Sulla crisi che coinvolge il Governo De Ruggieri a Matera interviene anche lo storico materano Giovanni Caserta. Di seguito la nota integrale.
Crisi Comune di Matera, Giovanni Caserta: “Se… ma… il commissario non è il diluvio universale”.
L’ultimo appello del Sindaco De Ruggieri alla coesione e alla unità, in nome degli interessi supremi della città, è troppofacile, oggi. Io non so che cosa abbia spinto l’avvocato De Ruggieri, due anni fa, a prendere le distanze dal Sindaco Adduce e dalla squadra che aveva, come che sia, conquistato alla città il titolo di capitale della cultura 2019. Non credo che l’avvocato De Ruggieri, navigato politico, sia un ingenuo o, come lui preferisce dire di sé stesso, un incondizionato ottimista, con gran fiducia nella storia e negli uomini. Che cosa l’abbia spinto ad una scelta di destra, mettendosi in contrasto col suo passato, non mi sforzo di capire. Certo fu scelta foriera di sicuri pericoli, che non poteva nonvalutare, e che oggi, purtroppo,si ripercuotono negativamente sulla città. La sua inattesa scelta comportò, infatti, due operazioni, l’una più negativa dell’altra. La prima fu quella, già accennata, di liberarsi dai suoi compagni di cordata di quattro anni, rinegando progetti cui aveva attivamente collaborato;la seconda mossa fu quella, ben più grave, di cercare nuovi alleati fra persone politicamente non tranquille o raccogliticce, delle quali, distribuite tra liste civiche, alcune avevano fatto cambio di casacca rispetto al Sindaco Adduce e al suo partito.
Tutto quello che è successo dopo era largamente prevedibile, come è vero che, appena eletto Sindaco. dopo ilsuo originario appello ai nuovi compagni di cordata perché facessero un passo indietro, ci permettemmo di dirgli che nonquelli, imbarcati sull’arca di Noé, avrebbero mai fatto un passo indietro.Era suo dovere, invece, fare parecchi passi in avanti, fino alle dimissioni, se necessarie. Non si poteva mai immaginare che chi avevafatto scelta nuova e imprevedibile per amore di visibilità, ointeresse al potere, si tirasse indietro e si lasciasse supinamente guidare dal sorridente nocchiero.
Ora si è arrivati al dunque. Chiedere aiuto agli amici di avant’ieri, diventati avversari ieri e invocati di nuovo come amici oggi, è legittimo, ma assolutamente improbabile. A chi mi ha chiesto, qualche settimana fa, se era giusto venirgli in aiuto per scongiurare l’arrivo del Commissario, risposi che è cosa nobile, da tentare, ma difficilmente fattibile. Gli accordi si fanno sempre in due. E qualcuno, oggi, deve fare molti passi indietro. L’opposizione di sinistra, col risicato numero di consiglieri, non può garantire una nuova maggioranza e, quindi, un ribaltamento. Bisogna comunque scendere a compromessi con chi ieri cambiò collocazione, o scoprì improvvisa vanità amministrativa. L’augurio, come si è detto, è che si giunga ad una nobile soluzione. In caso contrario, sarebbe il pateracchio.
Di certo c’è che mesi di trattative, costellati di appelli inutili, lanciati da un immaginato pulpito o bombato balcone, non hanno dato, finora, alcun risultato. A questo punto, onde evitare unoscivolamento sempre più grave verso l’inerzia e la stanchezza,che sempre più rafforza l’immagine di una città, non capitale europea della cultura, ma nave senza nocchiero in gran tempesta, non è più da rifiutare pregiudizialmente l’idea del Commissario. L’avvocato De Ruggieri rifletta sulla sua formazione democratica e di uomo già di partito. E pensi alla sua città. Si domandiche cosa sarebbe successose,coerente col suo passato, fosse rimasto sulla scia della vecchia amministrazione e dei vecchi amministratori, pur con tutti i limiti che a costoro abbiamo sempre riconosciuto. Oggi, sicuramente, avrebbe a Roma, nel governo centrale, un sicuro e sempre valido punto di riferimento, alleato. Ci fu chi disse, una volta, che la storia non si fa con i “se” e con i“ma”;ma ci fu anche chi disse che deve farsi con i “se” e con i “ma”, se si vuole che insegni qualcosa.Oggi, senza partito, con rematori a tutt’altro intesi,l’avvocato De Ruggieri può solo navigare a vista, affannosamente impegnato a evitare gli scogli, e solo gli scogli. Così continuando, non può non far male alla città e, perché no?,anche a sé stesso. Senza l’aiuto chiaro, totale, coesodell’opposizione, c’è solo da tagliare il nodo di Gordio. Dimettersi.
saggia riflessione! dici che non siamo sulla linea del Piave e che la battaglia di Don Chisciotte contro i mulini a vento è inutile.Bene,basta con l’immobilismo e si vada alle urne!