagna: Mancusi. L’autorizzazione del 14 ottobre 2010 prevedeva la ulteriore proroga di sei mesi a riavviare l’impianto di inertizzazione, la proroga è scaduta ad Aprile scorso e nessuno ha contestato nulla. L’impianto fermo ha determinato il primo inquinamento poi gli sforacchiamenti si sono moltiplicati. Fu fermato ad ottobre del 2009 , convinti che si risolvesse tutto, da allora non è più ripartito e mai più ripartirà. L’autorizzazione alla sospensione e le proroghe non sono servite. Fenice fabbrica e sfabbrica; vi sarà, probabilmente una nuova presa d’atto da parte della Provincia e tutto andrà a posto. La paventata ipotesi di paragonare Fenice a ThyssenKrupp appare sempre più concreta; anche il Consigliere Romaniello che per i suoi trascorsi sindacali è ben informato parla di scarsa attenzione alla salute dei lavoratori non effettuando con diligenza e costanza, verifiche e manutenzioni ad impianti ed attrezzature. Qualcuno abbasserà i livelli delle verifiche e delle manutenzioni e tutto tornerà a posto. .
Pio Abiusi – Città Plurale Matera