Sabato 25 marzo 2017 alle ore 21 e alle ore 21 presso l’ipogeo Matera Sum in recinto XX Settembre, 7 è in programma il concerto jazz con Vito Soranno Quintet. Costo del biglietto 8 euro.
È un concerto di musica jazz a dare il via alla serie di eventi che permetteranno di
visitare gli ipogei di recente tornati alla luce a Matera, nei pressi di piazza Vittorio Veneto, ma al tempo stesso di poter assistere a spettacoli, concerti e momenti culturali di alto rilievo.
Ad aprire la rassegna organizzata da Materasum Ipogeo, sarà la esibizione del Vito Soranno Quintet con il concerto Jazz in Hypogeum in programma sabato 25 marzo. Ai sotterranei, i cui ambienti si estendono su una superficie di circa 1.200 mq e a una profondità che arriva fino a 12 m sotto il livello stradale, si accede da Recinto XX Settembre, dal civico 7.
Si tratta di un doppio appuntamento con una formazione strumentale di pregio, guidata da uno dei più noti artisti lucani conosciuti non soltanto in ambito nazionale. Il concerto, infatti, sarà eseguito in due orari diversi per consentire, al contempo, anche la visita del suggestivo luogo sotterraneo che, al fascino e allo stupore che suscita nel mostrarsi, abbina anche una acustica perfetta per un ascolto emozionante del repertorio variegato che sarà proposto.
Le esibizioni sono alle 21, con ingresso per la visita alle 20.30, e alle 23 (ingresso alle 22.30)
Il costo del biglietto è di 8 euro, comprensivo della visita agli ipogei e concerto.
Per prenotazioni e informazioni, 366.2859653 (Antonella Caruso).
Il Vito Soranno Quintet si compone di Vito Soranno (sassofono), Cosimo Maragno (chitarra), Camillo Salerno (contrabbasso), Gabriele Grano (voce e percussioni) e Lorenzo Nicoletti (batteria).
Note sul concerto
Con Vito Soranno, al sassofono, del Quintetto fanno parte inoltre Cosimo Maragno (chitarra), Camillo Salerno (contrabbasso), Gabriele Grano (voce e percussioni) e Lorenzo Nicoletti (batteria). Il repertorio che la formazione strumentale eseguirà composizioni di matrice jazzistica, mettendo in relazione spunti musicali con momenti di improvvisazione estemporanea con le suggestioni evocate dagli ambienti ipogei di
Matera Sum. Il quintetto materano immerso nelle atmosfere arcaiche dei sotterranei, interagirà in un gioco di sonorità in cui si percepisce una dimensione sensoriale che fa sentire ognuno solo con le proprie emozioni. Il repertorio di brani che saranno proposti verteranno su una sorta di antologia di standard classici e non solo della musica di derivazione afroamericana attraverso le musiche, tra gli altri di Gerry Mulligan, Vincent Youmans, Horace Silver, Hoagy Carmichael, Chick Corea.
Note sull’Ipogeo Matera Sum
Riscoperto recentemente, con una superficie di circa 1200 mq e una profondità che arriva fino a 12 m sotto il livello stradale, è situato nel cuore di Matera, dove luce e ombre si mescolano maestosamente, in un intreccio misterioso e affascinante, con significati, ora religiosi e ora profani. Si scende nel ventre della roccia, tanto amata dagli abitanti, perché rifugio dai pericoli, ma allo stesso tempo, custode di ricchezza e abbondanza. Il sito racconta di tempi lontani, in cui l’agricoltore sfruttava le cavità naturali senza compiere
sforzi alla ricerca di agi, ma anche di tempi più vicini, in cui le grandi famiglie nobili, attraverso le loro ricchezze e la beneficenza, si ingraziavano il popolo. È il 1654 quando l’aristocratico locale Marco Malvezzi, istituisce il Monte della Misericordia volto ad aiutare le ragazze da marito che non potevano comprare la dote. Riconoscenza e dazio si mescolano nell’animo del materano e i Malvezzi crescono. Ricchi proprietari terrieri, latifondisti, dalla visione imprenditoriale, si spingono oltre le mura della città, in cerca di spazi nuovi e prossimi alle vie di comunicazione, per far sì che le merci possano viaggiare veloci lungo la direttrice, che
da Matera porta ad Altamura, in direzione dell’Adriatico. Gli ambienti, così grandi, raccontano l’entità delle merci stipate, considerando anche la gestione che la famiglia Malvezzi ha del Monte Frumentario, istituito da monsignor Brancacci nel 1772, per fornire il grano della semina ai contadini, chiedendo loro in cambio un interesse in natura. Ipogeo non distante da altre strutture sotterranee in questa zona, i cosiddetti “Foggiali”, luogo di commercio e di vitalità in cui spiccava il fondaco di mezzo, un’area mercatale sita nella parte più occidentale del Sasso Barisano.