Il Componente R.S.U. della Asm, Michele Picerno, il Vice Segretario Provinciale Monica Sasso e il Segretario Provinciale Antonio Fedele in rappresentanza della Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali hanno inviato una nota in cui denunciano che “I lavoratori del 118 sono stati ceduti con altri beni mobili ed immobili”. Di seguito la nota integrale.
Il riordino del Servizio Sanitario Regionale di Basilicata, varato con L.R. n. 2/2017, prevede, fra l’altro, la cessione di 170 contratti di lavoro subordinato dall’Azienda Sanitaria Locale di Matera a quella di Potenza.
Lo schema del transito del personale, nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, dalle dipendenze di un’amministrazione pubblica alle dipendenze di un’altra, rientra pienamente nello schema della cessione contrattuale.
Le parti che concorrono al necessario incontro di volontà nel meccanismo della cessione contrattuale sono tre e, in particolare, sono individuabili nel cedente (l’ASM di Matera), nel cessionario (l’ASP di Potenza) e il contraente ceduto (il dipendente il cui rapporto di lavoro viene ceduto ad altro datore di lavoro pubblico).
Lo schema negoziale che ne consegue, pertanto, risulta inderogabilmente trilaterale e, quindi, occorre che l’intento della cessione di contratto deve conseguire ad un incontro della volontà di tutte e tre le parti coinvolte nel contesto dell’operazione di successione alla titolarità del rapporto.
Quindi, in caso di cessione del suo contratto di lavoro subordinato, il lavoratore svolge un ruolo attivo e deve poter esprimere un’eventuale opposizione con la quale, non aderendo alla liberazione del vecchio datore di lavoro, gli consenta di conservare i diritti nei confronti del debitore cedente.
Non è raro assistere a richieste di lavoratori ceduti, senza il loro consenso, che desiderano avere una garanzia di ritorno ad una situazione che assicuri maggiori certezze dello sviluppo del rapporto di lavoro.
Perciò, prima della cessione dei contratti di lavoro subordinato occorreva, fra l’altro, assicurare ai lavoratori la possibilità di poter transitare, per mobilità, dalle attuali strutture del 118 a quelle ospedaliere e territoriali dell’ASM di Matera.
Proprio per disciplinare in maniera dettagliata tutti i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che possono subire dei peggioramenti anche per perdita di chance, i sottoscritti chiedevano all’ASM di Matera l’attivazione del tavolo negoziale di contrattazione decentrata poiché lo stabile processo di riorganizzazione, previsto dalla programmazione sanitaria regionale, comporta effetti sulla rideterminazione delle risorse, in conseguenza della riduzione di organico, e sull’andamento dei processi occupazionali.
Ma, evidentemente, sia la classe politica che quella burocratica regionale non vogliono perdere tempo rispetto alla riorganizzazione sanitaria varata e, quindi, unitamente ad autoambulanze, armadi, scrivanie e soprammobili vari anche i lavoratori saranno ceduti dall’ASM di Matera all’ASP di Potenza.
In tal modo si conclude la diabolica parabola del mancato confronto negoziale sulla cessione dei contratti di lavoro subordinato del personale del 118.
La trattativa/farsa iniziava nei mesi estivi dell’anno 2016 quando le organizzazioni sindacali venivano convocate in improduttivi incontri di livello regionale, durante i quali si constatava solo l’arrendevolezza della politica del governo regionale di Basilicata che aveva deciso di abdicare il suo ruolo di rappresentanza democratica, frutto del mandato elettorale, agli stagionati e pluririciclati burocrati della sanità pubblica, espressione delle baronie familiste politiche.
Nella vicenda in questione il ruolo delle organizzazioni sindacali, delle lavoratrici e dei lavoratori è stato degradato in muto servilismo con il quale la classe politica/burocratica della regione Basilicata tenta di ridurre gli individui in perenne sottomissione intellettuale e sociale.
I sottoscritti, invece, intendono affermare i principi costituzionali della libera partecipazione democratica di tutti i lavoratori alle scelte sociali ed economiche del paese.
Perciò, il linguaggio della democrazia deve essere quello della corresponsabilità, alfabeto del noi, non monologo e parola dell’io.
Alla politica del potere di pochi occorre contrapporre con urgenza quella della cittadinanza per tutti altrimenti non si porrà nessun freno al trend negativo dell’emigrazione sanitaria dei cittadini della Basilicata.
Per questo rivolgiamo un appello alle forze politiche che si affacciano nel panorama nazionale e regionale in difesa del mondo del lavoro e dei lavoratori affinchè alle baronie familiste dei lacchè di regime si sostituiscano uomini e donne responsabili.
Dette persone devono urgentemente orientare la loro azione all’abbattimento dei principi di sfrenato liberismo responsabili dello sgretolamento della sanità pubblica della nostra regione che costringe tanti cittadini lucani ad emigrare per curarsi o, addirittura, a rinunciare alle cure.
Passaggio personale del 118 all’Asp, precisazioni dell’Azienda Sanitaria Matera
In relazione al comunicato stampa diffuso oggi da alcuni soggetti sindacali e riguardante il passaggio all’Asp del personale ASM assegnato al 118, gli uffici che hanno gestito il procedimento precisano quanto segue:
1) la cessione all’Asp dei contratti di lavoro del personale a tempo determinato ed indeterminato della ASM assegnato il 118 è avvenuto in virtù di una legge della regione Basilicata (la n. 2 del 2017) che, dovrebbe essere noto ma forse non è così, ha la competenza esclusiva in materia di indirizzi ed organizzazione del sistema sanitario regionale;
2) del resto, la identica procedura il legislatore nazionale ha già attuato per il passaggio del corpo forestale nell’Arma dei carabinieri o per la ricollocazione del personale in esubero delle province negli altri enti locali
3) senza alcuna pretesa pedagogica, basta leggersi l’articolo 31 del testo unico del pubblico impiego, ma non si pretende tanto. La norma dice in modo netto che in caso di trasferimento o conferimento di attività svolte da pubbliche amministrazioni, ai lavoratori interessati si applicano le tutele previste dal codice civile, ovvero il mantenimento dei diritti rivenienti dal contratto di lavoro, oltre ai trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi di lavoro. Fatalmente, l’articolo 31 del testo unico prevede esclusivamente la consultazione (avvenuta, come si legge nella nota sindacale, già nel 2016) e la informazione (ampiamente fornita dalla asm alle organizzazioni sindacali). Non è previsto (come potrebbe essere diversamente? ) un accordo con i sindacati né addirittura il consenso del lavoratore
4) le norme non prevedono alcun ménage à trois, né subordinano le riorganizzazioni e i trasferimenti di attività della pubblica amministrazione al parere, al desiderio, alle aspirazioni o alla volontà di mettere le mani in pasta. Ciò che la legge richiede è che al lavoratore trasferito sia conservato il trattamento economico fondamentale. Che, considerando la circostanza che si tratta di due aziende sanitarie pubbliche, non può nemmeno lontanamente essere messo in discussione.
Gli schemi contrattuali paventati nella nota sindacale riguardano altre, diverse, fattispecie. Non la cessione dei contratti di lavoro.