Associazione Matera2019 ha inviato alla nostra redazione alcune riflessioni sparse sulla crisi politica al Comune di Matera. Di seguito la nota integrale.
“L’irresponsabile leggerezza dell’essere… consigliere comunale”! Si potrebbe provare ad intrepretare così, parafrasando un celebre romanzo di Milan Kundera, l’attuale situazione di crisi in cui versa il consiglio comunale della Città di Matera. Pensiamo di poterlo affermare a ragion veduta in considerazione degli ormai quasi dieci anni di esperienza nel condurre trattative, mediazioni, tavoli tecnici e politici in funzione di proposte partite “dal basso”, passando per una gestione commissariale che rischiò di far naufragare l’intero progetto.
Una “leggerezza” nell’affrontare il momento storico che la città si è conquistata che sembra solo un modo per preservare un ruolo di presunta superiorità, messo evidentemente in discussione dal fermento culturale che la designazione a Capitale Europea della Cultura ha generato in una città improvvisamente risvegliata, dopo anni di apatia, nei confronti della partecipazione alla vita, ma soprattutto alle scelte, della politica…“Era il senso della bellezza che la liberava di colpo dall’angoscia e la riempiva di un nuovo desiderio di vivere”…
Potremmo continuare ancora a citare Kundera e alla riflessione degli amici consiglieri dovremmo porre questa considerazione: “Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza”.
Ma proviamo a fare un po’ di ordine, ricordando qual è stata la scelta di svolta politica che la Città, attraverso una democratica ed incontestabile consultazione, ha consegnato alla storia; lo facciamo attraverso le parole del sindaco De Ruggieri che ancora risuonano forti nelle piazze di Matera: “una svolta per liberare la città da legami e legacci e lanciarla nell’olimpo della crescita culturale tramite un esercito di uomini e donne di acciaio, forti della loro libertà di scelta, delle loro capacità intellettuali, guidati dal senso civico ed attenti a non anteporre interessi personali a quelli della collettività.” Questo appello, piaccia o no, vale per tutti, non solo per una parte politica, e impegna tutti, in modo particolare chi ha avuto questo mandato dagli elettori.
Allora la domanda nasce spontanea: come si può essere arrivati ad una trattativa fiume che coinvolge l’intera assise cittadina, in cui i temi – a dispetto di quello che si vuol far passare – sono solo poltrone poltroncine e poltronissime? In quale stanza segreta è rimasta rinchiusa la disponibilità senza se e senza ma che aveva animato l’ultima consultazione amministrativa?
Matera non merita questo, ha tuonato qualcuno. Matera merita di avere la possibilità di giocarsi la partita così come ha scelto. Con un Sindaco dalle prerogative forti ed un Consiglio Comunale forte del ruolo di proponente e controllore dell’attività della Giunta, ma soprattutto libero dai limiti imposti da una politica di basso profilo, dalle tentazioni di possibili scalate al potere, dalla smania di protagonismo. Un nucleo forte di consiglieri sottoscriva un patto d’onore per la Città prendendo il coraggio a due mani, gettando il cuore oltre l’ostacolo per sostenere un sindaco eletto a gran voce, un progetto che appartiene alla comunità e il ruolo di primo piano nel panorama internazionale della Cultura che oggi riveste Matera e soprattutto tutto ciò che è stato messo in campo e dovrà essere messo in campo da qui in avanti per il 2019, ma molto più per il futuro della città.
A dispetto di tutti gli avvelenatori di pozzi e di tutti gli opportunisti, vogliamo ricordare che solo due anni fa Matera aveva in tasca una designazione e un dossier. Dopo due anni il quadro delle responsabilità dovrebbe essere più chiaro per tutti, con una Fondazione che deve attuare il dossier con attenzione, intelligenza e capacità di coinvolgimento, una Regione che deve assolvere al suo ruolo di principale azionista e finanziatore con coerenza, correttezza e rapidità e una amministrazione comunale che deve assicurare l’ordinarietà della città nella straordinarietà del momento storico.
A tutti i cittadini e a tutte le persone che vogliono bene a questa città e magari sono arrabbiate e deluse vogliamo ricordare che ha colpa grave chi ha cercato e cerca di far credere che la designazione da sola avrebbe risolto d’incanto tutti i problemi e che oggi più che mai serve quello spirito di comunità che ha portato a esultare il 17 ottobre del 2014 ma da quel giorno in poi chiede non misere battaglie di piccola politica ma un grande, costante, condiviso lavoro: di proposta, di sperimentazione, di collaborazione, di costruzione di percorsi nuovi e nuove opportunità.
Se è vero come è vero che la cultura non è né di destra né di sinistra, se è vero che non ha colore politico, l’auspicio per Matera è che nel giro di poche ore si ristabilisca il ruolo principe del consiglio comunale a difesa della storia e del futuro di Matera.
Non ci permettiamo di offrire soluzioni ma riteniamo che “l’insostenibile leggerezza” e sostanziale irresponsabilità di chi è disposto a tutto per puro protagonismo e opportunismo possa essere vinta da un forte spirito di comunità alimentando e perseverando in quel percorso di condivisione e partecipazione che in qualche modo come associazione abbiamo contribuito, se non ad avviare, quantomeno a rivitalizzare.
Milan Kundera chiuderebbe così: “La grandezza di un uomo risiede nel fatto che egli porta il suo destino come Atlante portava sulle spalle la volta celeste!”