Spenti i riflettori sull’incontro a Matera del Premier Gentiloni resta l’ombra di un grande assente nel settore delle infrastrutture finanziate o progettate o più semplicemente pensate per la Basilicata: l’aviosuperficie di Pisticci. Nemmeno una parola è stata spesa persino per un ipotetico programma di intervento. Eppure alla vigilia Massimo De Salvo (presidente Confapi Matera) e Claudio Nuzzaci (presidente Sezione Edili Confapi Matera), in una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, e al ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, avevano sollecitato un impegno. “La mancata valorizzazione dell’aeroporto Mattei di Pisticci Scalo – hanno scritto i dirigenti Confapi – significa perdere un’opportunità vantaggiosa per l’intera collettività, che consentirebbe a Matera di assumere un ruolo centrale anche rispetto alle aree della regione che sono dall’altra parte rispetto a Bari, cioè il Metapontino, la Val d’Agri e il Vulture, diventando cioè capofila di un circuito turistico che tenga insieme anche le altre aree della regione e trainante del turismo anche dell’alta Calabria e di tutti quei visitatori europei e italiani che per vari motivi non transitano da Napoli o da Bari”. Parole chiare a riprova di quanto l’imprenditoria materana e lucana credano fortemente nella struttura aeroportuale di Pisticci. Altrettanta volontà di impegno invece non si è registrato da parte istituzionale e politica che si sono limitati a rivendicare tempi e risorse certi per la linea ferroviaria Matera-Ferrandina e per la Bradanica. E persino il messaggio che il Presidente Pittella ha lanciato da Nemoli candidando la Basilicata a diventare una “piattaforma logistica nel Mediterraneo specie all’indomani del raddoppio del canale di Suez” non tiene conto della necessità di aeroporto lucano come se si potesse mai pensare ad una piattaforma logistica senza voli che da Pisticci raggiungono in un’ora-un’ora e mezza capitali dei Paesi del Nord-Africa. Pittella invece invoca investimenti del Governo e delle Regioni solo sui porti di Salerno e Taranto.
Una situazione che stona in maniera ancora più evidente con due dati che dovrebbero da soli produrre un maggiore ottimismo sul futuro del trasporto aereo e persino sulla “vicenda Alitalia”. Il primo: il trasporto aereo – riferisce Censis – è cresciuto anche negli anni della crisi, tra il 2007 e il 2017, aumentando in Italia del 21,8%. Nel 2016 il traffico negli scali italiani ha superato i 164 milioni di passeggeri. La crescita nell’ultimo quinquennio è stata dell’11,1% e solo nell’ultimo anno del 4,6%. Anche la congiuntura più recente è molto positiva: +6,6% nel primo quadrimestre del 2017. Il secondo dato: impennano gli investimenti negli aeroporti italiani,dopo i 750 milioni del 2016, nei prossimi 4 anni – lo dice Enac – saranno investiti più di 4 miliardi, cioè più di quanto sia stato investito nel settore dal 2000 al 2015.
Giu 11
Confapi ha le gomme sgonfie???????????