Le misure in materia di sanità contenute nel disegno di legge collegato alla legge di stabilità regionale 2017 sono state al centro dell’audizione svolta ieri in quarta Commissione (Politica sociale). L’organismo presieduto da Luigi Bradascio (Pp) ha ascoltato Donato Pafundi, dirigente generale del Dipartimento Politiche della Persona della Regione.
In materia di sanità il disegno di legge propone innanzitutto una modifica alla legge regionale n. 25/2008 (Disposizioni in materia di autorizzazione delle strutture sanitarie pubbliche e private): si propone di portare a cinque anni il tempo massimo (che attualmente è di due anni) per completare gli adeguamenti strutturali necessari per il rilascio delle autorizzazioni per le strutture sanitarie dotate di posti letto che erogano prestazioni sanitarie in regime di ricovero, quelle dotate di posti residenziali per assistenza riabilitativa ai disabili psichici e psiconeuromotori e le strutture riabilitative che erogano ai disabili psichici e psiconeuromotori prestazioni in regime ambululatoriale. “La norma – ha spiegato Pafundi – scaturisce dall’esigenza di alcune strutture territoriali, che hanno avviato lavori di adeguamento ed hanno difficoltà oggettive a concluderli in due anni. Non sfuggiranno le situazioni di grande delicatezza che hanno riguardato ad esempio la Casa della divina provvidenza a Potenza, che entro la fine del mese passerà alla nuova proprietà. Per questa ed altre situazioni la norma eviterebbe momenti di forte tensione in strutture che erogano prestazioni ad una platea rilevante di utenti”. Perplessità in merito a questa norma proposta dalla Giunta sono state espresse da Romaniello, che ha ricordato come, “dopo la legge approvata nel 2008, la Regione ha concesso altre proroghe alle strutture che non sono state in grado di completare i lavori entro i termini”. A suo parere “si tratta di capire quali sono le cause dei ritardi e cosa è stato fatto per le necessarie verifiche”. Per Spada “la norma proposta non ha il carattere di generalità e astrattezza che sarebbe richiesto, gli adeguamenti non sono stati effettuati nonostante la concessione di un’ulteriore proroga ed è necessario comprendere se i tre anni in più sono veramente necessari. Se ci sono difficoltà oggettive valutiamole e verifichiamo quanto tempo realmente ci vuole”. Napoli si è chiesto “perché per alcune strutture private si è inflessibili e si è invece molto permissivi nei confronti di altre, con la previsione di una proroga?”.
La seconda norma proposta nel ddl riguarda il Servizio di emergenza urgenza, che la legge regionale n. 2/2017 (Riordino del Servizio sanitario regionale) assegna alla competenza esclusiva dell’Azienda sanitaria di Potenza. A seguito di questa scelta si ritiene necessario un nuovo intervento normativo per specificare la natura giuridica della struttura trasferita, “che prima era un Dipartimento interaziendale – ha spiegato Pafundi – mentre ora diventa un Dipartimento funzionale all’interno dell’Asp con valenza interaziendale”. Resta invariata la procedura prevista per la nomina del responsabile della struttura, che sarà nominato dall’Asp d’intesa con l’Asm e dovrà essere un dirigente medico di strutture ospedaliere complesse. Per Napoli la norma proposta dalla Giunta “è una fuga in avanti, e bisogna chiedersi come si giustifica la scelta di intervenire oggi su un tassello importante del Piano sanitario regionale che dovrebbe essere approvato entro il 30 giugno prossimo”. Spada si è chiesto invece se sia proprio necessario disciplinare la questione con una legge. Lacorazza ha ricordato di essersi astenuto sul riordino del Servizio sanitario “per l’assenza di un piano strategico che risponda alla domanda di salute dei cittadini”.
Le altre misure proposte dalla Giunta in materia di sanità puntano a ricondurre ad una regolamentazione unitaria tutto il sistema delle strutture sociosanitarie a ciclo residenziale e semiresidenziale (per anziani, per disabili, psichiatriche, per le dipendenze). Vista la crescente domanda di prestazioni sociosanitarie, nelle more della definizione dei fabbisogni individuati dal nuovo Piano sociosanitario, si propone infine di concedere alle strutture accreditate per la riabilitazione la possibilità di erogare “prestazioni sociosanitarie nelle diverse graduazioni assistenziali di residenze sanitarie assistite” (Rsa disabili, Rsa adulti non autosufficienti, Rsa adulti privi di mantenimento). A riguardo, Pafundi ha ricordato che l’esigenza di poter utilizzare i posti letto delle strutture di riabilitazione anche per le residenze assistite era stata sottolineata in precedenti audizioni dalla quarta Commissione. Critico Napoli, a parere del quale “anziché ricorrere alle scorciatoie, sarebbe più opportuno approvare una norma chiara per abrogare il vecchio regime normativo”, mentre Miranda Castelgrande ritiene il provvedimento migliorativo.
Considerazioni di carattere metodologico sull’insieme delle norme proposte dalla Giunta, infine, da parte di Rosa, che ha chiesto (proposta condivisa da Pace) che il ddl venga sottoposto al vaglio alla Struttura di missione istituita dal Consiglio regionale per la verifica della copertura finanziaria degli atti legislativi ed il controllo del drafting normativo, e di Perrino, il quale ha auspicato che la Giunta espliciti in modo chiaro i propri obiettivi, “per evitare da qui alla fine dell’anno uno stillicidio di piccole norme che non si capisce dove vogliano arrivare”.
Alla riunione della Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), hanno partecipato i consiglieri Miranda Castelgrande, Lacorazza, Polese e Spada (Pd), Pace e Romaniello (Gm), Perrino (M5s), Napoli (Pdl-Fi) e Rosa (Lb-Fdi).