Poche righe per reintrodurre quello che sembrava scongiurato nella versione approvata in commissione ambiente: la possibilità di trivellare nei parchi e nelle aree protette. Il governo infatti con il vergognoso articolo 5 aggiunge: “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle strettamente conseguenti”. Che possono essere tranquillamente pozzi nuovi di servizio a quelli esistenti. Il sì al provvedimento era condizionato a questo articolo. È sempre la stessa storia: evidentemente i petrolieri hanno fatto sentire il loro peso»: è il commento della deputata lucana del M5S Mirella Liuzzi.
E non finisce qui: ci insospettisce quell’espressione: “Strettamente conseguenti” ma anche quel modo di scrivere assolutamente non tecnico e non preciso: attività estrattive. Cosa intende il governo? Prospezione? Ricerca? Coltivazione? Sono questi i termini che indicano con precisione l’attività. Quando si parla di attività estrattiva si intende genericamente tutto. A nostro avviso questo insopprimibile articolo servirà a riavviare permessi già ottenuti, a trivellare e a distruggere definitivamente il patrimonio ambientale italiano. Il governo con questo articolo firma un assegno in bianco e lo offre ai petrolieri. Ma quali sono i pozzi esistenti nei parchi? Ne indichiamo uno: quello Eni nel parco della Val D’Agri, il più grande giacimento in terraferma d’Europa. Ecco cosa c’è in ballo con quelle poche righe», dice la deputata.
Il M5S voterà no e si appella a tutte le opposizioni affinchè facciano saltare questo vergognoso articolo pro-triv».
Mag 18