“La tutela dell’acqua nella diga del Pertusillo, e di tutti gli invasi lucani, e la necessità che venga chiuso il Cova Eni di Viggiano per poi avviare una bonifica di tutte le aree lucane aggredite dagli impianti petroliferi, sono al centro delle attività del M5S della Basilicata. Siamo impegnati a tutti i livelli e in tutte le sedi istituzionali per raggiungere risultati concreti che possano dare tranquillità ai cittadini lucani, pugliesi e calabresi che utilizzano l’acqua del Pertusillo. Per questo abbiamo aperto un confronto con l’Arpab, l’agenzia della Regione Basilicata che dovrebbe garantire la protezione dell’ambiente e il controllo dell’acqua degli invasi lucani”.
Lo hanno detto l’eurodeputato Piernicola Pedicini e i consiglieri regionali Gianni Leggieri e Gianni Perrino del M5S, in una nota congiunta, a margine di una lettera aperta indirizzata all’Arpab da Pedicini, dopo che l’Agenzia per la protezione ambientale aveva dato la disponibilità ad effettuare campionature e analisi delle acque del Pertusillo insieme ad esperti dell’Università di Basilicata e a laboratori privati.
Di di seguito il testo integrale della lettera aperta inviata all’Arpab da Pedicini.
Piernicola Pedicini – Eurodeputato M5S
Gianni Leggieri – Consigliere regionale M5S Basilicata
Gianni Perrino – Consigliere regionale M5S Basilicata
LETTERA APERTA ALL’ARPA BASILICATA
Spettabile Arpa Basilicata (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata),
in riferimento alle Vostre note del 28 febbraio 2017 Protocollo 0002260 e del 10 marzo 2017 Protocollo 00028/6, con le quali veniva comunicata la disponibilità dell’Arpab di accettare la mia richiesta di effettuare campionature ed analisi delle acque dell’invaso del Pertusillo in modo congiunto e concordato, comunico che, dopo aver approfondito la questione con i nostri esperti di riferimento, riteniamo che le procedure più appropriate per poter realizzare campionature e analisi che possano essere proficue, trasparenti ed efficaci, dovrebbero essere le seguenti:
1- Il programma di campionatura (quando e dove campionare) deve essere deciso insieme; l’efficacia dei risultati non dipende solo dall’analisi chimica, ma anche dall’ubicazione del campione e dalla tempestività dei prelievi in relazione a possibili sversamenti di sostanze inquinanti.
2- Attualmente le analisi da fare insieme devono essere mirate soprattutto ai sedimenti dell’invaso, in quanto l’analisi delle acque ad oggi darebbe senz’altro risultati parziali e poco attendibili. Cercare ora idrocarburi nelle acque dell’invaso dopo che lo sversamento dal Cova (Centro Oli Eni di Viggiano) sembra si sia fermato, appare tardivo in quanto gli eventuali idrocarburi sversati potrebbero essersi mobilizzati, evaporando (quelli leggeri) o andando a fondo (quelli pesanti). Non ci sono inoltre sufficienti rassicurazioni che non ci siano stati nel frattempo interventi di carattere chimico nell’invaso.
3- Nel protocollo di misura, pertanto, si dovrà prevedere la possibilità di campionatura mirata e tempestiva nel caso ci fosse una nuova segnalazione di inquinamento delle acque. In quel caso, noi agiremo immediatamente con le nostre modalità e ci auguriamo che l’Arpab si associ per fare analisi congiunte e in contraddittorio con le nostre.
4- Va elaborato un piano per fare una caratterizzazione delle acque di tutto l’invaso, in modo approfondito e in maniera mirata al problema degli idrocarburi e a tutto ciò ad essi legato, come sostanze varie provenienti anche dalle acque di scarto petrolifero.
Proponiamo queste procedure perché ci risulta che l’Arpab, finora, abbia effettuato delle indagini standard e limitate, come da disposizioni del Piano di Tutela delle Acque, lungo il margine opposto a quello petrolizzato, e le analisi fatte, pare che siano state mirate solo alla ricerca di alghe.
Inoltre, per quel che riguarda gli idrocarburi, non vorremmo che le altre analisi fatte da Arpab fino a questo momento, abbiano cercato solo gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), che sono quelli cancerogeni, e non altri idrocarburi.
Distinti saluti.