Gennarino Macchia, segretario generale First Cisl Basilicata commenta in una nota le dimissioni di Gianpiero Maruggi da presidente di Sviluppo Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Macchia (First Cisl Basilicata): “Sviluppo Basilicata, gestione Maruggi insufficiente”.
All’indomani della nomina di Giampiero Maruggi al vertice di Sviluppo Basilivata Spa, la First Cisl si espresse favorevolmente sul profilo e sulle prospettive che tale nomina potevano rappresentare, sottolineando subito l’esigenza di un piano industriale per rilanciare un progetto che è patrimonio di competenza della Basilicata. La First Cisl, inoltre, ha seguito le vicende della società nel rispetto delle decisioni prese dall’azionista e dal management, rimanendo in rispettosa attesa di un piano industriale e delle attività che mai è stato presentato. Anche sulla decisione di trasformare la società in un intermediario vigilato ai sensi del nuovo articolo 106 del Tub, ritenendo che la volontà dell’azionista e le decisioni del management siano sempre state orientate a rendere più efficaci le scelte della società.
Ebbene a circa due anni dalla nomina di Maruggi, giunge la notizia delle sue dimissioni. A questo punto è lecito domandarsi quale sia stato il bilancio della conduzione Maruggi. È opportuno ricordare che il mandato di Maruggi prevedeva quale mission strategica l’iscrizione della società in Banca d’Italia e senza timor di smentita posso affermare che dopo circa due anni nessuna tappa intermedia è stata superata, anzi la posizione è regredita rispetto al 2015 in quanto “la società Sviluppo Basilicata Spa il 12 maggio 2016 è stata cancellata dall’elenco generale ex Art. 106 del Tub ante D.Lgs. 141/10” non avendo presentato istanza di candidatura il 12 febbraio 2016, finestra temporale comunicata come fondamentale, anche ai fini del programma di capitalizzazione della società esperito ritualmente dall’azionista.
Rilevata la mancata iscrizione in Banca d’Italia, per quale altra azione si è caratterizzata la gestione Maruggi? A me vengono in mente solo ed esclusivamente tre azioni: 1) la convention itinerante “La sfida possibile”, la cui finalizzazione in un periodo di mancanza di prodotti finanziari non mi è stata mai chiara; 2) la chiusura dello sportello Europe Direct di Matera, su cui già ebbi modo di esprimere la mia contrarietà nel novembre 2015; 3) la chiusura degli uffici di Matera.
Ebbene anche agli occhi del meno esperto degli osservatori, l’azione amministrativa di questi due anni appare abbastanza inconsistente e votata alla limitazione della società piuttosto che a gettare le basi di una crescita dell’azione di animazione imprenditoriale nel territorio.
Un altro aspetto che come sindacato di categoria mi preme sottolineare sono le indiscrezioni del mondo bancario su Sviluppo Basilicata in qualità di gestore del fondo regionale di garanzia. Ebbene mi giungono voci di tempi biblici nel rimborso dei prestiti garantiti e pretesti per non pagare a fronte di garanzie prestate. È inutile rammentare che la credibilità di un garante/fideiussore è la base su cui lo stesso può costruire il suo successo finanziario. Il rischio di tacciare il fondo regionale di garanzia come cattivo pagatore è un rischio eccessivo che la finanziaria di sviluppo regionale non può permettersi.
Nella consapevolezza che l’amministratore ha ereditato una situazione in dissesto e che nulla del passato gli può essere imputato, lo stesso deve essere consapevole che scelte del passato hanno prodotto effetti, alcuni dei quali non esauriti, nel presente e nel futuro che è stato chiamato a governare. L’azione dell’avvocato Maruggi è apparsa in continuità costante con la precedente gestione: non un’azione di verifica sull’operato precedente è stata avviata; non una discussione sulla catena di comando della società che è rimasta sempre la stessa con i medesimi risultati gestionali.
Invitiamo l’azionista a non abbandonare il progetto avviato nel 2010 con l’acquisizione della società. Ma questa volta auspichiamo che l’azionista faccia l’azionista, intervenendo in maniera compiuta sulla gestione aziendale, sanando errori che sono stati commessi in passato, che non sono stati generati dalla gestione Maruggi, ma sui quali lo stesso non è intervenuto con azioni correttive adeguate.