Forum Giovani Basilicata in una nota esprime alcune riflessioni a 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma che istituirono la Comunità Economica Europea e l’Euratom. Di seguito la nota integrale.
Si celebrano il 25 marzo i sessanta anni dalla firma dei Trattati di Roma che istituirono la Comunità Economica Europea e l’Euratom. Quello della integrazione europea, è stato un processo unico nel suo genere che ha portato pace, stabilità, crescita economica e democratica ad un sempre maggior numero di paesi in Europa. All’unione fra Stati è succeduta una unione monetaria. La creazione di una moneta unica, l’Euro, è stata accolta come una mossa prestigiosa che sarebbe stata in grado di creare un sistema europeo più robusto e capace di assicurare maggiore prosperità alla popolazione del vecchio continente. Noi giovani italiani, lucani ed europei abbiamo percepito il cambiamento. Siamo nati e cresciuti in un continente in cui la pace regna sovrana. Abbiamo la possibilità di spostarci da uno Stato all’altro dell’Unione Europea con una qualsiasi compagnia low cost, esibendo solamente il nostro documento d’identità che esprime un concetto molto chiaro: “Sono italiano, nato in Basilicata, sono un cittadino Europeo”. Siamo la generazione Erasmus, quella che in un anno accademico studia sia a Budapest che a Potenza. Ci spostiamo nella quotidianità con mezzi creati grazie ai contributi europei. Siamo nati e cresciuti nel cuore pulsante della civiltà, dove la pena di morte non esiste e i diritti umani sono un pilastro essenziale; dove essere omosessuali non rappresenta un reato, dove donna e uomo sono sullo stesso piano, dove è possibile professare qualsiasi religione senza essere perseguitati. Tutte queste conquiste, oggi, le viviamo con naturalezza. Sono parte integrante del nostro “essere”. Anni fa tutto questo non esisteva; forse esisteva nella testa di qualche illuminato come Altiero Spinelli o Jaques Delors ma nei fatti no, il Continente era diviso dai nazionalismi e dalle tensioni. Malgrado tutte queste conquiste, stiamo vivendo un momento storico di crescente disaffezione verso l’Europa. La crisi economica, i diktat di Bruxelles, il terrorismo che mercoledì ha colpito ancora ferendo Londra o l’immigrazione. Sono questi i temi bollenti che l’Unione Europea deve avere il coraggio di prendere di petto, di affrontare in maniera decisa parlando la lingua del popolo, non il burocratichese. La Brexit, Trump e la reviviscenza di istanze identitarie e nazionaliste, xenofobe e razziste, sembrano voler essere la risposta populista a questi problemi, non comprendendo che chiudersi vuol dire tornare indietro, vuol dire buttare quanto di buono è stato fatto, vuol dire mettere a repentaglio le libertà che oggi reputiamo scontate. Il Sud Italia però, riesce ad essere d’esempio per l’Europa intera, grazie alle politiche di accoglienza, al cuore grande di forze dell’ordine e volontari che salvano ogni giorno migliaia di migranti da quel cimitero naturale che è il Mar Mediterraneo. Anche la Basilicata svolge un ruolo da protagonista nelle politiche di accoglienza e si ritrova ad essere vetrina dell’arte e della cultura grazie a Matera, Capitale Europea della Cultura per il 2019. Una occasione che l’Europa ci ha offerto per aprirci al Mondo e che siamo stati bravi a cogliere. L’ulteriore sfida è quella di coinvolgere tutti i comuni lucani in questa partita così affascinante.
Mi sento di dire che oggi, in questo periodo di forte burrasca, la giusta rotta all’Europa la da il Mezzogiorno. Oggi il Sud d’Italia è il cuore dell’Europa e noi giovani meridionali dobbiamo esserne orgogliosi, dobbiamo ricordare ogni giorno che bello significa essere italiani, che bello significa essere europei.
Forum Giovani Basilicata