Mercoledì 14 giugno 2017 a Matera presso il cinema Il Piccolo alle ore 18 – 19.50- 21.40 l’associazione Cinergia presenta il film “Le cose che verranno”.
Biglietto: 4 euro.
Il viaggio (2016)
Titolo originale: The Journey
Regia: Nick Hamm
Genere: Drammatico – Produzione: Regno Unito – Durata: 94′
Cast: Freddie Highmore, Toby Stephens, John Hurt, Catherine McCormack, Timothy Spall, Colm Meaney, Ian McElhinney, Ian Beattie, Barry Ward, Kristy Robinson
Britannici e irlandesi hanno riunito i partiti politici dell’Irlanda del Nord a St. Andrews, in Scozia, per discutere un accordo storico. Improvvisamente, dopo i giorni bui dei Troubles, la pace sembra possibile. L’unico ostacolo è convincere il fervente predicatore protestante Ian Paisley e il repubblicano irlandese Martin McGuinness ad accettare l’accordo e governare insieme. Ma i due si rifiutano persino di rivolgersi la parola! La straordinaria storia dei due acerrimi nemici nell’Irlanda del Nord – il leader del Partito democratico unionista Paisley e il politico del Sinn Fein, Martin McGuinness – e di quando furrono costretti a fare un breve viaggio insieme mettendo da parte il loro passato e incominciando a stringere un’amicizia che porterà all’uso del soprannome “The Chuckle Brothers”.
Il 21 marzo 2017, a 66 anni, è morto Martin McGuinness, storico comandante dell’IRA e vice primo ministro dell’Irlanda del nord dopo gli accordi di pace. Di questa pace racconta Il viaggio. Di come due acerrimi nemici, McGuinness (Colm Meaney) e il reverendo unionista Ian Paisley (Timothy Spall), noto per avere definito al parlamento europeo Giovanni Paolo II «l’Anticristo» (e per questo “persona non grata” in Italia), diventarono “amici” durante un viaggio in macchina di poco più di un’ora, e sbloccarono gli accordi che portarono all’autonomia amministrativa della nazione e alla convivenza tra le due anime, repubblicana e britannica. Correva l’anno 1998. Allora l’Irlanda del nord aveva un milione e 800 mila abitanti. Le vittime, in 30 anni di Troubles, sono state oltre 3.000, 50.000 le persone ferite o segnate dalla violenza settaria. Una scia di sangue finita (o quasi) con una stretta di mano. Non sono le buone intenzioni “politiche” a rendere un film riuscito o meno. Il viaggio di Nick Hamm però valorizza la performance di due attori che non hanno bisogno di referenze, rende a tratti surreale il “viaggio” fino a fargli perdere i connotati fisici per entrare in una dimensione esistenziale, perfino religiosa. Persi in una chiesetta diroccata, mentre la macchina è in panne, i due leader fanno i conti con se stessi: nessuno ammette di avere morti sulla coscienza ma il confronto è a un livello più alto. Nuoce un certo eccesso mimetico delle caratterizzazioni (specie Spall) ma la drammaturgia è potente, tanto da rendere epico un episodio apparentemente casuale. Gustoso il ruolo di John Hurt. (Mauro Gervasini)