Martedì 6 giugno 2017 alle ore 19 nel vicinato di Sextantio Le Grotte della Civita di Matera si terrà la presentazione del libro “I tormenti del giovane Kihlgren”, di Daniele Kihlgren, Ricerche e Redazioni Editore.
Insieme a Daniele Kihlgren interverranno il giornalista Rossano Cervellera, l’architetto Nico Colucci, la guida turistica Michele Zasa ed il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri.
Il libro
Si tratta del primo libro di Daniele Kihlgren, filosofo e imprenditore italo-svedese che alla fine degli anni Novanta ha deciso di recuperare l’antico borgo di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), trasformando l’intero paese in un albergo diffuso di straordinaria qualità, riscoprendo e valorizzando la cultura materiale del luogo. Un libro che non lascia indifferenti quello di Daniele, un testo molto intimo, una narrazione estremamente originale, nella quale rileggere una vita intera, tra racconti, testimonianze, memorie, intuizioni, emozioni…. I diritti d’autore derivanti dalla vendita del volume saranno interamente devoluti da Daniele Kihlgren al Progetto “Assistenza sanitaria per tutti”, che mira a offrire l’assistenza sanitaria alle persone indigenti in Rwanda.
«Tanti anni fa – scrive Daniele nelle pagine iniziali del volumetto, dalla veste grafica estremamente raffinata – arrivai per caso in un borgo quasi integralmente abbandonato della terra d’Abruzzo, Santo Stefano di Sessanio; mi ero perso per le vie sterrate intorno al castello medioevale di Rocca Calascio e, vagando per quei territori, giunsi per caso in una strada che risaliva la montagna verso l’altipiano di Campo Imperatore, finché apparve d’improvviso il borgo incastellato lambito da un piccolo lago creato da una fonte sorgiva naturale. Nel borgo antico e nel paesaggio agrario circostante non vi era segno alcuno del ventesimo secolo… Tutto si era fermato al tempo passato. Solo il borgo di pietra che si fondeva con un paesaggio rurale ricco di segni di antiche pratiche di sussistenza ormai quasi in disuso. Erano anni che cercavo luoghi dove ancora non si era corrotto un paesaggio storicamente così identificante il nostro paese fino a diventarne uno stereotipo dell’immaginario: borghi incastellati eretti sulla sommità delle colline, circondati dal territorio campestre…»