Nella giornata di venerdì 26 maggio 2017 si è svolto un sopralluogo presso il Cova, promosso nell’ambito del procedimento di Messa in Sicurezza d’Emergenza (MISE) e caratterizzazione. Al sopralluogo, voluto dalla Regione Basilicata, hanno partecipato per la prima volta anche i tecnici Ispra che affiancano l’Arpab nella complessa attività di controllo della MISE, posta in essere da ENI a seguito dell’evento di infiltrazione nel sottosuolo di idrocarburi presso il Centro Oli. Presenti al sopralluogo tutti gli Enti coinvolti nel procedimento di cui all’art.242 del Testo Unico Ambientale: Regione Basilicata, Provincia di Potenza, Comuni di Grumento Nova e Viggiano, Consorzio ASI Potenza e ARPAB, oltre allo staff ENI.
Dopo un briefing iniziale di presentazione ed informazione da parte di Eni delle procedure di sicurezza alle quali attenersi durante la visita interna all’impianto, si è svolto il sopralluogo, prima internamente al Cova e poi nelle aree esterne. Sono state visitate le zone giudicate più importanti per il contrasto alla propagazione della contaminazione e per la sua riduzione. Successivamente nel pomeriggio si è svolto un incontro tecnico che si è protratto fino a sera. Durante l’incontro ENI ha fornito un quadro riassuntivo delle azioni di MISE che sono state poste in essere ed un primo rapporto sui loro effetti. L’incontro ha avuto anche lo scopo di proporre un “documento tipo”, redatto da Ispra, Arpab e Regione, che dovrà essere recepito ed applicato da Eni e sarà utilizzato per la presentazione periodica dei risultati delle attività di MISE. Data la gran mole di dati che scaturiscono dalle attività di monitoraggio, infatti, la loro caotica continua trasmissione non permette un sistematico e rapido controllo. La condivisione di un “protocollo di presentazione” delle attività, viceversa, renderà sistematica e chiara la valutazione della efficacia delle azioni poste in campo per l’immediato contrasto alla contaminazione. Si è anche discusso della fattibilità tecnica ed amministrativa dell’attivazione dell’impianto mobile di trattamento delle acque emunte, che permetterà una forte riduzione del ricorso alle autobotti.