Gianni Rosa, consigliere regionale di Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale commenta le dichiarazioni di Confindustria Basilicata sulle estrazioni petrolifere: continua la mistificazione
Le parole di Confindustria Basilicata, nelle persone del suo Presidente e Vicepresidente, sui riflessi delle royalties petrolifere nell’economia lucana ci lasciano esterrefatti. Pensavamo che chi è alla guida di una grande confederazione di industriali avesse un’altra idea lavoro.
Dobbiamo amaramente constatare che anche loro, come la classe politica di centrosinistra, reputa l’assistenzialismo una fonte di reddito equiparabile al posto di lavoro. Se l’assistenza tecnica, la forestazione, i copes sono lavoro, allora non abbiamo bisogno di avere un’associazione di industriali. Il ‘lavoro’ lo danno i fondi pubblici.
Capiamo che essendo in procinto di andare alla fiera biennale del petrolio, non potevano esimersi dal ‘compiacere’ i padroni di casa. Capiamo anche che, con la fuoriuscita di FIAT da Confindustria e con l’evoluzione dei rapporti diretti tra imprese e dipendenti, il ruolo della confederazione si sia sgonfiato notevolmente, ma mistificare la realtà, come fanno Somma e Lorusso, non riporterà credibilità. Anzi.
Che l’industria estrattiva non sia il male assoluto, è indubbio. Che si estragga in sicurezza lo è altrettanto. Lo abbiamo sempre detto. Ma che in Basilicata, l’industria estrattiva si sia rivelata un danno più che un vantaggio, anche e soprattutto per l’atteggiamento indolente e disattento degli organi di controllo, è sotto gli occhi di tutti.
E per citare i ragazzi che proprio oggi manifestano le loro preoccupazioni per la salute e per il territorio lucano, anche ai vertici della Confindustria lucana diciamo: “nessun perdono per i vostri errori”. Fosse anche per delle parole che avallano i disastri combinati in Basilicata.
Gianni Leggieri, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: “I sostenitori delle trivelle tornano alla ribalta”.
E’ davvero singolare la posizione espressa in questi giorni da parte di Confindustria Basilicata sulla vicenda petroliera. Si lanciano accuse di miopia rispetto a chi vede una contraddizione nella convivenza tra trivelle e agricoltura e turismo, ma si omette ogni analisi sulla situazione reale in cui si trova la Basilicata oggi.
Sarebbe il caso di analizzare con attenzione questi vent’anni di estrazioni petrolifere cosa hanno portato alla nostra terra. Sarebbe il caso, se si vuole condurre un’analisi seria e non offuscata da interessi di categoria, capire quali benefici sono derivati alla nostra Regione dal 1998 ad oggi in termini di occupazione, di aumento della ricchezza pro capite, in termini di pubblicità e di attrattività.
Sono di qualche giorno fa i dati di SVIMEZ: 16 mila giovani (7 mila laureati) costretti a fuggire dalla Basilicata negli ultimi 10 anni. Dati incontestabili che non lasciano spazio ad interpretazioni e che dovrebbero far riflettere anche il più tifoso e sostenitore delle politiche petrolifere in Basilicata.
Ma naturalmente è meglio non parlare di questi argomenti, è meglio tacere sull’emigrazione soprattutto giovanile, sul mancato sviluppo economico, sulla situazione occupazionale disastrosa che ha portato ad un lento ed inesorabile spopolamento della nostra regione.
Quali sono i reali benefici per la popolazione lucana che il petrolio ha portato ?
Quanti sono i cittadini lucani occupati a tempo indeterminato nella filiera del petrolio ?
Se già di per sé queste argomentazioni non bastassero a capire quanto siano state dannose per il nostro territorio le trivelle, allora forse è il caso di iniziare a parlare anche seriamente della situazione ambientale e di quella sanitaria.
Forse, per condurre un’analisi a 360 gradi del fenomeno, evitando di apparire troppo di parte, sarebbe opportuno iniziare a parlare dei cosiddetti danni collaterali.
Quanto paghiamo in termini di disastri ambientali?
Quanto la Regione Basilicata è costretta a spendere per curare malattie che sono sempre più presenti nel nostro territorio e che si giustificano solo in presenza di un elevato tasso di inquinamento ?
Sono domande che prima o poi dovremo porci per essere onesti intellettualmente e per essere onesti con i cittadini lucani. Non è un caso che una Regione così piccola come la Basilicata, una regione in cui si procede a smantellare ogni giorno un reparto in uno dei tanti ospedali, non possa fare a meno della presenza del Crob di Rionero. E’ solamente un caso ? Oppure la questione sanitaria deve essere messa in conto quando si parla di petrolio ?
E’ proprio vero, occorre sgombrare il campo da analisi preconcette o strumentali e iniziare a guardare la realtà con onestà intellettuale.
Continuare a far finta di non vedere i problemi connessi alle estrazioni petrolifere, riportare numeri che sono facilmente contestabili perché riferiti al momento (basta considerare i dati sul turismo fortemente influenzati dalla prospettiva di Matera 2019) non aiuta certo la nostra Regione, ma fa solamente il gioco di chi in questi anni ha compiuto una vera e propria colonizzazione della nostra terra, piegando le regole a proprio piacimento e facendo il bello ed il cattivo tempo.