Si chiama Daniele Kihlgren, è un filosofo e un imprenditore. Suo padre è svedese ma lui è nato a Milano, vive a Roma e ha deciso dal 2009 di investire nei Sassi di Matera ricavando una meravigliosa struttura ricettiva attraverso un coraggioso progetto di ristrutturazione di alcune grotte che si trovano nella zona della Civita. SextantioLe Grotte della Civita di Matera: è questo il nome scelto per l’albergo diffuso che consente ai visitatori di “respirare” la storia millenaria della città dei Sassi ma è solo l’ultimo investimento in ordine cronologico di Daniele Khilgren, che aveva già recuperato in precedenza l’antico borgo di Santo Stefano di Sessanio, in provincia di L’Aquila, trasformando l’intero paese in un albergo diffuso di straordinaria qualità, riscoprendo e valorizzando la cultura materiale del luogo. Daniele Kihlgren ha raggiunto nel pomeriggio la sua struttura ricettiva nei Sassi di Matera per presentare il suo libro “I tormenti del giovane Kihlgren”, che ripercorre le sue esperienze legate alla sua storia imprenditoriale e alle sue esperienze di grande solidarietà in Congo. Daniele Kihlgren ha presentato il suo racconto in compagnia del giornalista Rossano Cervellera, dell’architetto e fotografo Nico Colucci, entrato in contatto con l’autore quando doveva scegliere i luoghi da scattare per l’ultima pubblicazione dedicata all’evoluzione dei Sassi di Matera e della guida turistica Michele Zasa.
“I tormenti del giovane Kihlgren si presenta con un testo molto intimo, una narrazione estremamente originale, nella quale rileggere una vita intera, tra racconti, testimonianze, memorie, intuizioni, emozioni. Nel corso della presentazione ufficiale è stato ricordato che i diritti d’autore derivanti dalla vendita del volume saranno interamente devoluti da Daniele Kihlgren al Progetto “Assistenza sanitaria per tutti”, che mira a offrire l’assistenza sanitaria alle persone indigenti in Rwanda.
«Tanti anni fa – scrive Daniele nelle pagine iniziali del volumetto, dalla veste grafica estremamente raffinata – arrivai per caso in un borgo quasi integralmente abbandonato della terra d’Abruzzo, Santo Stefano di Sessanio; mi ero perso per le vie sterrate intorno al castello medioevale di Rocca Calascio e, vagando per quei territori, giunsi per caso in una strada che risaliva la montagna verso l’altipiano di Campo Imperatore, finché apparve d’improvviso il borgo incastellato lambito da un piccolo lago creato da una fonte sorgiva naturale. Nel borgo antico e nel paesaggio agrario circostante non vi era segno alcuno del ventesimo secolo… Tutto si era fermato al tempo passato. Solo il borgo di pietra che si fondeva con un paesaggio rurale ricco di segni di antiche pratiche di sussistenza ormai quasi in disuso. Erano anni che cercavo luoghi dove ancora non si era corrotto un paesaggio storicamente così identificante il nostro paese fino a diventarne uno stereotipo dell’immaginario: borghi incastellati eretti sulla sommità delle colline, circondati dal territorio campestre…»
La fotogallery della presentazione ufficiale del volume “I tormenti del giovane Kihlgren” (foto www.SassiLive.it)