Dopo i dinieghi alla richiesta di proroga di tre concessioni minerarie per la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, rispettivamente denominate “Candela”, “Serra Pizzuta” e “Tempa Rossa”, tutte nella titolarità di Eni spa, arrivano altri due pareri contrari sulla compatibilità ambientale relativamente ai permessi di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominati “La Cerasa” e “Pignola”, ambedue richiesti da Shell Italia.
La Giunta regionale, infatti, con due apposite delibere ha espresso parere contrario al rilascio del giudizio favorevole di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare relativamente ai due permessi di ricerca.
Le due decisioni sono state assunte in considerazione soprattutto di due motivazioni: i due territori interessati, per le loro indubbie peculiarità naturalistico-ambientali rappresentate da un ambiente essenzialmente montano, scarsamente antropizzato ed interessato da estese superfici boscate, risultano oggettivamente non compatibili con le attività di ricerca di idrocarburi che, nonostante le opportune opere di mitigazione ed attenuazione, comporterebbero comunque una irreversibile modificazione dello stato ex ante; i due permessi di ricerca risultano “non conformi agli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti, con particolare riferimento al sistema delle aree naturali protette, ed i principali effetti derivanti dalla realizzazione dell’opera non compatibili con le esigenze socio-economiche e di salvaguardia per l’ambiente del contesto territoriale di riferimento”.
Inoltre, gli interventi contrastano con le attività della Regione Basilicata che “ha assunto quale obiettivo prioritario la tutela ambientale mediante la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile e dei sistemi agro-alimentari e di sviluppo locale, attraverso l’approvazione di specifici strumenti di programmazione con l’impegno di ingenti risorse economiche e finanziarie”.