Sabato 27 maggio 2017 a Matera la La Rete Appulo-Lucana Salvalacqua composta da associazioni, movimenti e cittadini pugliesi e lucani che dal 2014 difendono il diritto all’acqua di buona qualità promuove la “Marcia salva l’acqua”, per dire stop alle trivelle in Basilicata, per difendere il diritto all’acqua di buona qualità e per affermare la priorità dell’acqua sul petrolio. Il raduno è previsto alle ore 9,30 in piazza Matteotti e il corteo raggiungerà piazza Vittorio Veneto percorrendo le principali strade del centro cittadino.
La Rete Appulo-Lucana Salvalacqua (associazioni, movimenti e cittadini pugliesi e lucani che dal 2014 difendono il diritto all’acqua di buona qualità) vuole riaffermare con forza la priorità dell’acqua sul petrolio. Mai come in questo momento, l’Acqua, bene prezioso che
coincide con la vita stessa, è in grave pericolo in Basilicata e, conseguentemente, anche nella vicina Puglia.
In Val D’Agri è situato l’invaso del Pertusillo, una delle “sorgenti” dell’Acquedotto Pugliese che con 20.000 km di rete porta l’acqua ad alcuni milioni di uomini, donne e bambini, in Puglia e in
Basilicata. Da diversi anni questo invaso è esposto ai rischi connessi alle attività di estrazione e lavorazione del petrolio nei territori circostanti. Il Centro Oli di Viggiano (COVA) si trova a soli 2 km a monte dell’invaso del Pertusillo! Attorno all’invaso insistono 28 pozzi petroliferi, di cui alcuni esauriti utilizzati per la reiniezione delle c.d. “acque di lavorazione” del petrolio. Il COVA di Viggiano tratta olio e gas provenienti da 25 pozzi, prima che gli idrocarburi vengano inviati, tramite 136 km di 5 linee di tubi, alle raffinerie di Taranto.
Nei mesi scorsi l’ENI ha dichiarato alla stampa (solo in seguito al ritrovamento a fine gennaio 2017 di idrocarburi all’esterno del COVA) che si è verificato lo sversamento di almeno 400 tonnellate di petrolio nel sottosuolo lucano da agosto a novembre 2016, a causa di una perdita
da un serbatoio. Una informazione di assoluta gravità che è statadiffusa con rilevante ritardo nonostante la normativa imponga l’immediata comunicazione alle autorità. Le successive analisi hanno accertato la presenza in falda di svariate sostanze inquinanti sia all’interno che all’esterno del COVA. Riscontrate tracce di idrocarburi anche nel torrente Fosso del Lupo, un affluente del fiume agri a monte del Pertusillo.
In tutto questo non ci rassicura l’approssimazione con cui Enti locali e ARPA di Puglia e di Basilicata hanno finora usato i loro poteri politici e di controllo, dando l’impressione di tutelare più
gli interessi delle società petrolifere che la salute e i diritti dei lucani e dei pugliesi. La logica del profitto selvaggio è stata protetta dai governi degli ultimi 20 anni (in barba all’accordo di
Parigi COP21 per una reale svolta verso l’energia rinnovabile alternativa) ma ora potremmo essere ad un punto di non ritorno perché sono ormai minacciati in modo drammatico ed irreversibile interi ecosistemi. Ecco perche l’acqua è in pericolo e noi, pugliesi e
lucani insieme, dobbiamo difenderla. Se perdiamo l’acqua avremo perso tutto! Senza il petrolio si vive, senza l’acqua no.
La marca è anche l’occasione per rafforzare il senso di responsabilità individuale e collettiva, per scrollarsi di dosso la sindrome da assuefazione alla sudditanza e per inaugurare un nuovo corso solidale di pratica della democrazia dal basso. Partecipiamo a questo importante
appuntamento di piazza, a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, che con la sua visibilità mediatica non può rinunciare ad avere un ruolo chiave nell’affermazione di una Cultura dell’acqua, al riparo dagli “incidenti rilevanti” dell’industria del Petrolio e dalle
privatizzazioni che stanno andando avanti in tutta l’Italia meridionale, come quella che si sta prospettando per l’Acquedotto Pugliese nel 2018.
Per aderire alla manifestazione: mail@retesalvalacqua.it
Perchè un bicchiere d’acqua vale più di 1000 barili di petrolio