L’ingegnere materano Pier Giorgio Corazza ha inviato alla nostra redazione una nota “storica” su piazza della Visitazione per ridestare l’attenzione su questo vuoto urbano, che potrebbe diventare il nuovo centro civico di Matera. Corazza sottopone all’attenzione dell’opinione pubblica il progetto disegnato da Carlo Aymonino nel 1993.
Di seguito il testo integrale.
“La strana storia di piazza della Visitazione: l’assenza di una idea di città”.
Piazza della visitazione è la scena di un fallimento della politica urbanistica a Matera in cui si sono sprecati 25 anni in inutili concorsi e fantasiose destinazioni dimenticando il ruolo assegnato a quel luogo dal Piano Regolatore.
La storia di questa piazza è emblematica dell’ assenza di una “idea di città”, di “come deve essere questa città” e di “cosa serve alla città”. Una idea di città che non sia nascosta nelle carte del Piano regolatore , ma diffusa e condivisa dai cittadini e gli amministratori. Questa idea c’era fino agli anni 70-80, ma poi è caduta nell’oblio.
Sembra che nessuno si ricordi che quella piazza era destinata dal 1956, dal Piano Piccinato, al Nuovo Centro della vita politica ed amministrativa della città contemporanea, ideato in quel laboratorio di architettura ed urbanistica” che fu Matera negli anni 50. (Dopo il centro civico cinquecentesco di piazza del sedile e quello otto novecentesco di piazza Vittorio Veneto).
Avevano un’idea di città gli amministratori che nel 1974 hanno scelto con due concorsi i progetti della sede comunale e del tribunale e li hanno realizzati, consapevoli di porre le basi del nuovo Centro Civico di Matera. Ma poi ce ne siamo dimenticati.
Ma andiamo per ordine.
L’identità di Matera non è solo nel centro storico, nei Sassi, nei paesaggi della Gravina. L’identità di Matera è anche nella Nuova Città. Quella parte della città dalla urbanistica esemplare, disegnata dal Piano Piccinato, nata negli anni 50 con le leggi di risanamento dei Sassi (provocate anche dalla risonanza del libro di Levi, che rivelava la condizione sconvolgente di una popolazione che viveva in grotte : una città nata da un caso letterario).
In quegli anni Matera fu un “ laboratorio di architettura e urbanistica” con l’apporto dei maggiori architetti del tempo (selezionati da un concorso del Ministero LL PP vinto da Aymonino, autore di Spine Bianche) che progettarono i quartieri e le borgate.
Da quel laboratorio nacque l’idea del nuovo Centro Civico a piazza Matteotti ,luogo rappresentativo e simbolico del rapporto democratico fra l’Istituzione ed i cittadini.
Ma 20 anni dopo questo è caduto nell’oblio. Il concorso del 93 “non sapeva quello che voleva”, ma lo domandava ai concorrenti. Aveva per tema una generica piazza lasciando campo libero alla fantasia ed all’invenzione, ignaro del Nuovo Centro Civico.(Cosa ci facciamo in questa piazza ? Dateci un’idea). Mancava in quel concorso una “idea di città” e la consapevolezza della funzione storicamente acquisita di quel luogo.
Ma accadde una cosa singolare. Mentre tutti, fra i 27 progetti presentati , hanno arricchito la piazza di molteplici oggetti ed attività (teatri, centri congressi, alberghi, torri, cc) stimolati dalla genericità del bando, uno solo fra tutti ha progettato il Nuovo Centro Civico di Matera , un luogo riconoscibile come sede di una importante Istituzione pubblica . Con un’architettura che dà un volto prestigioso alla Istituzione e la rappresenta con autorevolezza, senza enfasi monumentali e retoriche. E’ il progetto Aymonino- Panella, che ha vinto il concorso.
Aymonino era stato uno dei protagonisti di quel laboratorio degli anni 50 ed era consapevole del ruolo assegnato a quel luogo, laddove gli altri se ne erano dimenticati.
Il progetto disegna un organismo urbano originale in cui i vari pezzi : viabilità, parcheggi, ferrovia, attività terziarie, uffici comunali trovano razionale ed economica soluzione in una architettura unitaria ai piedi del Comune e del tribunale sulla quale si estende una piazza sopraelevata, l’Agorà come il centro politico della polis greca, con la sala consiliare.
E’ un progetto di grande qualità, pubblicato e recensito in Italia e all’estero, ma dimenticato a Matera.E’ in assoluto uno dei più importanti progetti che Matera abbia avuto ed è stato un danno per la città non averlo realizzato.
E’ stato anche un danno per Matera non aver realizzato la stazione delle autolinee extraurbane (di vitale importanza in una città che non ha la ferrovia) prevista nel progetto Aymonino-Panella nell’area poi (sciaguratamente !) occupata dai Vigili del Fuoco. La soluzione del progetto vincitore era stata recepita dal Piano Regolatore 99 che prevede la delocalizzazione dei VV FF per destinare l’intera area al Terminal bus.
L’assenza di una idea di città (e di cosa serve alla città) contrassegna anche il concorso del 2008 (anche questo di idee) riservato a 5 “archistars”, vinto da Llavador che disegna un edificio di elevata qualità architettonica con un auditorium per 1400 posti.
Dalla vicenda di piazza della visitazione , dopo 25 anni, credo che possiamo trarre alcune considerazioni:
Una Idea di città e cosa serve alla città dovrebbero essere sempre il fondamento delle scelte che appartengono alla politica urbanistica e non possono essere chieste ai concorrenti di un concorso di idee.
E’ strano che Matera non abbia la sala consiliare e il nuovo centro civico . Ma è ancora più strano che non se ne senta la necessità e che nella agenda dei nostri amministratori figurino ai primi posti il teatro e addirittura un altro parco. (Sentirono l’esigenza di un nuovo centro civico di Matera nel 1500 quando i cittadini a proprie spese realizzarono piazza del sedile).
Temo che la storia non abbia insegnato molto. Permane l’assenza di una idea di città e la cercano in un trentatreesimo progetto (dopo i 32 progetti dei due concorsi) . Un progetto che deve essere “di altissima qualità…. biglietto da visita della città… fiore all’occhiello ecc” .
Il progetto di altissima qualità lo abbiamo già . È il progetto Aymonino-Panella , che assume oggi grande attualità con il tramonto della vocazione alle grandi opere (da cui si fanno dipendere improbabili prospettive di sviluppo economico). Quel progetto ,inserito in un Preliminare di piano particolareggiato, giace negli uffici comunali dal 2000.
Si riprenda, con quel progetto, il tema dimenticato del Nuovo Centro Civico e della sala consiliare, di cui la città ha bisogno, integrato con il progetto della viabilità di Ciurnelli. Sarebbe una operazione di sicuro valore culturale, degno della Capitale europea della cultura.
Pier Giorgio Corazza