Riceviamo e pubblichiamo la nota di don Basilio Gavazzeni in cui contesta il contenuto di un opuscolo prodotto dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 denominato “Open Future”, lo slogan lanciato dopo il successo ottenuto il 17 ottobre 2014 in occasione della designazione di Matera a capitale europea della cultura 2019. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Basilio Gavazzeni: “Openfuture, ritiratelo”
“Open Future” è un opuscoletto appena distribuito per propagandare il sogno di Matera capitale europea della cultura 2019. Il testo è meno costellato di parole inglesi di quanto potessi immaginare. Si vede che la polemica contro l’eccesso delle loro occorrenze nelle pagine del dossier ha sortito qualche potatura. Di quello, tuttavia, conserva l’empito avveniristico poco sopportabile per chi si accontenterebbe che la città esibisse anche solo un’umile decenza a petto della singolarità urbanistica del passato e del suo sempiterno paesaggio.
La sovrabbondante vuotezza del famigerato dossier, che pochi hanno letto e riletto, nel bignamino di “openfuture” può essere saggiata da chiunque. Ma quanti, quali destinatari ne sosterranno la lettura? Prescindo dalla visione del mondo che ne esala. Fingo di non saper nulla di grafica e design. Operaio della parola, della specie dei correttori di bozze che meriterebbe d’esser protetta dal WWF, vado a caccia di refusi e simili.
A pagina 7, “perle” sostituisce “per le”. Due righi sopra, un genietto maligno sottrae “fi” a “modificare” che risulta “modi care”.
A pagina 11, la vagheggiata “bureacracy” creativa dovrebbe essere “bureaucracy”. Chi d’ inglese ferisce, d’ inglese perisce?
Stessa pagina, nonostante il proposito di “enfatizzare” (verbo di esagerazione) “la dimensione Europea” (così, a pagina 4) “europa” rimpicciolisce nel minuscolo. E per di più il genietto malefico di cui sopra si permette un vomito linguistico che non è possibile decrittare, per quanto in pagina vegli un angioletto rapito da qualche carro della Bruna.
A pagina 12, “riguardo la cittadinanza” non è corretto: si deve scrivere “riguardo alla cittadinanza”.
A pagina 14, mi si conceda di sconfinare fra i contenuti. A proposito dell’ istituzione che “unisce innovazione e frugalità”, rifletto che frugalità è la moderazione nel mangiare e nel bere. Ma qui è un gargarozzo unico! lamenta un mio amico un po’ spiritualista.
A pagina 18, nel secondo rigo, sotto “continuità e rotture”, c’è un segno grafico che non c’entra.
A pagina 19, sotto “radici e percorsi”, l’idea espressa è malservita dall’organizzazione delle parole. Sotto “riflessioni e connessioni”, sconfino ancora nei contenuti, mi sembra provincialotto associare a Lorenzo de’ Medici il motto “festina lente” che Svetonio registra nella “Vita di Augusto”.
A pagina 20, se si scrive “131 comuni” e, comunque, in tutto l’ opuscolo, si ama ricorrere ai numeri arabi, non si comprende perché qualche rigo dopo si trovi “centotrentuno… venti…ventisette”. Poi l’aggettivo “europeo”, al maschile, applicato a Matera è un errore; il verbo “risuona” dovrebbe essere “risuonerà” coerentemente col futuro “recupererà” e “non – profit” si scrive non o no profit, senza lineetta. Infine, nella frase “senza ripetizioni no all’ultimo istante…”, il solito diavoletto ha sottratto “fi” che congiuntamente al “no” costituirebbe il necessario “fino”.
A pagina 23, salta ancora “fi” tra “giusti care”, sotto “osservatorio dell’antropocene”.
A pagina 24: quanto sono sofistico! rammemoro allo scrittore del testo ciò che già sa: è preferibile scrivere “radicata fra” che “radicata tra”, “unendo fra” che “unendo tra”, sennò le dentali sferragliano troppo. Evito di rimanere invischiato nel controllo delle istituzioni europee verso le quali irraggia il sole di Matera e nell’elenco fitto fitto degli enti e delle associazioni culturali della Regione.
A pagina 28 è vero che “Matera condividerà il titolo …” piuttosto che “dividerà”.
A pagina 32, sotto “continuità e rotture”, leggo: “In modo originale si può visitare la Basilicata dalle meraviglie della scienza presenti in territorio lucano.” Funziona questa frase?
A pagina 33, perché non elencare più congruamente gli scrittori e i poeti, così: prima Isabella Morra (che è poetessa non dappoco ma soprattutto donna martirizzata), poi Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Leonardo Sinisgalli e Albino Pierro. Sotto “riflessioni e connessioni” il testo favoleggia di un reame inesistente smentito dalla pochezza segnalata dalla cartina sottostante. Cala Capitan Trinchetto!
A pagina 34, lasciando perdere alcune discontinuità bagatellari (se si sceglie il minuscolo non si ceda all’estro di qualche maiuscola!), osservo la cartina europea con i nomi delle grandi città verso le quali Matera sventaglia tante possibilità di accesso. Noto solo che se si scrive “London” e “Paris”, bisogna scrivere “Barcelona” e non “Barcellona”, “Berlin” e non “Berlino”, “Stuttgart” e non “Stoccarda” e via dicendo.
A prescindere dalla fumosa ideologia che lo compenetra, “openfuture” non doveva essere edito in questa maniera e dovrebbe essere ritirato. Dal lato tecnico è più che discutibile. Squalifica il laboratorio culturale che Matera ambisce d’essere. C’è qualcosa che manca alla cultura della nostra attività editoriale che magari si adorna di patinate parvenze ma secerne ignoranza. Lo dico da decenni.
È doveroso in questo passaggio “storico” che qualsiasi pubblicazione riguardante la città venga curata nei minimi particolari e chi la confezioni, presuntivamente remunerato secondo giustizia, le dedichi la più meticolosa attenzione. Ne va dell’onore di noi tutti, in Italia e fuori.
Basilio Gavazzeni
Bravo!!! Finalmente qualcuno che denuncia un carrozzone inutile di ignoranti e fighetti che non concludono nulla!!! Peccato che non succederà nulla dopo questo articolo ma meglio dirlo che non servono a nulla!!