“La prevenzione della corruzione e la trasparenza in sanità” è il tema del seminario promosso dal Consiglio regionale della Basilicata in collaborazione con l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, che si è tenuto oggi a Potenza.
“Il Consiglio regionale – ha detto il dirigente generale Domenico Tripaldi introducendo i lavori – ha la funzione di stimolare studi e riflessioni sugli argomenti di maggiore attualità. In questo caso le nuove norme per la prevenzione della corruzione, che non impongono solo degli obblighi di carattere formale alle amministrazioni ma esigono delle azioni concrete e sostanziali. Con questo seminario – ha concluso – che segue ad altri vogliamo dare un contributo di questo tipo, una analisi formale e teorica della disciplina ma anche una conseguenza applicativa con dei casi concreti affinché possa essere di aiuto a chi tutti i giorni opera nelle pubbliche amministrazioni della Basilicata”.
Fabio Monteduro, professore della School of government dell’Università di Roma “Tor Vergata”, ha parlato delle novità in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza e della loro applicazione in ambito sanitario. “L’Autorità nazionale anticorruzione – ha detto – ha posto particolare attenzione al tema della sanità ed ha prodotto negli ultimi anni due piani nazionali nei quali ha indicato alcune linee guida molto importanti, in particolare sulla gestione delle liste di attesa oltre a tutta una serie di rapporti con le strutture private accreditate e una serie di ambiti come l’attività libero professionale dei medici. Su questi ambiti l’Autorità nazionale anticorruzione ha indagato ed ha prodotto delle linee guida che le aziende sanitarie sono obbligate a rispettare. Nostro compito quello di promuovere le linee guida per fare in modo che le aziende sanitarie si adeguino a queste indicazioni”.
Parlando di strategia di “prevenzione della corruzione in ambito sanitario, focus sulle aziende sanitarie lucane, evoluzione, stato dell’arte ed indicazioni quali-quantitative di miglioramento”, Ilenia Cecchetti, dell’Università di Roma “Tor Vergata” ha detto che “ci sono ancora delle aree di miglioramento che necessitano di essere ampliate in termini di analisi qualitativa del contesto esterno e di mappatura dei processi. E’ stata riscontrata una analisi di censimento limitata ad alcune aree specifiche del comparto. Serve più esaustività nel censimento di queste aree per evitare di tralasciare processi che possono essere eventualmente soggetti ad eventi rischiosi ed evitare che la strategia di prevenzione della corruzione sia implementata solo in parte. Bisogna insomma – ha concluso – raffinare la strategia di prevenzione nelle aziende sanitarie lucane”.
Al seminario ha partecipato anche Pietro Quinto, direttore generale dell’Azienda sanitaria del Materano, che ha evidenziato come la sua struttura abbia seguito in maniera pedissequa la normativa sull’anticorruzione e quella che esplicita i percorsi di trasparenza all’interno della pubblica amministrazione, seguendo le linee guida dell’Anac. “Abbiamo fatto – ha detto – un percorso di formazione tra dirigenti e personale perché ci fosse condivisione e consapevolezza degli obiettivi che la norma intende perseguire. Abbiamo predisposto il piano triennale per il contrasto ai fenomeni della corruzione, quello sulla trasparenza e abbiamo monitorato in maniera mensile tutte le attività previste nei piani triennali, come il controllo delle procedure ad evidenza pubblica per l’approvvigionamento dei beni e servizi e il rispetto dei patti di legalità di integrità. Stiamo lavorando – ha concluso- sul piano di rotazione del personale dirigenziale attraverso un percorso preventivo di formazione”.
A concludere i lavori del seminario il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Francesco Mollica, che ha sottolineato la importanza di questi incontri “per evitare che le norme anticorruzione rimangano solo sulla carta. In sanità ancora oggi – ha detto – nel 25 per cento dei casi si registrano elementi di corruzione e pertanto parlare di anticorruzione è utile affinché si percepisca che ci sono i riflettori accesi al fine di scoraggiare chi vuole agire senza tener conto delle norme vigenti. Fondamentale – ha aggiunto – è sicuramente una buona forma di programmazione e una attenzione alta sulla sanità, che occupa la maggior parte dei bilanci regionali, mettendo in campo tutto ciò che è possibile per evitare che ci possa essere un danneggiamento alla formulazione del diritto alla salute e del buon servizio, ma anche per incentivare il risparmio della spesa attraverso una modalità che possa essere la più trasparente possibile e che tolga terreno all’eventuale corruzione”.