L’approvazione alla Camera del primo articolo della legge sulla legittima difesa con l’accelerazione impressa all’atteso provvedimento è il risultato dell’incalzante iniziativa di IdV che a sostegno della propria proposta di legge ha raccolto presso i Municipi del Paese ben 2 milioni 300 mila firme. E’ il commento del segretario regionale di IdV Angelo Rosella che ricorda le manifestazioni che si sono tenute a Potenza ed in altri centri della regione in collaborazione con Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria (Spp).
Le migliaia di firme raccolte e gli incoraggiamenti che ci vengono da settimane dai cittadini lucani a continuare la nostra iniziativa – aggiunge – testimoniano come il tema della sicurezza a casa propria sia da noi molto sentito per il continuo ripetersi di episodi di criminalità ed aggressioni domiciliari o ai danni di commercianti ed operatori economici e persone anziane che vivono da sole. Per questo – afferma Rosella – al cittadino deve essere data la possibilità di difendersi, di difendere i propri cari, il proprio patrimonio. La nostra pdl è pertanto un forte deterrente nei confronti dei malviventi che devono capire a cosa vanno incontro nella violazione del domicilio.
Secondo l’attuale normativa di legge – evidenzia il segretario di IdV – se io sto dormendo a casa mia e nel cuore della notte entra uno sconosciuto per aggredirmi ed è armato, io posso usare la pistola non solo se lo sconosciuto ha un’arma, ma deve anche essere in procinto di spararmi. Perché la legge dice “Ci vuole un pericolo imminente”. E’ necessario quindi capire se chi mi sta aggredendo sta davvero mettendo in pericolo la mia vita, allora in questo caso posso sparare. Ma a una condizione: non devo avere alternative. Quindi è legittima la difesa solo se c’è il pericolo imminente o se non riesco a trovare in casa un metodo meno offensivo dell’arma. Ma se questa persona avanza, senza un’arma, io avendo legittimamente un’arma sul comodino non posso prenderla. Perché se in questo caso io gli sparo, c’è una colpa: o lesioni colpose o omicidio colposo.
Di fronte ad una criminalità sempre più aggressiva occorre – continua Rosella – aggiornare le norme esistenti collegandole alle nuove domande di sicurezza dei territori, in particolare quelli più esposti agli assalti di una criminalità sempre più violenta e sfrontata. Serve certamente più vigilanza delle forze dell’ordine, ma a loro vanno forniti più mezzi e più personale. Dunque l’ampliamento legislativo della tutela a cui pensiamo vuole da un lato evitare il rischio di alimentare la cultura dello “sceriffo fai da te”, cavalcata da forze politiche estremiste nei toni ma improduttive nelle soluzioni, ma dall’altro realizzare un deterrente molto più forte verso quella categoria di criminali dediti a furti e rapine nelle nostre abitazioni, che non dovranno mai più beneficiare di alcuna scappatoia giuridica che sarebbe ingiusta e beffarda.
Continueremo a vigilare – conclude il segretario IdV – perché il Parlamento non solo approvi rapidamente la legge ma anche una buona legge senza cedere a mediazioni con il centrodestra che ne snaturerebbero i contenuti più significativi secondo la volontà espressa da 2 milioni 300 mila italiani.
Mag 05