Il disastro in corso in Val d’Agri, dopo che ormai tutti sappiamo che i serbatoi del Cova-Eni non sono sicuri ed è probabile che da essi continui a fuoriuscire petrolio nelle falde acquifere, non va sottovalutato e richiede azioni forti e immediate prima che i danni diventino irreversibili.
Per queste ragioni, il M5S ritiene che siano necessarie quattro scelte e interventi drastici e netti: la chiusura immediata del Cova; la bonifica delle aree inquinate; le dimissioni del governatore Pittella e l’applicazione della nuova legge nazionale sugli ecoreati.
La chiusura immediata del Cova è urgente per dare tranquillità alle popolazioni della Val d’Agri, per difendere dal petrolio l’acqua dell’invaso del Pertusillo e per avviare un serio e totale piano di bonifica e riconversione di tutte le aree inquinate dalle devastazioni degli impianti petroliferi.
Le dimissioni del presidente della Regione Marcello Pittella sono indispensabili per poter dare autorevolezza all’azione istituzionale e politica, considerato che il governatore ha dimostrato più volte di non essere credibile e affidabile per poter gestire il rapporto con le multinazionali petrolifere e per affrontare l’emergenza in Val d’Agri. In particolare perché, pur sapendo che dal 2008 i serbatoi del Cova erano danneggiati e senza doppio fondo, non ha agito nei confronti dell’Eni (com’è noto si è saputo della situazione dei serbatoi solo grazie alla denuncia del M5S che ha fatto l’accesso agli atti dopo la diffida della Regione).
Va anche detto che la diffida della Regione, che impone all’Eni di utilizzare solo il serbatoio dotato di doppio fondo, e non gli altri tre che ne sono sprovvisti, è stata tardiva e parziale, perché i danni sono ormai enormi e l’Eni continua a imporre i suoi tempi e le sue attività industriali ignorando la portata dell’emergenza e continuando a fa funzionare il Cova come se niente fosse accaduto.
Infine, è auspicabile che, così come è già accaduto in altre realtà italiane, anche in Val d’Agri, qualora ci siano i presupposti, venga applicato pienamente quanto previsto dalla nuova legge nazionale 68/2015 sugli ecoreati, in materia di inquinamento ambientale, disastro ambientale, impedimento del controllo e omessa bonifica. In particolare, facendo riferimento al nuovo articolo 452-bis del codice penale che punisce chiunque abusivamente cagioni una compromissione o un deterioramento “significativi e misurabili” dello stato preesistente “delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo” o “di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.