E’ stato uno dei protagonisti della storica promozione del Football Club Matera in serie B. Stiamo parlando del barese Angelo Carella, che dal 2014 combatte quotidianamente con il morbo di Alzheimer. Di seguito la storia che ripercorre le tappe di un grande “funambolo” del calcio che ha visto protagonista anche con la maglia biancoazzurra Angelo Carella nell’articolo del giornalista Nicola Lavacca, già pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno.
Non c’è mai un viale del tramonto per quei calciatori che hanno lasciato una traccia indelebile nelle squadre dove sono stati protagonisti. Il peso degli anni, a volte gli effetti della malattia pur nella cruda realtà non cancellano le loro gesta e qualcosa di mitico che ne hanno contraddistinto l’esistenza sportiva. E’ il prezioso bagaglio che si porta dentro Angelo Carella, barese doc e funambolica ala destra tra gli anni ’60 e ’70, che dal 2014 combatte quotidianamente con il morbo di Alzheimer non senza difficoltà, ma con forza d’animo e coraggio. Il fisico un po’ ciondolante, il lieve sorriso di chi sa di avere di fronte la strada in salita. I ricordi di quel passato glorioso vanno e vengono. Tornare indietro con la mente indietro nel tempo non è facile. Ci aiuta a ricostruire le tappe della sua carriera intensa il figlio Antonio. “Da ragazzino giocavo a pallone per strada, dove abitavo in via Crispi – racconta con un pizzico di emozione Carella, oggi 68enne. Il calcio per me era tutto. Una volta dissi a mio padre: se a 18 anni non sarò un professionista cacciami di casa. Mi notò Michele Gravina, scopritore di tanti talenti del Bari che fu, ed entrai a far parte del vivaio biancorosso”. Per la verità non fu un percorso agevole. Angelo correva a perdifiato, aveva lo scatto bruciante, sulla fascia destra era irresistibile, dribblava gli avversari come fossero birilli. Tuttavia un po’ per il suo carattere ribelle, un po’ perché davanti a lui c’erano i cosiddetti “senatori” non trovava spazio. Era il Bari del ’66-’67 allenato da Toneatto che conquistò la promozione in B. “In quella squadra c’erano Cicogna, Carrano, Mujesan e il mio grande amico Pasquale Loseto. Dormivamo nei locali dello stadio Della Vittoria. Toneatto sergente di ferro voleva tenerci sotto controllo. Ero giovanissimo e soffrivo nel vedere gli altri giocare. Poi, finalmente feci l’esordio a Cosenza (il 14 maggio 1967 ndr). Avevo compiuto da poco 18 anni e finalmente coronai il mio sogno”. La stagione successiva andò al Matera in serie D dove con i suoi 14 gol in 31 partite contribuì alla vittoria del campionato. Era l’epoca del presidentissimo Franco Salerno. “A Matera ho lasciato un pezzo del mio cuore. I tifosi stravedevano per me. Ci sono stato in tre momenti diversi. La seconda volta nel ’70, la terza quando ottenemmo la storica promozione in B nel ‘79, con Franco Dibenedetto allenatore”. Nel Matera di allora giocavano Generoso, Aprile, Giannattasio, De Canio, Dino Bitetto, Raffaele, Sassanelli. Facendo un salto indietro vanno rimarcate le 6 presenze, sempre nel Bari guidato da Toneatto, che nel ’68-’69 fu promosso in serie A. Carella ritornò nella massima serie, dopo la parentesi con l’Internapoli, grazie al Catanzaro di Mammì, Braca, Spelta, Silipo e Banelli (questi ultimi due testimoni delle sue nozze). Con il team calabrese andò in tournée in America, dove ebbe modo di affrontare in amichevole il grande Pelè e il Santos. Successivamente lo splendido triennio (dal ’72 al ’75) al Lecce in C dove fu l’alfiere di tante prodezze e instancabili incursioni sulla fascia, duettando in attacco con il bomber Ferrari oltre a condividere un’amicizia sincera con Beppe Materazzi e due indimenticati baresi, Michele Lorusso e Nicola Chiricallo. “Ho vissuto tre anni fantastici. I tifosi giallorossi mi vogliono ancora bene”. Le ultime esperienze furono Avellino, Livorno Brindisi, Matera e Barletta dove chiuse la carriera a 31 anni. Poi, la scelta di fare l’allenatore: Bisceglie, Melfi, Noicattaro e soprattutto i 15 anni nel settore giovanile del Bari dove ha forgiato tanti piccoli campioni come Antonio Cassano. Per Angelo Carella il calcio è stato tutta la sua vita. Ora, tra pezzi di memoria e ricordi sgualciti, è ospite di Casa Caterina ad Adelfia. Il pallone non rotola più, ma gli restano l’amore infinito e l’affetto indissolubile dei suoi figli Antonio e Valentina insieme al nipotino Vincenzo.
(Fonte Gazzetta del Mezzogiorno, articolo di Nicola Lavacca)
Nella foto Angelo Carella con il figlio Antonio e nella foto con il Matera Calcio che conquistò la promozione in serie B (Carella è il calciatore della seconda fila al centro con i baffi)