Nell’Aula Magna dell’Istituto Industriale Statale Pentasuglia di Matera sono statel “svelate” le opere pittoriche donate dell’artista materano Nicola Lisanti.
Attraverso la mirabile trasfigurazione artistica le opere di Lisanti ripercorrono i 50 anni di vita dell’Istituto già celebrati nei mesi scorsi.
Nicola Lisanti, nato a Matera, dove vive e lavora, rappresenta a pieno il significato di quello che oggi è Matera, la Capitale Europea della Cultura.
Matera ha raggiunto questo doveroso riconoscimento da parte della comunità culturale internazionale non solo in virtù della sua millenaria storia dell’Uomo, ma anche grazie a uomini che, come Nicola Lisanti, hanno saputo interpretare a pieno il significato di questa città apportando il loro contributo culturale cogliendone la vera essenza.
E’ insolito che un medico, quale io sono, parli di un artista, ma lo faccio volentieri perchè io credo che un medico, prima di curare il corpo debba conoscere l’interiorità dell’Uomo, le sue sensazioni, la sua emotività, la sua psiche; la cultura, l’arte, la letteratura, la filosofia, la musica ne permettono, insieme alla scienza medica, la completa conoscenza. Era quanto facevano gli antichi medici greci e del Rinascimento.
Non ricordo da quando conosco Nicola, ma sicuramente mi ha sempre legato a lui il rapporto che egli ha avuto con mia zia Italia Nicoletti, pittrice, insegnantee donna d’avanguardia a Matera già dagli anni ‘50 e ‘60, scomparsa poco più di un mese fa, che è stata determinante nell’indirizzarlo verso l’innata vocazione artistica.
E così Nicola frequentò con successo l’Istituto Superiore d’Arte di Bari e poi l’Accademia di Belle Arti e fu allievo del maestro belgaRiccardo Antohi e frequentò la Scuola Libera di Grafica “La Scaletta”, maestri come Assadour, Ector Saunier sulla stampa a colori e tanti altri grandi artisti in campo nazionale ed internazionale, sino a diventare un grande artista lui stesso.
Hanno scritto di lui decine di uomini di cultura, di critici, di artisti, per il suo modo di interpretare, tramite l’uso personale del colore, la complessa realtà sociale e culturale del Mezzogiorno, della Lucania e di Matera.
La sua pittura interpreta il territorio in cui vive ed opera Nicola Lisanti, e la natura tormentata della terra di Lucania, i suoi problemi, la sua storia di conquiste e di sconfitte sociali.
Ha esposto le sue opere in 49 mostre personali e 78 mostre collettive, in ambito regionale, italiano e all’estero, le sue opere si ritrovano in 21 istituzioni pubbliche e private, non solo in Italia ma anche in Brasile, in Cile, in Finlandia.
A Matera voglio ricordare un pannello di 15 metri, esposto presso il Liceo Scientifico che rappresenta la civiltà contadina, mai da lui dimenticata , con cenni alla Festa della Madonna della Bruna, la facciata del palazzo dell’Annunziata, quella della chiesa del Purgatorio; una sintesi del percorso storico, sociale e culturale di Matera negli ultimi 50 anni.
Ancora nell’Istituto di Ragioneria un grande quadro di 2.50x 1.80 parte dalla Cattedrale e descrive il presente proiettandosi verso il futuro con immagini di giovani e di anziani. Il colore ne esalta il suo espressionismo moderno.
A pochi passi da qui, nella chiesa della Santa Famiglia ci sono 14 mirabili dipinti su tavola ovale che rappresentano la Via Crucis e la Resurrezione in formato più grande.
Non mi soffermo per brevità sulle altre opere presenti a Matera presso l’ATER, il palazzo della Provincia, l’archivio di Stato, La Fondazione “La Rabatana” di Tursi, la casa di Albino Pierro e tante altre ancora.
Oggi anche l’Istituto Tecnico Industriale, intitolato a Gianbattista Pentasuglia, ha il privilegio di ospitare due grandi pannelli del maestro Lisanti, uno di 7 metri x 1.85, l’altro di 3.70 x 1.26. Entrambi sono densi di significato che viene racchiuso in ogni singolo tocco di pennello e di colore e rappresentano l’evoluzione storico-culturale dell’Istituto Tecnico Industriale di Matera in 50 anni di attività.
Il primo, che si intitola “ l’impronta dello studio e l’anelito della libertà, quello più grande di 7 metri x 2 circa, evidenzia con grande sapienza ed estro, connubio di fantasia e realismo, la nascita, lo sviluppo e i successi raggiunti dall’Istituto Tecnico Industriale di Matera che ebbe la sua esistenza come una propaggine di quello tarantino. Inizia a sn col Castello Aragonese di Taranto e la famosa cancellata dell’Augusto Righi usata dall’artista come ringhiera del Belvedere della Piazzetta Pascoli di Matera in una fusione simbolica dei due Istituti. Il pannello continua con il Ponte Girevoleattraversato da un go-kart, ideato da quell’Istituto, che si dirige verso la grande struttura dell’Istituto Industriale di Matera,sotto lo sguardo vigile di Gianbattista Pentasuglia, con un cenno al suo compito di telegrafista della spedizione garibaldina dei Mille.L’opera si svolge ancora con la rappresentazione di una delle ultime ricerche tecniche eseguite dall’istituto, mirate allo studio dell’inquinamento ambientale. Infine, a dx, conclude il ciclo un altro castello aragonese, quello di Matera.
Il secondo pannello, intitolato “al di là del tempo, oltre i confini”, quello di 3.70 x 1.26, è denso di significativo neoclassicismo: inizia con un cavallo, simbolo di purezza, di eleganza, di forza, continua col David di Michelangelo, simbolo della bellezza universale. Poi seguono le Tavole Palatine, segno della sapienza millenaria di questa terra, attorno a cui ruotano i sette nuovi pianetiscoperti recentemente in un proprio sistema solare così simili alla terra da portare al loro interno tracce della pittura vascolare della Magna Grecia. Anche in questo tema c’è un chiaro riferimento ad un’altra eccellenza situata sul limite occidentale della Murgia materana: il centro di Geodesia Spaziale. Si conclude con la rappresentazione della Nike di Samotracia che, come l’originale sulla prua della nave da guerra che è investita da un vento impetuoso, poggia il piede leggero sui tetti della Matera antica sferzata dal vento della Murgia, a simboleggiare la vittoria di Matera da città della vergogna degli anni ’50 del secolo scorso a Capitale Europea della Cultura per il 2019.
La designazione di Matera a Capitale Europea della Cultura è non solo il riconoscimento al valore intrinseco di Matera, città dell’Uomo da 8000 anni, ma anche un riconoscimento, tra l’altro,a quantoi docenti e gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale ed artisti del calibro del Maestro Nicola Lisantihanno operato negli ultimi 50 anni per Matera ea quello che continuano a ideare, ricercare, educare, insegnare e costruire oggi, guardando al domani.
La fotogallery della presentazione delle opere pittoriche (foto www.SassiLive.it)