Mirella Liuzzi, deputata Movimento 5 Stelle: “PD finge divieto trivellazioni nei parchi, poi vota per proteggere gli interessi di ENI in Basilicata. Presa in giro per i lucani”. Di seguito la nota integrale.
“Il Partito Democratico, dopo aver esultato e propagandato il divieto assoluto di trivellazione nei parchi e nelle aree protette, prende in giro i cittadini lucani e salva dal divieto la concessione della Val d’Agri” ha dichiarato la deputata del M5S Mirella Liuzzi.
Da perfetti azzeccagarbugli, il Governo e il Partito Democratico, sono riusciti in un’impresa a dir poco impossibile: inserire un divieto ma escludere dallo stesso, tutte le “attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti”. “Nella schizofrenia più totale – prosegue Liuzzi – la maggioranza mostra il suo volto e rende inefficace il divieto che anche lo stesso Movimento 5 stelle aveva votato in commissione Ambiente. Del resto, il Governo fossile deve tutelare gli interessi che girano attorno al più grande giacimento petrolifero in terraferma che si trova in Basilicata. Infatti, se è vero che la scoperta di tale giacimento e la sua messa in produzione è avvenuta prima dell’istituzione del Parco Nazionale, è altrettanto vero che all’interno del Parco al momento si contano 7 piattaforme di perforazione su cui insistono 15 postazioni pozzi che danno origine a 24 pozzi petroliferi. Fermare questo scempio e bloccare il COVA sarebbe stato troppo per il partito dei petrolieri!
A differenza del PD che, ancora una volta ha dimostrato incoerenza e ipocrisia, il M5S ha votato no per amore dei parchi, dell’ambiente, del paesaggio, e per amore della Basilicata. Il M5S non cede le aree più preziose del territorio a chi ci guadagna a sfavore dei cittadini e del territorio. Purtroppo non ho potuto votare e partecipare alla discussione in aula a causa della sospensione dai lavori in conseguenza alla protesta pacifica per l’abolizione dei vitalizi” ha concluso Liuzzi.
Emedandamento Governo pro Eni, nota Placido (deputato Sinistra Italiana)
Il governo, il Pd e la maggioranza – in Commissione Bilancio – hanno elargito l’ennesimo omaggio all’Eni: nel corso della discussione per l’approvazione della nuova legge sulle ‘Aree Protette’ hanno modificato il testo che, all’unanimità, la Commissione Ambiente aveva licenziato e che sanciva l’incompatibilità tra le attività di ricerca ed estrazione petrolifera e il territorio delle aree protette. L’emendamento che la Commissione Bilancio ha imposto all’Aula di Montecitorio “salva” le attività già esistenti (vedi Val D’Agri) e “quelle a esse strettamente conseguenti”.
Il relatore di maggioranza ha sostenuto che l’interpretazione autentica della locuzione utilizzata fa esclusivamente riferimento alle attività di messa in sicurezza e di ripristino ambientale, ma si rifiuta di metterlo per iscritto.
Intendiamo denunciare questo ennesimo imbroglio che fa entrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta. L’espressione “attività strettamente conseguenti”, senza ulteriori specificazioni, apre la strada alla prosecuzione ininterrotta dell’azione di devastazione del territorio che l’Eni, indisturbata, ha messo in atto per un ventennio, ai danni della Basilicata dei suoi cittadini e delle sue risorse ambientali.
Facciano i parlamentari lucani di maggioranza quanto è in loro potere per evitare chhe altri colpi siano inferti alla regione.