Pio Abiusi, per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità, in una nota contesta la mancanza di trasparenza delle informazioni ambientali relative alla dispersione di petrolio nelle acque di falda della Val d’Agri sul sito ufficiale dell’Arpab. Di seguito la nota integrale.
Sigillito è stato lungimirante. C’era da pagare un debito elettorale e lui prontamente bandì un concorso nella primavera del 2010 per professionalità non utili agli scopi Arpab quali chimici, semmai geologi ecc; egli bandì il concorso per un architetto con funzioni dirigenziali, due esperti nella comunicazione nel grado iniziale della carriera direttiva, 4 esperti in materia giuridica e poi ancora due di cui un dirigente per compiti squisitamente amministrativi e per completare il quadro un modesto ragioniere. Bisognava sdebitarsi nei confronti di chi quei titoli aveva e non già altri semmai necessari per il funzionamento dell’Arpab. Come si conviene dopo un po’ di manfrina il debito elettorale è stato saldato ed “i vincitori del concorso” sono in forza alla Agenzia. Era il tempo della moria dei pesci nel Pertusillo e si pensò che l’architetto potesse tornare utile per progettare le bare per i piccoli pesciolini morti nel invaso e che sarebbero state disegnate su misura. Quella volta non si fece in tempo ma oggi divenuto di ruolo il professionista potrà immediatamente far realizzare le bare per i pesci del Basentello. Un limite in quel concorso c’era ma, con tutta probabilità, non c’era l’amico che avesse la specifica professionalità e poi forse non erano e non sono previsti specifici titoli accademici. Quello che manca oggi in organico all’Arpab è il rabdomante. E ed è così che l’attuale Direttore Generale è costretto ad indossare il turbante e munito di apposita bacchetta, acquistata all’Ikea si aggira nella Val d’Agri alla ricerca del petrolio fuoriuscito dal Cova.
Renato Carosone ed il suo quartetto sono particolarmente attuali in Basilicata; chi non ricorda Caravan Petrol? Da allora ad oggi ci sono solo piccole differenze e cioè il turbante “cu o pennacchio rosso e blu” Carosone lo comperò alla Rinascente oggi ci si è rivolti all’Ikea ed è stata acquistata anche una partita di bacchette utili per la ricerca del petrolio. Altra differenza sostanziale, è che Renato Carosone concluse affermando che a “ Tuleto”- una delle vie principali del centro storico di Napoli-: scordatelo, nun é cosa: cà o petrolio nun ce sta… il petrolio non c’era; oggi nella Basilicata petrolifera il petrolio c’è ma quello uscito dal Cova non si sa dove è andato a finire,potrebbe finire nel fiume Agri e poi nell’invaso del Pertusillo. Quisquilie! avrebbe detto Totò. Abbiamo già avuto modo di dire che i monitoraggi nell’area si sono sviluppati verso altre matrici ambientali e non già su suolo, sottosuolo , acque sotterranee o di falda. Il risultato è che un pozzetto della rete fognaria ha fatto la “spia” circa la perdita di petrolio greggio ma poi dove si è indirizzata quella perdita non si conosce perchè Arpab non conosce le reti piezometriche esistenti infatti a specifica richiesta la risposta non è arrivata. Conoscerà le falde acquifere o arriverà in soccorso il dirigente regionale addetto alla prevenzione che ne esclude semmai l’esistenza? La nuova rete piezometrica predisposta dall’ENI,parliamo delle serie S-EST e S non figura sul sito della Agenzia dove, comunque, nulla è stato reso pubblico su quanto Arpab sta fecendo. La bacchetta da rabdomante non è collegata ad un computer. Arpab non conosce neppure la rete piezometrica predisposta a suo tempo da Agrobios e che per l’area industriale di Viggiano constava di 50 piezometri su un totale di 475, quelle reti sono state eseguite e collaudate e sono in capo alla Regione Basilicata ma di queste bisogna verificare la loro idoneità ed efficienza…. anche questo è un capitolo a se stante a partire dallo assorbimento dei dipendenti Agrobios in Arpab, della integrazione mancata ed è l’ ennesimo pasticcio regionale. Non è finita ancora perchè con il POV-Programma Operativo Val d’Agri del 2011- Eni realizzò 4 Piezometri serie PZ ai confini del centro, poi con una convenzione tra Arpab ed Unibas – pagata non si sa da chi-, questa ultima ha realizzato altri 20 piezometri della stessa serie sconosciuti all’Arpab ma a noi conosciuti perchè pubblicati in rete ma non è dato sapere l’utilità pratica di quello studio per Arpab. In buona sostanza confusione ce n’è tanta, di reti piezometriche sul sito Arpab non se vedono anzi non c’è una parola sull’inquinamento in atto e chi dirige l’orchestra è ENI ed il ruolo dell’ARPAB quale è?
Pio Abiusi, Associazione Ambiente e Legalità
Siamo alle solite, calimero, il petrolio non è nero! Sei tu che sei solo sporco!
Siamo inondati di bugie e falsità. Certa gente inetta non deve occupare posti così sensibili per la salute pubblica. Il beato Pittella (calimero, ndr) ne tragga le immediate conseguenze.