Pio Abiusi, per conto dell’associazione Associazione Ambiente e Legalità in una nota fa il punto sulla questione che riguarda la discarica di rifiuti solidi urbini di La Martella. Di seguito la nota integrale.
Bisogna distinguere la discarica- quella del laghetto- dalla piattaforma-l’impiantistica presente sul posto-. Fino al 2015 parlavamo sempre e solo di discarica perchè l’impiantistica in 30 anni, da quando è stata montata, non ha mai funzionato. Da Ottobre 2015 grazie alla gestione di una ditta privata quelle macchine arrugginite e mal messe si sono messe in moto ed hanno selezionato il rifiuto dividendolo tra sopravaglio- il secco- e sottovaglio- l’umido-. Il rifiuto così diviso viene inviato ad altri impianti per le lavorazioni successive e non va in discarica, la nostra. Il 2 Marzo dello scorso anno la vecchia piattaforma è stata diffidata dal operare da parte del competente ufficio regionale, finalmente! Bisognava fare una manutenzione straordinaria stimata in 1,2 Meuro, risorse che sono state anticipate al Comune di Matera dalla Regione; bisognava,inoltre, eliminare il sovrabbanco appena creatosi perchè il dirigente addetto perde il pelo ma non il vizio ed occorreva eliminare,inoltre, il percolato stabilmente presente tanto da formare il laghetto al quale siamo ormai affezionati. I rifiuti “tal quale”dopo la diffida sono stati avviati ad altri impianti, preminentemente a Rendina Ambiente. La manutenzione straordinaria partì e venne completata sul finire della scorsa estate. Circa il sovrabbanco si continuò nella insana pratica di aumentare i volumi avvalendosi di una ordinanza contingibile ed urgente ingiustificata e protratta oltre i limiti della legalità.
Quel sovrabbanco , divenuto nel frattempo pari a 9 mila tonn., andava rimosso così come il percolato, divenuto nel frattempo pari a 7 mila mc..I rifiuti prodotti prendevano la via del termodistruttore e quando fu possibile delle piattaforme con annesse discariche di Tricarico e Colobraro. La Regione concesse una autorizzazione provvisoria ad utilizzare la piattaforma per lavorare il sovrabbanco ed avviarlo ad altri impianti per il successivo trattamento. L’autorizzazione provvisoria venne concessa fino al 29 Marzo 2017 e si pensò potesse essere un termine abbondante; l’assessore Acito in conferenza stampa garantì l’ultimazione dei lavori entro il 2 Febbraio scorso. Il termine è scaduto abbondantemente anche quello fissato dalla Regione nella sua autorizzazione provvisoria ma adesso, alla buon ora, ci dovremmo essere. Il sovrabbanco è stato rimosso così come il percolato- addio laghetto-. Occorre che Provincia ed Arpab facciano un sopralluogo e relazionino al competente ufficio regionale. Se alle prescrizioni imposte Il comune avrà ottemperato la diffida verrà rimossa; l’impianto che adesso è fermo potrà iniziare la lavorazione quotidiana e non vi sarà più bisogno di ricorrere alle discariche di Tricarco e Colobraro ed il risparmio per le tasche dei cittadini sarà pari a circa 5.600 euro giornalieri che riportato ad anno significherà un risparmio di 1,6 Meuro. Questo è lo stato dell’arte ad oggi circa la gestione dei R.S.U. di Matera senza voler sottacere che l’emungimento del percolato è costato 350 mila euro e sarebbe potuto costare 150 mila circa. Tralasciamo, per economia di intervento, il procedimento che è in corso di cui all’art. 242 del decreto ambiente e per il quale a fronte dell’inquinamento in atto dopo il piano di caratterizzazione non è stato approvata l’analisi di rischio, perchè gli uffici comunali non avevano fatto i compiti a casa ed ora bisognerà verificare se lo svolgimento, del compito, sia del tutto regolare. Una volta arrivati alla approvazione dell’analisi di rischio bisognerà approvare il piano di bonifica e poi finalmente…la bonifica. Soffermiamoci, invece, sulla procedura di infrazione aperta dalla commissione europea che ha deferito alla Corte europea di Giustizia l’Italia affinchè assicuri che lo smaltimento e la gestione dei rifiuti presso vecchie discariche possa avvenire in conformità con la legislazione dell’UE. La commissione trasmise all’Italia, nel giugno 2015 un parere motivato per procedura di infrazione relativo a 50 discariche e di queste 25 erano in Basilicata. La Regione fece le sue controdeduzioni per tutte e 25 e 3 uscirono dall’elenco dei cattivi: Oppido Lucano, Vaglio di Basilicata ed una delle tre di Potenza ma si è aggiunta la discarica di La Martella di Matera. La Martella, infatti, non era ricompresa in quell’elenco perchè facendo il gioco delle tre carte si era riusciti ad escluderla. Una lettera inviata dalla nostra Associazione il 19 Dicembre 2014 alla Commissione Europea ed una successiva Petizione curata dal M5S di Matera inviata alla predetta Commissione hanno fatto nascere l’attenzione, come è giusto che fosse, ed ora anche la discarica di Matera è tra quelle deferite alla Corte di Giustizia Europea; le discariche segnalate sono divenute 44 e per la Basilicata 23 ma la new entry, Matera, temiamo sia quella che richiede il maggior esborso per la bonifica.Di questo la responsabilità è della classe politica materana che si è alternata negli anni. Per non tediare oggi non scendiamo nei dettagli illustrando la nota inviata alla commissione europea e per la quale la discarica di La Martella secondo noi andava in infrazione comunitaria. La regione Basilicata è già corsa ai ripari stanziando circa 5 Meuro per la bonifica di 8 discariche,3 sono in carico a privati, restano12 in attesa di finanziamento per la bonifica tra cui il bubbone è Matera.
Signor Abiusi, uno stralcio della sua lunga e dettagliata ricostruzione, non è molto chiaro a tutti, ovvero: “Da Ottobre 2015 grazie alla gestione di una ditta privata quelle macchine arrugginite e mal messe si sono messe in moto ed hanno selezionato il rifiuto dividendolo tra sopravaglio- il secco- e sottovaglio- l’umido-“.
Quello che non viene detto è che la ditta privata, al costo di circa 1.000.000 di euro su base annua, oltre al 1.200.000 anticipati dalla regione e pagati dai contribuenti materani, ha ripristinato un impianto di trattamento rifiuti che, non è stato mai chiarito il perchè, era stato in precedenza smantellato in buona parte e venduto a “ferro vecchio” nonostante fosse ancora funzionante.
Questo qualcuno lo dovrebbe spiegare a noi contribuenti…
1 meuro di gestione annua? NO! Si sarebbe dovuta fare la gara. Siamo sottosoglia- 40 mila euro. Quando le macchine funzionano ci fanno risparmiare dalle 80 alle 100 euro a tonn.rispetto alla differenza di costo a tonn. dell’impianto che cura lo smaltimento finale per nostro conto . Perchè le macchine si sono arruginite senza mai funzionare in 30 anni? Volendo assolvere ecumenicamente: E’ Manico! Ed io per primo dico che la risposta è insoddisfacente.