L’Associazione ALPIA (Associazione Liberi Professionisti Ingegneri ed Architetti) in una nota inviata alla nostra redazione precisa la sua posizione sul futuro di piazza della Visitazione a Matera. Di seguito la nota integrale.
Non è mai simpatico ritornare su un argomento sul quale ci si è già espressi in quanto, pur facendolo con l’intento di precisare, si corre il rischio di innescare facilmente la polemica. L’associazione ALPIA ha deciso comunque di farlo mettendo, coscientemente, in conto di poterla inevitabilmente produrla.
Dopo l’incontro promosso dalla fondazione Olivetti e successivamente al comunicato stampa della nostra Associazione si è assistito al proliferare di contributial dibattito, questi si positivi, ma anche di proclami ed auto referenziate primogeniture ed investiture per la soluzione progettuale.
Ribadiamo che i concorsi banditi per Piazza della Visitazione sono stati archiviati sia dalle Amministrazioni che li hanno azionati che da quelle che si sono succedute; questa chiara volontà degli Amministratori avrà insegnato qualcosa a chi ancora vuole “fare barricate” e difenderle a tutto uso personale e non certo nell’interesse della Città.
Ritornando al dibattito, oltre ai “contributi” a mezzo stampasono stati organizzati due incontri pubblici dove si è assistito “a tutto e al contrario di tutto”.
L’intentopiù sponsorizzato che è venuto fuori da questi incontri è sembrato, che fosse quello di recuperare il risultato del Concorso del 1993.
Ora, ai liberi professionisti di questa Associazione (una cinquantina ben assortita tra Ingegneri e Architetti), risulta difficile, anzi assurdo, pensareche qualcuno ritenga possibile la realizzazione di “parti” di progetti accantonati subito dopo essere nati. Ancora più assurdo poiritenere che si possa ancora oggi realizzare un amalgama tra progetti solo perché classificatiin ormai storici concorsi la cui volontà politica di chi si è succeduto al governo della città negli ultimi 25 anni si è espressa con l’archiviazione degli esiti.
Possibile che non sia ancora chiara la questione che OGGI ciò che va fatto è solo UN NUOVO PROGETTO che dia soluzione alle esigenze attuali e future della Città.
Se si ha chiaro questo concetto si può ben comprendere che non c’è nessuna necessità di zavorrare gli indirizzi che l’Amministrazione deve dare alla nuova procedura da avviare con collegamenti a obsolete progettazioni.
Che sia Concorso di Progettazione o,MEGLIO, altra procedura ciò che non va disatteso da parte dell’Amministrazione è la precisa definizione di funzioni e destinazioni da trasferire nel nuovo progetto. Solo in questo modo si potrà avere la ragionevole certezza di poter disporre di uno strumento progettuale che dia soluzione alle tematiche poste.
Bene, per chiarire e ribadire la posizione di questa Associazione, facciamo nostre le conclusioni dell’ultimo incontro pubblicoche di fattocoincidono, in gran parte, con le posizioni espresse da questa Associazione.
Per ricapitolare: “nessuna volumetria, ma disegno urbanistico ed architettonico delle aree e spazi liberi”. Uno spazio dove trovare soluzioni, compatibili, per le problematiche della viabilità urbana e dell’arrivo e sosta, anche se temporanea, dei mezzi pubblici. Tutto da coniugare con gli spazi “dell’accoglienza” come ha definito piazza della Visitazione questa Associazione.
ALPIA ha espresso la sua posizione anche sulla scuola Torraca:“si auspica che venga attuata la scelta di trasferire l’edificio scolastico in altra sede e si condivide l’idea del parcheggio multipiano, integrandolo con funzioni a servizio non solo dei turisti, ma anche della città. Questa, in pratica, sarebbe l’unica nuova e apprezzabilevolumetria condivisibile, in verità “di sostituzione” che, se realizzata con un’architettura di valore, riuscirebbe a connotare e riqualificare in modo appropriato l’area di piazza della Visitazione”.
Alla luce di tanto si ribadisce che:” …. individuati le problematiche e le funzioni, attuali e non datate, che dovrà svolgere Piazza della Visitazione, si debba procedere conl’incarico diretto della progettazione con le procedure previste dalle leggi e codici vigenti…”.
Si cogliel’occasione per evidenziare un altro dato. In un comunicato stampa relativo ad un O.d.G. a firma di vari Consiglieri Comunali nella parte motivasi parla di Concorso di Progettazione aperto ai giovani progettisti locali,ma poi nell’impegno finale si auspicasolo che nel bando si debba prevedere che il progettista individuato “collabori” con giovani progettisti locali.
Premesso che il principio dell’impiego dei giovani è cosa fortemente auspicata dall’associazioneAlpia, la lettura dell’O.d.G. ci ha lasciato un po’ confusi e quindi ci permettiamo di fornire un chiarimento sulla questione.
Il Concorso di Progettazione può prevedere la partecipazione libera di giovani e non, ma soprattutto prevede un “progetto vincitore” e non un “progettista individuato”. Quando si parla invece di “progettista individuato” è evidente che si prevede una selezione attraverso un bando per affidamento di incarico professionalead un singolo o anche ad un raggruppamento che può comprenderegiovani progettisti locali.
Sull’argomento “Concorso di Progettazione” ribadiamo la nostra posizione e cioè che esso sia uno strumento poco utile al raggiungimento degli obiettivi che questa Amministrazione deve traguardare. Soprattutto in questo momento storico, alla luce del “flop” dei due precedenti Concorsi, sarebbe solo un irrazionale dispendio di tempo e di risorse.
Il Concorso di Progettazione comporta delle spese non sempre correttamente rimborsate eche, forse, i giovani progettisti potrebbero non potersi permettere.
Questa Associazione deve confessare di non aver preso in considerazione il dato della Sala Consiliare e della incompletezza formale del Palazzo Municipale, architettura che forse a ragione imbarazza la vista a molti e forse un tentativo per renderla più “digeribile” può essere attuato.
La mancata realizzazione della Sala Consiliare, allora, fu un grave errore. Si fa, pertanto, ammenda esi avanza una proposta, questa sì, di naturale investitura. Al progettistaincaricato si potrebbe, e dovrebbe, assegnare la verifica della funzionalità e della realizzabilitàdel progetto redatto a suo tempo dall’arch. Vincenzo Baldoni, il progettista e direttore dei lavori del Palazzo Municipale. Questo per due nobili motivi: il primo perché si completerebbe una “incompiuta”,formalmente e funzionalmenteideata dallo stesso progettista e poi, e soprattutto, per rendere finalmente omaggio ed onore, anche se postumo, ad un grande protagonista dell’epopea urbanistica di questa città.