Celebrato anche a Matera in mattinata il 71° Anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana.
Le autorità e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma si sono radunate presso la Villa dell’Unità d’Italia, finalmente libera dalle erbacce dopo il lavoro di manutenzione garantito dall’Amministrazione Comunale.
Il corteo si è diretto verso piazza Vittorio Veneto per gli onori al rappresentante del Governo, il Prefetto Antonella Bellomo, la deposizione di una corona di alloro al Monumento ai Caduti e il rito dell’alzabandiera. Hanno presenziato alla cerimonia il picchetto armato delle Forze Armate guidato dal comandante dell’Esercito Basilicata Donato Ninivaggi e delle Forze di Polizia mentre i brani musicali della cerimonia, l’inno del Piave e l’inno di Mameli in particolare, sono stati eseguiti dal complesso bandistico “Francesco Paolicelli” Città di Matera.
A seguire gli interventi della presidente della Consulta provinciale degli Studenti Arianna Antezza, del presidente della Provincia di Matera Francesco De Giacomo, del sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, del vice Ministro dell’Interno Filippo Bubbico e del Prefetto di Matera Antonella Bellomo, che ha dato lettura del messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Sul palco assieme ai massimi rappresentanti delle forze dell’ordine anche il Vescovo della diocesi di Matera-Irsina Monsignor Pino Caiazzo, il presidente del Consiglio Comunale di Matera e della Camera di Commercio di Matera, Angelo Tortorelli, la deputata Maria Antezza, il senatore Latronico, il sindaco di Ferrandina, Gennaro Martocca, il sindaco di Irsina Nicola Morea per Irsina e un assessore per Pomarico.
Le celebrazioni proseguiranno nel pomeriggio sempre in piazza Vittorio Veneto con l’ammainabandiera alle ore 18 mentre è stata annulata causa rischio pioggia la replica della rappresentazione dell’opera lirica “La Cenerentola”, due atti in forma scenica di Gioacchino Rossini a cura degli allievi del Conservatorio di Matera, rappresentazione prevista dalle ore 20,30 presso l’ex ospedale San Rocco.
Di seguito il report con tutti gli interventi in piazza Vittorio Veneto per la festa della Repubblica.
“Oggi ricordiamo i valori e le prospettive della nostra Repubblica in attesa che tra qualche giorno a Matera, il Presidente del Consiglio affronti e un tema centrale come quello che riguarda il Mezzogiorno d’Italia”. Così il sindaco Raffaello de Ruggieri ha esordito intervenendo alla cerimonia in piazza Vittorio Veneto. “Voglio ricordare il lavoro e lo spirito che il Mezzogiorno ha offerto nella costruzione del nostro Paese. La Repubblica, nel suo fremito iniziale, partì da questi territori. 120 uomini, provenienti da varie parti d’Italia e di differente condizione sociale e fedepolitica, il 28 e 29 gennaio 1944 si riunirono al teatro Piccinni di Bari per discutere delle sorti del Paese e prefigurare un destino felice per la comunità nazionale – ha ricordato il sindaco – All’unanimità, in quell’occasione, definirono la situazione del Paese una sciagura e invocarono la ricostruzione morale e materiale attraverso la Repubblica. Qualche mese dopo, il 3 a 4 dicembre dello stesso anno, in un’altra riunione sempre a Bari organizzata da Michele Cifarelli e da mio padre nella sede del Comune, si aprì la strada che portò la nazione a realizzare la Repubblica democratica.
Il prossimo 5 giugno, in occasione della visita del Presidente del consiglio – ha proseguito il sindaco – dovremo essere portatori di quelle testimonianze di dignità e di forti valori etici e morali. Chiedo perciò agli uomini e alle donne di Matera di entrare in campo, di essere attori e non spettatori, protagonisti e non comparse. Dobbiamo uscire dall’apnea della stasi e affrontare le questioni con forza e costanza.
Nella nostra città tutto ciò sarà possibile perché l’1 luglio di quest’anno al Comune arriveranno 45 nuove unità . E’ un miracolo che cammina sulle gambe dei nostri parlamentari e in particolare dell’on. Maria Antezza che ha lavorato con caparbietà e costanza per raggiungere questi traguardi. Dobbiamo credere in questa Repubblica – ha concluso – ma bisogna anche comprendere che esiste un divario fra nord e sud che va colmato con la programmazione nazionale che chiederemo al ministro De Vincenti e al Presidente del Consiglio”.
Alla cerimonia era intervenuta anche Arianna Antezza, che per l’ultima volta ha rappresentato da presidente la Consulta provinciale degli studenti, sottolineato il valore della democrazia e dle concetto di Repubblica. “L’art.1 della Costituzione – aveva esordito – che l’Italia è una Repubblica democratica, rappresentativa e di tutti. La nostra democrazia esige un nutrimento spirituale e un abito morale che si alimentga della partecipazione dei cittadini ai valori della comunità e alla vita delle istituzioni. Lo Stato ha in parte perso il proprio obiettivo: di unione della società, di protezione dei diritti del cittadino. Non esiste più – ha aggiunto – l’impresa pubblica che fa crescere le coscienze. Ieri ho sfiorato questo concetto, in occasione della festa dello Studente realizzata con la Consulta provinciale degli Studenti. Ci siamo presi le nostre responsabilità con uno scopo: unirci sempre di più”.
Il presidente della Provincia, Francesco de Giacomo ha aggiunto: “Facciamo gli auguri alla nostra Repubblica in una data che dovrà essere sempre più densa del suo significato originario. Oggi è l’anniversario dell’Italia, la festa di tutti noi che ci sentiamo uniti dal tricolore. Al centro del concetto di repubblica democratica, deve esserci il rispetto della persona in quanto titolare di diritti. La società dovrebbe aspirare a fare in modo che nessuno resti ai margini ma che i cittadini siano sempre più coinvolti nelle scelte delle istituzioni e della politica. Uno spirito che va segnalato in particolare ai giovani che sono i governanti di domani, oggi più che mai impegnati a combattere l’omogenizzazione di massa. La libera partecipazione – ha concluso – non sia associata alla demagogia, che la differenza non sia sinonimo di paura. Prendendo in prestito le parole di Piero Calamandrei nel discorso della Costituzione del 1955 ricordo: La nostra Costituzione è in parte ancora un programma, un ideale, una speranza, un lavoro da compiere”.
Il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico ha ricordato: “La festa della Repubblica conferma l’impegno di fedeltà che gli uomini delle istituzioni, gli appartenenti alle forze dell’ordine, alle forze di polizia devono confermare ogni giorno attraverso il loro lavoro, affinchè la sicurezza dei cittadini sia garantito. La crisi economica – ha proseguito – dura da troppo tempo e il Capo dello Stato richiama continuamente l’attenzione di tutti perché la Repubblica attraverso le istituzioni, le organizzazioni sociali, i cittadini, facciano ognuno la propria parte. L’Italia – ha concluso – è dotata di straordinarie risorse e noi dobbiamo saper selezionare gli investimenti necessari affinchè anche in difficoltà e crisi, il rendimento delle politiche pubbliche possa crescere. La Festa della repubblica significa riflettere sui valori fondamentali della nostra Costituzione”.
In chiusura della cerimonia il Prefetto Antonella Bellomo ha letto il messaggio del Capo dello Stato sergio Mattarella il quale ha ricordato, tra l’altro, agli italiani: “I valori che ci hanno unito il 2 giugno del 1946 continuano a guidarci per realizzare lo stesso desiderio dei nostri padri: dare alle future generazioni un’Italia in pace, prospera e solidale, in grado di assolvere a un ruolo autorevole e propulsivo all’interno di quella comunità internazionale che abbiamo contribuito a edificare.
Le difficoltà che stiamo affrontando, le minacce alla nostra sicurezza e al nostro benessere vanno sostenute con la limpida coscienza dei risultati raggiunti.
Ci accompagna la consapevolezza che in un mondo sempre più interdipendente, non potrà esservi vera sicurezza se permarranno focolai di crisi e conflitti; non potrà esservi vero benessere se una parte dell’umanità sarà costretta a vivere nella miseria”.
Festa della Repubblica, intervento di Arianna Antezza, presidente Consulta provinciale degli Studenti
Salve a tutti,
Ringrazio tutti per essere qui a commemorare la Storia del nostro paese.
L’articolo 1 della nostra Costituzione sancisce che l’Italia è una Repubblica – siamo qui per festeggiare questo il due giugno La Repubblica secondo le elezioni del 46 – una Repubblica, ed io mi soffermerei su questo, democratica, pubblica,rappresentativa, e di tutti, una cosa di tutti.
LA nostra democrazia, la democrazia italiana, esige un nutrimento spirituale, un ‘abito morale’ che si alimenta della partecipazione dei cittadini ai valori della comunità e alla vita delle istituzioni.
La nostra democrazia oggi, che noi oggi festeggiamo, non può essere soltanto esteriorità legale.
questo sono i pensieri che io voglio lasciare oggi.
non e’ sterile obbedire a delle leggi.
non e’ stereotipare un ruolo istituzionale.
Non confondiamo mai il ruolo istituzionale con un politico.
La parola adatta in questo caso sarebbe ‘compenetrazione nello Stato’.
Non sto giustificando nessuno oggi, assolutamente, lo Stato ha in parte perso il suo obbiettivo: l’obiettivo di unione della società, di guida, di protezione dei diritti del ‘cittadino’, come colui che gode della cittadinanza, perché non esiste più la vera impresa pubblica atta a divulgare conoscenza e a far crescere davvero il paese.
Ho sfiorato questa sensazione, questa idea di comunità ieri, il primo 1 giugno, al Parco del Castello con l’attività che ho realizzato con la Consulta Provinciale degli Studenti.
Due anni di lavoro di cui uno di puro allenamento insieme a circa cento ragazzi e l’età media era di 17 anni.
Eravamo ancora di più di quanti siete oggi in piazza ed abbiamo permesso a 6000-7000 persone ieri di essere al Parco del Castello.
I ragazzi si sono presi le loro responsabilità, hanno fatto scelte, ed avevano un obiettivo come ce l’avevo io, avevamo lo stesso obiettivo unirci sempre di più, coadiuvare le nostre forze al fine della riuscita non di un semplice evento, ma della “Festa dello Studente” e se si chiama così c’è un motivo.
Non so se i vostri figli o nipoti siano o meno venuti a chiedervi un euro o due euro in più, ma sappiate che in quel momento in cui l’hanno fatto, per me diventavano rappresentanti di Consulta anche loro e la consulta, a sua volta, diventava un organo smaterializzato, che è diventato di tutti.
Questo era quello che volevo: pur essendo frutto di numerose e noiose elezioni, la Consulta l’abbiamo fatta diventare di tutti gli studenti, erano tutti uniti.
Questo è il mio ultimo discorso da Presidente della Consulta ed ammetto di avere conosciuto tante persone, che mi hanno concesso la loro fiducia a partire dal Prefetto di Matera.
Mi ricordo che la prima volta che dovevo andare in Prefettura, sono stata in Questura, poi sono arrivata dal Prefetto che mi ha detto se sei andata lì, significa che dobbiamo migliorare il nostro rapporto con i giovani, di informativa con i giovani.
Poi abbiamo cominciato a realizzare il primo quadrangolare ed il secondo quadrangolare e spero ce ne sarà un terzo anche se io non ci sarò più.
La prima volta che sono stata in Provincia, il Presidente della Provincia ed il suo segretario hanno cominciato a discutere con me dei loro progetti futuri, ed a cosa pensassimo io e gli altri rappresentanti di quello che volevano realizzare.
Hanno permesso a tanti ragazzi, la Provincia ha permesso a 570 ragazzi ieri, di tornare a casa all’una.
Poi sono stata in Questura, con il Questore ho cominciato a parlare di quella che doveva essere l’organizzazione dell’evento precedente, del 2016, del 28 maggio, e dell’evento di quest’anno.
Ogni volta che un rappresentante entrava in Questura – e questo mi è stato riferito – sembrava che fossero tutti Presidenti della Repubblica, cioè tutti trattati allo stesso modo e tutti si sono sentiti più tutelati, quindi Stato non come nemico, ma Stato come parte integrante.
Non ho avuto purtroppo la fortuna e spero che questo accadrà di confrontarmi personalmente con il sindaco di Matera. Spero di poterlo fare presto prima ancora che il mio mandato finisca e spero che ci sia un attività di continuità in questa città che abbiamo fatto vivere e voglio che viva come è successo in questi due anni.
Grazie.
Di seguito la fotogallery delle celebrazioni e le note sulla Festa della Repubblica dell’assessore regionale Luca Braia e del presidente del Consiglio regionale Franco Mollica.
Festa della Repubblica, Luca Braia (Assessore Regionale Politiche Agricole e Forestali): “Viva la Comunità che difende la libertà”. Di seguito la nota integrale.
Viva la Repubblica, viva l’Italia, viva la scelta coraggiosa del popolo italiano che il 2 giugno 1946 ha deciso che il Paese era pronto per quella che forse è stata la più grande svolta democratica della nostra storia, passando dalla monarchia alla Repubblica. Un salto di qualità e di libertà grazieal quale tutti i cittadini e le cittadineda 71 anni possono parteciparealle scelte fondamentali della Nazione.
Viva la Repubblica, viva la democrazia, viva gli italiani e viva anche i lucani che incontro ed ascolto ogni giorno e che sono onorato, come uomo delle istituzioni, di rappresentare. Viva la persone che con onestà, responsabilità, sacrificio, senso civico e senso del dovere, con impegno nonostante le mille difficoltà, continuano a credere che insieme possiamo non solo immaginare ma, soprattutto, costruire un futuro migliore, creando le condizioni del cambiamento, provando a dare risposte concrete soprattutto sui temi del lavoro e dello sviluppo, in un tempo certo non facile.
Viva la Repubblica, viva l’Italia, viva la Basilicata, viva la libertà e il senso di appartenenza e l’orgoglio di vivere oggi in unPaese bellissimo grazie al coraggio dei tantissimi che hanno donato anche la vita per riportarel’Italia in pace e contribuire a renderla, come ben afferma il Presidente Mattarella, “prospera e solidale, in grado di assolvere a un ruolo autorevole e propulsivo all’interno di quella comunità internazionale che abbiamo contribuito a edificare”.
Viva la Repubblica, viva i valori, viva la democrazia conquistata e sempre da difendere, con un ringraziamento doveroso a coloro che si adoperano quotidianamente perché l’Italia sia un paese al contempo sicuro ma anche accogliente ed inclusivo.
Viva noi tutti. Viva la Comunità che vive e lavora per difendere la libertà.
Festa della Repubblica, intervento di Francesco Mollica, Presidente del Consiglio regionale della Basilicata
Il 2 giugno del 1946 il popolo italiano e, quindi, anche quello lucano, logorato da un conflitto lungo ed intriso di vicende quasi inenarrabili per la loro drammaticità, operavano una precisa scelta, dando una svolta al Paese che passava dalla monarchia alla repubblica. Si attuava così quel processo di cambiamento, di piena unificazione, che con entusiasmo e tenacia era stato avviato sin dall’Ottocento. Sono stati necessari quasi cento anni e due terribili guerre mondiali, oltre che scontri ideologici anche violenti, per arrivare ad una Nazione in sintonia, coesa e repubblicana.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Recita così l’articolo 1 della Costituzione della Repubblica italiana che, appunto, tra i suoi principi fondamentali inserisce il lavoro. Sono stati accorti e precisi i padri costituenti, convinti assertori del ruolo fondamentale che riveste l’occupazione per una esistenza decorosa e dignitosa di ogni cittadino. Evidentemente, sono stati anche lungimiranti, pensando scrupolosamente anche al futuro, se è vero, come è vero, che a distanza di 71 anni da quell’ormai lontano 2 giugno del 1946, il problema della mancanza di lavoro è sempre al centro dell’attenzione ed è diventato una piaga sociale di proporzioni enormi, quasi inimmaginabili.
Oggigiorno è, senza ombra di dubbio, il filo conduttore che deve ispirare ogni azione di chi amministra la cosa pubblica, a tutti i livelli istituzionali. L’impegno delle istituzioni locali, che noi rappresentiamo, deve continuare sempre ad ispirarsi a quei principi che uniscono le nostre comunità. Evitiamo pertanto divisioni o lacerazioni che ci fanno solo tornare indietro e smarrire il sentiero della coesione sociale.
Il mio pensiero va a tutti gli italiani, popolo onesto e laborioso, ai lucani che in modo responsabile continuano ad assumersi le proprie responsabilità e affrontare con impegno le difficoltà del momento, a coloro che non hanno il lavoro o lo hanno perso a causa della crisi economica; va ai militari di tutte le Forza armate che prestano servizio dentro e fuori i confini nazionali e che dedicano il loro lavoro e il loro sacrificio per la sicurezza della nostra Patria e per mantenere la pace in zone dove tutt’ora ci sono controversie sociali e militari.
Ma soprattutto, il mio saluto vuole arrivare ai giovani che rappresentano il nostro futuro e per i quali occorre impegnarsi davvero per dare risposte sempre più efficaci e concrete.
La Repubblica è certamente una delle più alte manifestazioni di democrazia di un popolo, che dimostra la sua maturità nella capacità di autodeterminarsi, di darsi regole certe da rispettare, di sentirsi un popolo unico e unito.E’ arrivato il momento che ognuno di noi, mettendo da parte i sentimenti di negatività e disfattismo diffusi, dichiari di essere fiero, se lo è, di appartenere a questo straordinario Paese che è l’Italia e lo faccia attraverso comportamenti coerenti e di esempio ai tanti, per fortuna la maggioranza, italiani onesti, perbene e rispettosi delle leggi.Il 2 giugno è la Festa di tutti gli italiani, della Costituzione, del Tricolore, del nostro Inno, dove si respira il vero significato della Festa della Repubblica.
Siamo orgogliosi di essere italiani.
Viva la Basilicata, viva l’Italia, viva la Repubblica, viva il Tricolore.