Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da Donato Andrisani, segretario regionale Aned (Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus)) relativa alla visita del Presidente Pittella al centro dialisi privato “Sm2” di Policoro. Di seguito la nota integrae.
“Dialisi privata: quali interessi persegue il Presidente Pittella”
Otre cinquemila cittadini lucani hanno sottoscritto una petizione promossa dall’Associazione nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto Aned Onlus per ottenere un centro dialisi pubblico a Policoro all’interno dell’ospedale dove sono presenti tutte le specialità fondamentali per far fronte alle urgenze.
Il Presidente Marcello Pittella non ha mai voluto ricevere i rappresentanti dei pazienti per affrontare direttamente le richieste contenute nelle petizioni.
Adesso campeggia sui media una visita a sorpresa (sic!) del Presidente della Regione al centro privato di nefrologia e dialisi “Sm2” di Policoro.
Nell’occasione viene scomodata una terminologia improbabile e sicuramente degna di migliori occasioni. Si parla di “struttura convenzionata e parificata al pubblico”: tradotto correttamente vuol soltanto dire ci sono risorse pubbliche che saranno gestite dal privato. Non dimentichiamo che la dialisi è un affare per i privati che riescono a beneficiare di accreditamenti e contratti. Il costo annuale di un dializzato ammonta a circa 40mila euro annui.
E i privati che se l’accaparrano non ci rinunciano facilmente. Non è un caso che dove c’è più dialisi privata, l’incidenza è superiore alla media nazionale. Mentre il numero delle persone che ricevono un trapianto – e che quindi sono sottratte alla dialisi trisettimanale – si attesta al di sotto della media nazionale. Per non parlare dei numerosi scandali e abusi che purtroppo hanno spesso contrassegnato la realtà della dialisi in diverse parti del nostro Paese.
Le cifre sciorinate sono ancora più illuminanti. Aned chiedeva un unico centro pubblico tra Policoro e Tinchi. La risposta burocratica dei funzionari di Pittella, tra le tante volte a dissimulare la realtà, è stata che le condizioni della domanda rischiavano di rendere l’investimento pubblico richiesto eccessivamente oneroso, a fronte di una domanda di dialisi scarsa.
Oggi vengono diffuse cifre e stime, con tono trionfalistico, circa la possibilità del Centro Privato di dializzare 50 pazienti al giorno, suddivisi in tre turni, ai quali, per la prima volta, se ne aggiungerà presto uno notturno per venire incontro alle esigenze di quanti hanno la necessità di effettuare questa prestazione salva-vita, senza allontanarsi dal posto di lavoro nelle ore diurne. L’ultimo obiettivo annunciato dell’apertura del centro privato per la dialisi turistica è ancora più sconcertante. Per un malato in dialisi potersi spostare per motivi familiari, turistici o di studio, nonostante sia un diritto sancito dai LEA diventa sempre più difficile. Pensare come fa Pittella che questo compito debba essere affidato ai privati oltre che sconcertante è davvero intollerabile.
I pazienti provenienti da altre regioni se vengono presi in carico da strutture pubbliche non devono farsi carico direttamente del costo della dialisi. Quando sono costretti a rivolgersi ad una struttura privata, in alcune regioni devono pagarsi la dialisi di tasca propria fino all’ottenimento del rimborso da parte della propria ASL. Sarà anche così in Basilicata?
Questa istantanea fatta di toni trionfalistici e di complimenti per un centro che sarà in grado di assicurare solo le attività dialitiche, mentre per ogni complicazione e urgenza i malati dializzati dovranno ricorrere alle cure dei professionisti dell’ospedale pubblico, non ci convince, non convince migliaia di cittadini che si erano rivolti al Presidente della Giunta con proposte economicamente praticabili e in linea con gli obiettivi di efficienza ed efficacia degli interventi di cura. Proposte perfettamente in linea con i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza e con il Piano nazionale delle malattie croniche che annovera tra le altre opportunamente la malattia renale cronica.
Ribadiamo che un centro privato è interessato solo alla dialisi, mentre la Nefrologia svolge un’attività più complessa e delicata. E’ grazie all’impegno costante di 47 anni di ANED e dei nostri medici e infermieri che la Nefrologia italiana ha raggiunto ottimi livelli potendo garantire tutte le fasi della malattia renale: prevenzione, diagnosi precoce, cura e trapianto.