Oreste Agosto e Albina Colella in rappresentanza del Comitato Tecnico-Scientifico per l’Ambiente e la Salute a Sud in una nota affrontano una questione quanto mai attuale sulla tutela delle acque dalle attività petrolifere, e sull’applicazione delle norme del Codice dell’Ambiente. Si tratta di una problematica di prim’ordine, su cui si sta combattendo e si combatterà una battaglia forte che coinvolgerà più di una regione meridionale. Di seguito la nota integrale in cui si annuncia che è stata impugnata dal Governo la legge della Regione Campania sul divieto di trivellazioni. Di seguito la nota integrale.
Come prevedibile il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa, ha deliberato di impugnare la legge regionale Campania n. 10 del 31.3.2017, nella parte riguardante l’estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi, in cui viola i principi fondamentali in materia di «produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia» e di «governo del territorio» di cui all’art. 117, terzo comma, della Costituzione.
La norma censurata prevede che: “ La Regione Campania, al fine di tutelare e conservare le acque superficiali e sotterranee esistenti sul territorio regionale destinate al consumo umano, vieta, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, la prospezione, la ricerca, l’estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi nonché la realizzazione delle relative infrastrutture tecnologiche nelle aree di affioramento di rocce carbonatiche, così come perimetrate ed evidenziate nella cartografia idrogeologica del Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico dell’Appenino Meridionale”.
La Regione Campania, quindi, al di là della buona volontà ha chiaramente violato i principi costituzionali della potestà legislativa concorrente tra Stato e Regione, questione già decisa pacificamente dalla Corte costituzionale.
Per quale ragione il Governatore De Luca ha agito in questo modo ?
Eppure lo strumento giuridico corretto era stato da tempo evidenziato dal Comitato Tecnico-Scientifico per l’Ambiente e la Salute a Sud sia alla Regione Campania sia alla Regione Basilicata.
Il Codice dell’Ambiente di cui al D.lgs n. 152/2006, in particolare prevede agli articoli 121 e ss., l’approvazione del Piano di Tutela delle Acque,
Le Regioni Campania e Basilicata non hanno proceduto all’approvazione del detto Piano non solo al dicembre 2008, ma nemmeno nel termine ultimo del 31.12.2016.
Tale strumento è necessario anche per individuare i corpi idrici sotterranei e le loro aree di ricarica, e dunque per evitare l’inquinamento delle falde acquifere, soprattutto nelle aree carsiche, come quelle ad esempio dei Monti della Maddalena.
L’inadempienza regionale poteva essere colmata con una misura di salvaguardia nelle more dell’approvazione del Piano di Tutela delle Acque.
Ma le misure di salvaguardia non sono state approvate né dalla Regione Campania né da quella lucana.
Le inadempienze regionali e l’errore legislativo campano sono gravissime e determinano la distruzione dei territori meridionali.
I rispettivi governatori si assumeranno le loro responsabilità.
Oreste Agosto e Albina Colella in rappresentanza del Comitato Tecnico-Scientifico per l’Ambiente e la Salute a Sud